Se il buongiorno si vede dal mattino, non si può certo dire che l’inizio della corrente legislatura alle Camere federali (la 49esima) sia dei più promettenti.

In effetti, come è uso in molti parlamenti  (se non in tutti), il discorso d’inizio legislatura è toccato al deputato con maggiore anzianitĂ  di servizio. Caso ha voluto che il deputato in questione fosse un $ocialista, alla faccia del ricambio generazionale della $inistra, il quale siede al Nazionale dal 1986 ossia da un quarto di secolo. Trattasi del $indakalista ro$$o Paul Rechsteiner, il baffuto presidente nazionale di UNIA. Da notare che il buon Rechsteiner  lascerĂ  presto il Consiglio nazionale non giĂ  perchĂ© dopo un quarto di secolo alle Camere federali a $inistra si ritenga che uno possa anche farsi da parte, ma per andare ad occupare una cadrega al Consiglio degli Stati, non appena la sua elezione in quel consesso verrĂ  convalidata.

Considerando l’ufficialità e la trasversalità politica della situazione, ossia l’inaugurazione di una nuova legislatura, ci si sarebbe potuti legittimamente aspettare un discorso equanime, incentrato magari sul lavoro e sulle responsabilità del parlamentare di milizia. Invece nasce legittimo il vago sospetto che il buon Rechsteiner abbia riciclato un discorso tenuto in precedenza al comitato centrale di UNIA o alla direzione del P$.

Di fatto sono stati snocciolati, davanti agli altri parlamentari (prima increduli, poi vagamente nauseati) la retorica e il programma del P$. Partendo da un’infuocata condanna delle schedature di tre decenni orsono (tema che di certo, nell’anno di grazia 2011, impedisce alla maggioranza degli svizzeri di dormire di notte) si è passato alle lodi all’Unione europea  con considerazioni banali oltre che fuori posto, a quelle dell’ONU (è stato in pratica definito uno scandalo che la Svizzera abbia atteso tanto per entrarvi), all’auspicio di un sempre maggiore intervento elvetico in questioni internazionali (alla faccia della neutralitĂ ), e avanti di questo passo. Per poi dovere però riconoscere che, quando a democrazia, in casa UE ci sono parecchi deficit.

Decisamente piĂą misurato è stato per contro il parlamentare piĂą giovane, anche lui intervenuto da protocollo. Trattasi sempre di un $ocialista, guarda caso di professione docente (toh, ecco un abbinamento davvero inedito):  Mathias Reynard (di 24 anni) il quale ha fatto una figura molto migliore.

Il giovane Consigliere nazionale vodese ha avuto almeno il buon gusto di evitare di snocciolare ai presenti il programma del P$$, è intervenuto in quattro lingue e ha suscitato l’ilarità generale rilevando come, al momento dell’ingresso in parlamento del compagno Rechsteiner, lui non fosse nemmeno nato.

Per tornare all’intervento del deputato con maggiore anzianità di servizio, esso ha avuto almeno un pregio. Ha fatto chiaramente intendere fin da subito che la $inistra per tutta la legislatura punterà su integrazione europea, europeismo, internazionalismo ad oltranza, migrazione senza freni, e poi tasse, tasse e ancora tasse (camuffate da “giustizia sociale”).

Poco dopo, a mo’ di commento musicale, la banda convocata per l’occasione intonava la parte strumentale della nota filastrocca “il canto del cucù” (sic). Impossibile non chiedersi chi fossero i “cucù”…