Come c’era da aspettarsi, il Consiglio nazionale ha deciso ad ampia maggioranza di respingere l’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”, lanciata dall’Udc, che la Lega dei Ticinesi ha sostenuto fattivamente.
Questa iniziativa contiene una richiesta di una semplicità disarmante. Ossia che la Svizzera torni a regolare l’immigrazione.
Regolare l’immigrazione è uno dei compiti fondamentali di uno Stato. Rientra nei presupposti della sua stessa esistenza. Con gli accordi bilaterali e segnatamente con la libera circolazione delle persone, la Svizzera ha rinunciato a questa sua facoltà nei confronti dei cittadini UE. Una scelta che ha avuto conseguenze estremamente negative, soprattutto per le regioni di frontiera.
Malgrado la SECO continui imperterrita, per il tramite di statistiche addomesticate, a sostenere tesi che non stanno né in cielo né in terra, del tipo “immigrazione uguale ricchezza”, la realtà è ben diversa. Se il Consiglio federale, che è europeista, ha ritenuto di ricorrere alla clausola di salvaguardia, vuol dire che il quadro roseo dipinto dalla SECO e da altri non trova alcun riscontro nella realtà. Del resto, dai dati della stessa SECO emerge che dal 2002 sono arrivati in Svizzera 700mila immigrati.
L’Europa soprattutto quella del sud si trova in crisi nera. E noi ce l’abbiamo fuori dalla porta di casa. In Italia si è giunti al punto di invitare pubblicamente la gente ad emigrare in Svizzera, il che significa in Ticino: non essendo la vicina Penisola in grado di risolvere i propri problemi occupazionali, li scarica su di noi.
Circostanze cambiate radicalmente
In tali circostanze, l’immigrazione incontrollata non può esistere. L’apertura ad oltranza delle frontiere è dettata da ideologie vetuste e sta avendo conseguenze catastrofiche in particolare per il Ticino. Bisogna quindi avere il coraggio di fare retromarcia. Che in un mondo globalizzato per concludere accordi vantaggiosi per l’economia svizzera la libera circolazione delle persone con paesi confinanti sia indispensabile, è tutto da tutto da dimostrare. Le conseguenza negative con cui ci troviamo confrontati erano state ampiamente previste dai contrari alla libera circolazione delle persone.
A ciò si aggiunge che, al momento della stipula e poi della votazione su questi accordi con l’UE, non si poteva prevedere la crisi nera in cui sarebbe precipitata l’Europa, ed in particolare la situazione catastrofica in cui si trova l’Italia dove perfino una regione del Nord come il Piemonte risulta declassata a “spazzatura” nell’ultimo rating di Moody’s.
Le condizioni sono dunque radicalmente cambiate. Ciò giustifica, sotto tutti i punti di vista, un’inversione di rotta. Ciò giustifica che la Svizzera si riappropri della facoltà di controllare i flussi migratori a tutela del nostro mercato del lavoro, della nostra sicurezza e del nostro Stato sociale messo a dura prova da un numero crescente di migranti che arrivano in Svizzera, ad esempio tramite i ricongiungimenti familiari “facili”, per mettersi a carico del contribuente.
L’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” merita inoltre un massiccio sostegno da parte del Ticino, poiché essa prevede la reintroduzione di contingenti per i frontalieri. Il contingentamento è l’unica misura possibile per evitare al nostro Cantone la catastrofe occupazionale e sociale. Qualsiasi altra misura è semplicemente il classico cerotto sulla gamba di legno. A maggior ragione che appare in tutta evidenza dalle dichiarazioni della SECO – niente abolizione delle deleterie notifiche on-line di frontalieri e distaccati, negazione ad oltranza dei problemi occupazionali e sociali provocati in Ticino dalla libera circolazione delle persone – che nulla verrà fatto per migliorare la situazione. L’unica possibilità è dunque una modifica radicale come quella proposta dall’iniziativa popolare, che presuppone la fine della libera circolazione delle persone.
Com’era scontato, dopo sei ore di dibattito all’insegna del chiacchiericcio spinto, il Consiglio nazionale ha deciso di schierarsi contro l’iniziativa. Ma la parola finale spetterà al popolo. E allora gli europeisti e gli spalancatori di frontiere sì che vedranno i sorci verdi…
Lorenzo Quadri
CN Lega