Il PLR nazionale vuole cavalcare il tema della sicurezza. A corrente alternata, di solito nelle immediate prossimità delle elezioni, i partiti cosiddetti di centro, PLR e PPD, si accorgono che in anche in Svizzera esiste un problema di delinquenza.
«La Svizzera non è più un’isola felice di sicurezza» ha dichiarato significativamente la Consigliera di Stato PLR vodese Jacqueline de Quattro, forse senza rendersi ben conto delle implicazioni del concetto di isola da lei utilizzato. Infatti se la Svizzera non è più un’isola di sicurezza, questo lo si deve principalmente ad una scriteriata politica di frontiere spalancate all’insegna di accordi internazionali, imposti alla popolazione con l’inganno e con le minacce, e che il Ticino ha peraltro sempre rifiutato: si tratta della libera circolazione delle persone e degli accordi di Schengen/Dublino. E chi li ha voluti, questi accordi? Non si tratta forse del partito della signora de Quattro?
Frontiere colabrodo
Era chiaro fin dall’inizio che le frontiere a colabrodo, conseguenza della libera circolazione e di Schengen, come pure l’allargamento ad Est degli Accordi bilaterali, avrebbero portato il nostro paese a confrontarsi con una realtà senza precedenti. Centrali del crimine originarie dell’Est europeo, insediate non solo nel nord Italia, ma anche in Germania ed in Francia, mandano i loro uomini a delinquere in Svizzera. L’esempio dei furti con scasso negli appartamenti ticinesi ad opera di minorenni rumeni non è che un esempio, neppure il più grave.
Se si vuole poi parlare di spaccio, la connessione tra lo spaccio e i finti asilanti che entrano a frotte in Svizzera grazie allo smantellamento dei controlli doganali è fin troppo nota.
Altra criminalità è generata da delinquenti stranieri trapiantati in Svizzera, che però non vengono efficacemente espulsi. Questo perché tutte le altre forze politiche, quindi anche il PLR, rifiutano di mettere in atto l’iniziativa popolare UDC, riuscita, per le espulsioni degli stranieri delinquenti. Al punto che adesso si raccolgono le firme per attuare l’iniziativa, ciò che di per sé è un controsenso.
Qui dunque è il nodo della questione. Le forze politiche di centro (scivolanti sempre più a $inistra) genericamente constatano che la Svizzera non è più un’isola di sicurezza, ma “naturalmente” si dimenticano di dire che il degrado si è potuto realizzare grazie al loro fattivo appoggio alla libera circolazione delle persone, agli Accordi di Schengen/Dublino, ad una politica buonista e politikamente korretta nei confronti della criminalità d’importazione.
Le iniziative-xerox
Si ricorderà che prima delle elezioni cantonali del 2011, PPD e PLR dopo aver per anni ridicolizzato e denigrato le richieste leghiste di reintroduzione dei controlli doganali e sospensione degli Accordi di Schengen, improvvisamente fecero a gara nel copiare e ripresentare pari-pari le stesse proposte leghiste che fino al giorno prima avevano rifiutato. Al proposito venne coniata le definizione di iniziative-xerox, con riferimento alla nota marca di fotocopiatrici.
L’epidemia di iniziative-xerox per confini sicuri aveva due cause scatenanti: un’epidemia di assalti a distributori di benzina della fascia di confine da parte di malviventi in arrivo dall’Italia e le elezioni cantonali. Passata la festa gabbato lo santo: dopo aprile 2011 i partiti di centro sono tornati alle loro posizioni iniziali, pro libera circolazione, pro Schengen e pro frontiere spalancate per colpa delle quali (repetita iuvant) la Svizzera non è più «un’isola di sicurezza». Venire a lamentarsene ora non inganna nessuno.
Adesso il ciclo si ripete. E quando il PLR o il PPD, con toni melodrammatici, denunceranno la micro e macrocriminalità crescente, si potrà e si dovrà far loro notare che essi ne sono i principali responsabili.
Lorenzo Quadri