A seguito della decisione di adeguarsi alle direttive della Conferenza dei direttori della pubblica educazione, per poter partecipare ad un concorso per l’insegnamento occorre disporre della relativa abilitazione. In passato il vincitore del concorso poteva effettuare l’abilitazione in un secondo tempo.

Non tutte le abilitazioni si possono però effettuare in Ticino. E’ il caso ad esempio del latino.

Capita dunque che si apra un concorso per insegnare latino al liceo. Alcuni laureati ticinesi che già insegnano nelle scuole medie vorrebbero parteciparvi, ma non possono in quanto non dispongono dell’abilitazione. E nemmeno possono conseguirla in Ticino, poiché tale abilitazione non viene offerta. Non essendoci neppure più l’abilitazione en emploi, i candidati ticinesi di cui sopra sono esclusi dalla partecipazione al concorso. Rimangono per contro i candidati italiani. Ed infatti pare che al concorso in oggetto abbiano partecipato una quarantina di candidati, tutti in arrivo dalla vicina Penisola, quale logica conseguenza del sistema.

A questo vanno aggiunte le conseguenze negative della sentenza del Tram che notoriamente ha annullato il requisito della conoscenza della lingue nazionali per poter partecipare ai concorsi d’insegnamento nella scuola cantonale; sentenza che apre ulteriormente le porte della scuola ticinese ai candidati in arrivo dall’Italia.

Chiedo pertanto al lod. Consiglio di Stato:

       Il CdS conferma i problemi di discriminazione dei candidati ticinesi creati in alcuni ambiti (come quello citato) dalla decisione di conformarsi alle direttive della CDPE sulla necessitĂ  di disporre dell’abilitazione per poter partecipare ad un concorso?

       Non ritiene il CdS, proprio nell’ottica della prioritĂ  di non discriminare, ma anzi di favorire, i candidati residenti in Ticino, ed in considerazione anche delle conseguenze negative al proposito della sentenza del Tram sui requisiti linguistici, di considerare l’ipotesi di un ritorno alla possibilitĂ  dell’abilitazione “en emploi”?

       Corrisponde al vero che in un recente concorso per insegnare latino al liceo, hanno partecipato solo candidati italiani (pare una quarantina), per i motivi indicati nel presente atto parlamentare?

 

Con la massima stima

Lorenzo Quadri