Cari amici e care amiche leghisti e Udc,

 

Arriva un altro primo agosto, un altro giorno di festa per commemorare la nostra patria.

E di queste occasioni non ce ne sono mai abbastanza: al nostro paese, dovremmo pensare tutti i giorni dell’anno.

 

E’ arrivato un altro primo agosto, ma troppi problemi del Ticino e dei Ticinesi sono ancora irrisolti.

 

Quando a fine maggio ho messo piede per la prima volta nel Consiglio nazionale, una delle prime cose che deputati di altri Cantoni mi hanno chiesto è se è proprio vero che il Ticino non viene ascoltato a Berna.

 

La risposta non può che essere affermativa. E la mia per il momento breve esperienza sotto le cupole federali  me l’ha riconfermato.

 

I principali problemi del Ticino, soprattutto legati alla libera circolazione delle persone e alle sue disastrose conseguenze per il nostro Cantone, vengono minimizzati quando non addirittura negati.

 

Non è vero che i frontalieri sono un problema,

non è vero che essi lavorano al posto dei Ticinesi,

non è vero che c’è un problema di dilagante criminalità straniera,

non è vero che in Ticino si pagano premi di cassa malati fuori misura,

non è vero che le black list di Tremonti danneggiano le ditte ticinesi,

non è vero che chiudere il tunnel autostradale del Gottardo per 3 anni significa infliggere un colpo letale alla nostra economia,

non è vero che i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri sono troppo alti,

non è vero che i finti asilanti mettono sottosopra Chiasso.

E così via.

 

Per lorsignori del Consiglio federale non è mai vero niente: sono tutte invenzioni. Storielle. Frottole populiste.

Intanto i frontalieri sono oltre 50mila, mentre nel 1998 erano la metà. Nel 1998, non nel Medioevo.

Intanto perfino la Sezione del lavoro del Dipartimento delle finanze del nostro bel Cantone, che di certo non è popolata da leghisti, ammette che nel 2010 in Ticino sono stati creati 3000 posti di lavoro, e nel contempo il numero dei frontalieri è aumentato di 3000 unità: fate voi i conti.

 

Intanto che agli svizzeri nel bisogno si fa tirare la cinghia, ad esempio tagliando sulla disoccupazione, la Banca nazionale nei primi sei mesi di quest’anno è già riuscita a sperperare 11 miliardi di Fr dei nostri soldi nel tentativo, del tutto inutile, di puntellare un euro ormai fallito, specchio di un’Unione europea fallita.

 

La Lega e l’Udc ticinese meritano di contare di più a Berna. Perché, spiace dirlo ma è un dato di fatto: l’attuale Deputazione ticinese alle Camere federali non ha saputo o non ha voluto difendere gli interessi del nostro Cantone. Ed è, tanto per dirne una, rimasta inattiva davanti agli  attacchi italiani.

Basta vedere cosa è successo sul blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri: chi vi parla è rimasto l’unico a sostenere questa misura necessaria per far scendere il pittoresco ministro Tremonti a più miti consigli.

 

A Berna servono dei deputati ticinesi che difendano il nostro paese, che dicano davvero quello che vuole la gente del Ticino:

No alla svendita della Svizzera alla fallimentare Unione europea,

basta frontalieri laddove possono venire assunti dei Ticinesi,

basta con le frontiere a colabrodo,

basta migranti economici che arrivano da noi per farsi mantenere, difesa della nostra cultura, delle nostre radici e anche di quel che ancora resta del nostro benessere, costruito a prezzo di grandi sacrifici.

 

Ad ottobre spero – naturalmente –  di venire riconfermato in Consiglio nazionale, dove il lavoro da fare non manca;

e proprio perché il lavoro non manca, spero di non essere solo.

 

Come ha detto il nostro presidente, abbiamo la possibilità di portare a casa, anche in ottobre, un risultato strepitoso, sulla scorta di quello di aprile: magari addirittura quattro deputati federali, tra Lega e Udc: tre al Consiglio Nazionale e uno al Consiglio degli Stati.

E allora diamoci da fare perché anche questo sogno si avveri! Per la nostra Svizzera, per il nostro Ticino e per il nostro futuro!

Buona festa a tutti!

 

Lorenzo Quadri