Un motivo in più per passare all’elezione popolare dei magistrati, come il Mattino scrive da tempo!
Nelle scorse settimane, l’Associazione interprofessionale di controllo (AIC) ha fatto il bilancio del 2015 in merito all’annosa questione dei padroncini e distaccati, che costituiscono un vero e proprio flagello per l’economia di questo sempre meno ridente Cantone.
Lo scorso anno sono stati infatti esaminate circa 2000 imprese, e sono state scoperte 1000 infrazioni. Quindi, i grandi numeri confermano la percentuale di infrazioni che emerge dai controlli puntuali: il 50%. Si tratta, lo abbiamo scritto più volte, di una cifra spaventosa, che imporrebbe misure drastiche. Forse che, se la metà degli svizzeri smettesse di pagare le imposte o rifiutasse di prestare servizio militare (tanto per fare due esempi) l’autorità se ne starebbe tranquillamente a guardare “come se niente fudesse”? Forse che alzerebbe le braccia dicendo che “sa po’ fa nagott”? Certo che no. Invece, in campo di padroncini, si tenta di contrabbandare come normale, per non dire come “inevitabile”, ciò che non lo è proprio per niente.
Invito ad aggirare i controlli
I dati pubblicati dall’AIC non sono certo rassicuranti. Per le mille infrazioni rilevate nel 2015 ad opera di imprese estere, sono state incassate sanzioni per circa mezzo milione. Quindi, se la matematica non è un’opinione, questo equivale ad una multa media di 500 Fr. E’ evidente che sanzioni di questo tipo sono tutt’altro che dissuasive: semmai proprio il contrario. Sono quasi un incoraggiamento ai furbetti d’oltreconfine a venire in Ticino e “giocarsela”. Male che vada, il margine di guadagno copre ampiamente la multa, per cui…
Senza contare che nel Belpaese, e questo lo sanno anche i paracarri, il lavoro nero è la regola, non certo l’eccezione. Di conseguenza, i trucchetti per aggirare i controlli sono sviluppati al massimo grado. Ma come è bello fare fessi gli svizzerotti!
Terrore dell’UE?
C’è però un altro elemento inquietante che emerge dalla relazione dell’Associazione interprofessionale di controllo su quanto fatto nel 2015. Ossia il comportamento dei tribunali. Dichiara sul Corriere del Ticino il presidente AIC Renzo Ambrosetti, poco sospetto di essere un leghista populista e razzista: “I tribunali (…) danno seguito ai ricorsi delle ditte multate e riducono sistematicamente le nostre sanzioni pecuniarie. Il motivo? A mio avviso temono che una politica troppo protezionista nell’ambito della libera circolazione possa suscitare veementi malumori in seno all’UE”.
Una denuncia gravissima
Signori, questo è gravissimo. I tribunali ticinesi starebbero dunque utilizzando sistematicamente il proprio margine d’apprezzamento per fare POLITICA, e per farla a favore delle frontiere spalancate: a favore dei padroncini e delle ditte che invadono il Ticino, e quindi CONTRO il mercato del lavoro ticinese!
In nessun’altra parte del mondo succederebbe una cosa del genere; nessun altro la tollererebbe. Nessun altro sarebbe così fesso. Qui ci sarebbero – Ambrosetti dixit – dei giudici, nominati dalla partitocrazia e pagati da noi, che invece di fare gli interessi del nostro territorio sfruttando a questo scopo tutti i loro margini di manovra – che non sono affatto nulli! – si muoverebbero nella direzione diametralmente opposta.
Abbiano dunque dei giudici che fanno i camerieri dell’UE. Che giocano contro gli interessi del cittadino ticinese che gli versa il lauto stipendio. E questo perché? Per vigliaccheria! Temono che un atteggiamento protezionista – ossia quell’atteggiamento di cui abbiamo bisogno come del pane, sennò siamo morti e sepolti – possa suscitare “reazioni” da parte degli eurofalliti. Non può essere vero. Quelle stesse reazioni (uhhh, che pagüüüüraaaa!) di cui negli stati membri UE tutti, ma proprio tutti, si fanno un baffo, provocano il sacro terrore dei magistrati ticinesotti! E costoro, in preda al panico, contribuiscono fattivamente alla devastazione della nostra economia.
Elezione popolare
Questa situazione scandalosa è la dimostrazione di quanto da tempo ripetiamo su queste colonne. Ossia che è ora di passare all’elezione popolare dei magistrati. Non sta né in cielo né in terra che le leggi vengano applicate di proposito in modo da reggere la coda agli spalancatori di frontiere e all’UE. Oppure farci male da soli ci piace davvero così tanto che non possiamo più farne a meno?
Lorenzo Quadri