Oltreramina si organizzano. Noi, grazie alla partitocrazia, continuiamo a subire
“Cerco in affitto appartamenti di 2 locali o monolocali arredati. Per selezionata clientela che andrà a lavorare in Svizzera. Nessun compenso provvigionale”. Segue numero di telefono italico.
Così recita un annuncio, affisso a Como (vedi la foto, trasmessa da un nostro lettore).
Eh già: oltreramina si organizzano. Grazie alla devastante libera circolazione delle persone, voluta dalla partitocrazia PLR-PPD-P$-Verdi-anguria, disoccupati italiani in cerca d’impiegano arrivano da ogni parte del Belpaese (anche da quelle più remote) e si trasferiscono, almeno formalmente, nella fascia di confine. Lì affittano monolocali (domiciliazioni farlocche?). Così possono fare i frontalieri e portare via il lavoro ai ticinesi. L’annuncio citato mostra che c’è chi coglie l’occasione e ne fa un business immobiliare.
Attendiamoci il peggio
Intanto i frontalieri dichiarati presenti in Ticino sono già 75mila: più della popolazione di Lugano. Senza contare quelli in nero. E continuano ad aumentare, malgrado la crisi economica da stramaledetto virus cinese. Ciò significa che in Ticino a perdere il lavoro a causa dei fallimenti aziendali sono i residenti.
50mila frontalieri sono attivi nel settore terziario, dove non c’è affatto carenza di manodopera ticinese.
E’ evidente che simili numeri non hanno alcuna giustificazione economica. Costituiscono invece una deleteria distorsione. Ma la ministra di Giustizia PLR Karin Keller Sutter se ne impipa. Ha addirittura il coraggio di dichiarare, davanti al Parlamento, che il Ticino sarebbe “vittima del suo successo”. Come se l’invasione da sud fosse un successo e non un disastro!
Ma il peggio deve ancora venire. Quando nella vicina Repubblica cominceranno i fallimenti a catena, provocati dalla crisi da covid, con conseguente ecatombe di posti di lavoro, il Ticino sarà ancora più preso d’assalto.
Eppure la maggioranza del governicchio cantonale rifiuta di introdurre la moratoria chiesta dalla Lega sul rilascio di nuovi permessi G (“sa po’ mia!”) e continua a versare allegramente i ristorni, che sono ormai vicini a quota 100 milioni di franchettiall’anno. Grazie, Triciclo!
La tolla del triciclo
A causa dell’invasione da sud, i giovani ticinesi restano senza prospettive professionali. E la partitocrazia, responsabile di questa situazione, ha ancora il coraggio di starnazzare allo “spopolamento del Cantone”, che senza vergogna vorrebbe “ripopolare” con migranti! Il PLR addirittura propone di creare il“Mr Demografia”: ovvero l’ennesimo burocrate cantonale che verrebbe generosamente remunerato con i nostri soldi per venirci a dire che dobbiamo fare entrare più stranieri.
Fanno pure i piangina
Non solo i frontalieri ci invadono, ma fanno pure i piangina. Di recente il quotidiano La Provincia di Como ha pubblicato un articolo a tutta pagina a proposito di un radar piazzato in terra ticinese in prossimità della dogana di Novazzano, e purtroppo già rimosso. I permessi G intonano un coro di lamentazioni degno di una tragedia greca: si sentono discriminati, urlano al “gombloddo” e pretendono il diritto di infrangere i nostri limiti di velocità (che hanno pure la tolla di mettere in discussione). Come se, tra l’altro, al di là della ramina non si piazzassero i radar per beccare gli svizzerotti che vanno a fare la spesa in Italia.
E’ evidente che gli unici radar che siamo d’accordo di posizionare sono proprio quelli a ridosso dei valichi. Visto che spesso e volentieri i permessi G non spendono un franco sul nostro territorio, però infesciano le strade ed inquinano l’aria, almeno lasceranno qua i soldi delle multe.
I casi della vita
Una curiosa coincidenza. In contemporanea con la vicenda del radar presunto “antifrontalieri” (magari!) alcuni media hanno pubblicato la seguente notizia: un fankazzista climatico fa lo sciopero della fame a Berna perché “la politica” sarebbe inattiva davanti alla “catastrofe ambientale imminente” (sic). Lo scioperante in questione, sempre secondo i media, è un 47enne padre di famiglia dal nome non patrizio, residente nel Canton Friburgo e verosimilmente a mantenuto dai contribuenti. Se infatti lavorasse, non potrebbe passare le giornate in piazza a Berna. Magari “la politica” potrebbe cominciare a tagliare le prestazioni sociali a simili soggetti.
Ma il colmo è che la kompagna Simonetta Sommaruga – in passato $ocialista della corrente moderata, oggi riconvertita all’isterismo climatico – ha voluto incontrarlo. Ah, ecco. Evidentemente, Madame ha tempo da perdere. La ministra $ocialista incontra il fankazzista climatico a scopo di propaganduccia elettorale da tre e una cicca. Ma di certo non si sogna di incontrare i ticinesi che hanno perso il lavoro, o che non lo trovano per colpa della devastante libera circolazione delle persone da lei voluta. Vergogna! Eccoli qua, i politicanti della gauche-caviar con i piedi bene al caldo: dediti alle proprie paturnie ideologiche, ma lontani anni luce dai problemi dei cittadini. Perché alle nostre latitudini, l’unica emergenza è quella occupazionale. Altro che clima! A proposito: come mai l’ecotalebana Simonetta scalda la sua villa bernese con la nafta?
Lorenzo Quadri