Se dal Ticino non giungerà un Sì massiccio, poi che nessuno venga più a lamentarsi

C’è ancora qualche ora di tempo per votare Sì all’iniziativa Per la limitazione! Chi non l’avesse ancora fatto, si affretti. E’ forse l’ultima occasione per fermare la svendita della Svizzera alla fallita UE.

Sarebbe inoltre del tutto incomprensibile se dal Ticino, devastato dall’invasione da sud, non giungesse un segnale chiaro contro l’immigrazione incontrollata.

E’ colpa della libera circolazione delle persone e di chi l’ha voluta (la casta spalancatrice di frontiere) se troppi ticinesi vengono lasciati a casa e sostituiti da frontalieri; se i giovani che vanno a studiare oltregottardo poi non tornano più indietro (“fuga di cervelli”). Niente di strano: su 3000 posti di lavoro che vengono creati annualmente in Ticino, solo una piccola parte va vantaggio dei ticinesi. Gli altri se li cuccano i permessi G o B. Questi ultimi magari farlocchi: perché, come abbiamo visto in queste settimane, la partitocrazia cameriera dell’UE pretende che si rilascino permessi di dimora alla cieca, senza alcun controllo. A cani e porci.

Situazione scandalosa

Ancora nei giorni scorsi abbiamo appreso dell’ennesima situazione scandalosa. Che ormai non fa più nemmeno notizia: è routine. Una commessa ticinese di un noto negozio di Lugano, dopo svariati anni di onorato servizio, è stata lasciata a casa dalla sua capa frontaliera. Magari per rimpiazzarla con qualche parente o amica fatta venire apposta dal Belpaese?

Bisogna avere non delle fette di salame, ma dei salami interi sugli occhi per non accorgersi di quello che sta succedendo: responsabili del personale in arrivo da olteramina lasciano a casa i dipendenti locali per fare spazio al parentado. Tanto “gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente!”.

“Questa non è più la Svizzera, io ritirerò la bandiera dal balcone” dichiara sconsolata la venditrice di cui sopra. Come darle torto? Ma, se questa non è più la Svizzera, ci sono dei precisi responsabili: la partitocrazia, il padronato, i sindacati, la stampa di regime e le lobby assortite.

In Ticino, solo un frontaliere su sette lavora in un settore dove c’è carenza di personale indigeno. E poi qualcuno ha ancora il coraggio di venire a blaterare che l’INVASIONE risponderebbe a presunte “esigenze dell’economia”? Qui l’unica “esigenza” è quella di risparmiare sul personale per aumentare i profitti!

Sindacati a manina con i padroni

E cosa fanno i sindacati? Invece di difendere i lavoratori residenti, vanno oscenamente a manina con i “padroni”,quelli che speculano sui lavoratori per ingrassarsi ancora di più. E si scagliano isterici (coda di paglia?) contro l’iniziativa Per la limitazione. Chiaro: per i sindacati più problemi ci sono sul mondo del lavoro meglio è. E più frontalieri ci sono meglio è: così le loro entrate si incrementano.

Non stiamo poi ad elencare per l’ennesima volta le conseguenze deleterie dell’immigrazione incontrollata sulla viabilità, sull’inquinamento, sullo sfruttamento del suolo (cementificazione), sul consumo di risorse naturali, sulla criminalità, eccetera.

L’ultima occasione

Quella odierna è quindi probabilmente l’ultima opportunità che abbiamo per decidere che l’immigrazione deve essere controllata. Il che non significa azzerata: questo non l’ha mai detto, né chiesto, nessuno.

Malgrado le svergognate fregnacce raccontate dagli spalancatori di frontiere, a partire dal PLR (ex) doppiopassaporto KrankenCassis, se la libera circolazione delle persone salta, semplicemente si torna alla situazione del 2007. Forse che nel 2007 le dogane erano sigillate come in fase di lockdown? Forse che nel 2007 l’economia non poteva procurarsi la manodopera di cui aveva bisogno?  Forse che nel 2007 la Svizzera non esportava? Ma va là!

Stop bufale

Quanto alla clausola ghigliottina, si tratta dell’ennesima bufala. L’UE non ha alcun interesse a far decadere tutti e 7 gli accordi del pacchetto “Bilaterali 1”, dal momento che ci guadagna solo lei. In ogni caso, la Svizzera ha sempre avuto un’economia aperta. I rapporti commerciali tra il nostro paese e l’Unione europea sono regolati in massima parte dagli accordi di libero scambio del 1972 e dalle convenzioni concluse nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Il ruolo dei bilaterali è marginale.

Non c’è dunque alcun motivo per non votare un Sì convinto all’iniziativa Per la limitazione.

Chi crea incertezza?

E la storiella che l’accettazione dell’iniziativa provocherebbe incertezza (uhhh, che pagüüraaa!) è solo l’ennesima balla di fra’ Luca. Fosse vero, la conseguenza sarebbe che, in caso di no all’iniziativa, tutto sarebbe tranquillo. Ma non è affatto così.

In vista della votazione odierna, per “ovvi” motivi tattici, i funzionarietti di Bruxelles si sono astenuti dal tematizzare lo sconcio accordo quadro istituzionale, che trasformerebbe la Svizzera in una colonia dell’UE (e che tuttavia il PLR si ostina a definire “l’accordo della ragione, da firmare subito”). Chiaro: mettendo pressione, avrebbero portato acqua al mulino dell’iniziativa.

Ciononostante qualcuno, nell’inutile parlamento europeo (quello che si occupa principalmente di stabilire la curvatura delle banane e la lunghezza dei cetrioli) si è lasciato scappare qualcosa. Il soldatino germanico Andreas Schwab (Andreas chi?), presidente del gruppo parlamentare sulle relazioni UE-Svizzera (uella!), si è infatti dichiarato impaziente che le discussioni (sull’accordo quadro) riprendano perché – udite udite – “lo statu quo non è più possibile”.

La prossima tappa

Capita l’antifona? Ecco chi crea incertezza, ecco chi mette in discussione la situazione attuale: i balivi di Bruxelles! Poco ma sicuro che, se oggi l’iniziativa Per la limitazione verrà respinta, domani i camerieri dell’UE in Consiglio federale pretenderanno di firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale. Ed immediatamente la casta si metterà a starnazzare che bisogna calare le braghe per “salvare i rapporti con l’UE”! Ecco qual è l’unica certezza!

Respingere l’iniziativa Per la limitazione significa benedire lo sconcio accordo coloniale. Su questo i cittadini devono essere in chiaro.

C’è tempo ancora fino a mezzogiorno per sventare il peggio e votare Sì!

#swissexit

Lorenzo Quadri