Camerieri bernesi di Bruxelles patetici: si affidano alla “responsabilità individuale”

L’atteggiamento calabraghista non sarà mica dovuto al fatto che la grande maggioranza di quelli che dovrebbero sottoporsi alla quarantena dopo essere stati in un paese a rischio sono stranieri?

Sono settimane che lo predichiamo. Vale a dire, da quando i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno manifestato la (scontata, conoscendo i nostri polli) volontà di tornare frettolosamente a spalancare le frontiere con scuse del piffero.

Se si vogliono aprire le frontiere, come minimo occorre introdurre le quarantene ed i controlli sanitari in entrata. Ricordiamo che lo stramaledetto virus cinese ci ha IMPESTATI per colpa delle frontiere spalancate e della libera circolazione delle persone. Dopo aver chiuso i confini troppo tardi, il governicchio federale li ha riaperti troppo presto.

Festaioli e vacanzieri

Negli ultimi tempi, i contagi hanno ricominciato a crescere. E la causa non è di sicuro la ripresa delle attività lavorative, dal momento che questa è assai precedente. La causa sono le frontiere spalancate e gli assembramenti nel tempo libero (vedi discoteche). A diffondere il virus non sono i lavoratori. Sono i festaioli e sono quelli che vanno in vacanza in paesi a rischio e poi tornano contagiati. Ed in genere ci vanno perché si tratta del loro paese d’origine. In Svizzera un quarto degli abitanti è straniero.  Se poi aggiungiamo i beneficiari di naturalizzazioni facili (che quindi spariscono dalle statistiche degli stranieri) non osiamo immaginare a che percentuali si arriva. Di conseguenza, il rischio che un immigrato si rechi nel paese d’origine e ritorni indietro contagiato, diffondendo il virus in  Svizzera, è molto elevato. Altro che “immigrazione uguale ricchezza”, come blatera la partitocrazia multikulti: immigrazione uguale contagio! E’ chiaro che, se avessimo il 2% di stranieri come il Giappone, certi rischi non li correremmo.

Se poi pensiamo che ci sono immigrati in arrivo da zone a rischio i quali hanno pure la tolla di dichiarare in TV che loro le vacanze al natìo paesello le fanno comunque, ci rendiamo conto che per certi soggetti ci vuole un biglietto di sola andata.

Sempre in ritardo

Dopo averne mangiato un intero paiolo, anche i camerieri bernesi di Bruxelles si sono accorti che era polenta. E quindi a partire da lunedì scorso hanno introdotto le quarantene di 10 giorni per chi è stato in uno dei paesi a rischio indicati su un’apposita lista. Ovviamente durante i 10 giorni di quarantena il vacanziero è a casa senza stipendio. E ci mancherebbe altro!

Il gruppo su fb

Intanto nei giorni scorsi il quotidiano gratuito 20 Minuten ha rivelato l’esistenza di un gruppo di faccialibro (facebook) in cui dei kosovari residenti in Svizzera – alcuni magari addirittura beneficiari di naturalizzazioni facili –  si scambiavano consigli su come eludere la quarantena al rientro dalle ferie nel natìo paesello! Questa è gente che nel paese d’origine ci deve rimanere definitivamente! Föö di ball!

Eccolo qua, il senso civico di certi “non patrizi di Corticiasca” che hanno trovato in casa nostra ul signur indurmentàa!

Con simili premesse, è evidente che le quarantene dovranno essere imposte. In altre parole: ci deve essere la certezza che chi la deve fare, effettivamente la faccia.

Ed invece cosa accade? Accade che in conferenza stampa l’Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp), tranquillo come un tre lire, ad una domanda a tema risponde che controllare il rispetto dell’obbligo di quarantena “sa po’ mia”.

I controlli non sono evidenti, dichiarano i burocrati. Contiamo sull’effetto dissuasivo delle multe (fino a 10mila fr) sul senso del dovere individuale (abbiamo visto sopra quanto affidamento ci si può fare!) – e sul controllo sociale (familiari, conoscenti, datore di lavoro, ecc).

Ma questa è un’autentica presa per i fondelli! Se è così che si pensa di far rispettare le quarantene, prepariamoci a tornare impestati come a marzo!

E’ pacifico che nei confronti di chi viola gli obblighi di quarantena vanno adottate delle sanzioni in stile “via Sicura”: infatti creano una situazione di pericolo ben più elevato rispetto a chi infrange un limite di velocità (magari in piena notte quando le strade sono deserte).

Se le autorità non sono in grado di far rispettare l’obbligo di quarantena, la soluzione è una sola: CHIUDERE le frontiere!

Col piffero che siamo disposti a farci impestare da festaioli e vacanzieri!

Lorenzo Quadri