Va bene diminuire il moltiplicatore, ma servono sgravi mirati a ceto medio e single

Ohibò, si vede che le elezioni cantonali si avvicinano ed infatti il direttore del DFE, il PLR Christian Vitta, ha lanciato la campagna elettorale – sua e del partito – ipotizzando l’abbassamento del moltiplicatore cantonale dal 100% al 95%. Il che equivarrebbe dunque ad uno sgravio lineare del 5% per tutti.

Fermi da 15 anni

Ma guarda un po’! “Grazie” alla partitocrazia ed al PLR in primis (che gestisce il DFE dai tempi del Diluvio universale o giù di lì) il Ticino in campo fiscale è fermo al palo da 15 anni. Ma improvvisamente, quando mancano pochi mesi alle elezioni, gli sgravi vengono tirati fuori dalla tomba. Per poi venire prontamente riseppelliti una volta passato il periodo elettorale. Sicché il solito sfigato contribuente resta con un palmo di naso ed a bocca asciutta.

“Single” presi per i fondelli

Da qualche tempo liblab ed uregiatti hanno cominciato a sciacquarsi la bocca con gli sgravi fiscali al ceto medio ed ai single. Questo solo perché, così all’improvviso, si sono accorti che i single sono tanti e che votano. Peccato che in Gran Consiglio nel giugno dello scorso anno l’iniziativa generica (!), datata 2001 (!!) dell’allora deputata Iris Canonica, che chiedeva una tassazione più equa per le persone sole, venne asfaltata dalla partitocrazia. I kompagni rossoverdi, come era scontato, votarono tutti contro. Idem gli uregiatti. Tra il PLR i Sì  furono soltanto due (!): Nicola Brivio ed Andrea Giudici. Solo Lega e Udc-la destra sostennero compatte l’iniziativa.

Con che coraggio dunque PLR e PPD vengono adesso a raccontare favolette sugli sgravi al ceto medio ed ai single, pensando di fare fessi gli elettori? Quando poi – e i fatti parlano da soli! – al momento di venire al dunque e di schiacciare il bottoncino colorato in parlamento, fanno tutt’altro? Cari soldatini della partitocrazia, come recita il noto slogan: “non siamo mica scemi”!

Alcuni punti

In merito alla questione del 5% in meno di moltiplicatore cantonale: uno sgravio fiscale farà anche piacere. Ma, non essendo venuti giù con l’ultima piena, ci permettiamo (uella) alcune considerazioni.

  • Quella del buon Vitta è solo una dichiarazione d’intenti. Per la serie: “io la proposta l’ho fatta, se poi me la trombano non è colpa mia”. Chance di approvazione da parte del governicchio? E da parte del Gran Consiglio?
  • Giocherellare con il moltiplicatore cantonale in funzione elettorale (prima delle elezioni si abbassa, subito dopo lo si rialza: passata la festa, gabbato lo santo) è una roba assai distante dalla riforma fiscale di cui questo sfigatissimo Cantone ha bisogno. E ne ha bisogno in particolare per il ceto medio, i single e le aziende virtuose: ossia quelle che assumono ticinesi.
  • L’ultima iniziativa popolare fiscale andata in votazione (correva l’anno 2013) era della Lega e prevedeva sgravi lineari. E, ma tu guarda i casi della vita, in Gran Consiglio l’ex partitone votò contro. Perché i liblab gli sgravi lineari non li volevano proprio. Adesso invece, visto che la proposta viene dal loro ministro… contrordine compagni! Gli sgravi lineari sono una figata pazzesca! Se questa non è una presa per il lato B… Per la cronaca, il popolo ticinese in votazione respinse gli sgravi leghisti, anche “grazie” alla campagna contraria condotta dal PLR.
  • Già la riformetta fiscale mignon lo scorso mese di aprile è passata per il rotto della cuffia in votazione popolare, malgrado fosse accoppiata a misure sociali. Qualcuno si aspetta forse (stante anche il punto precedente) che degli sgravi lineari verrebbero accettati? Auguri!
  • Se ci fosse stata (davvero, non solo per far scena) la volontà di procedere ad una riforma fiscale, perché mai governo e parlamento nel recente passato se ne sarebbero usciti con la manovricchia fiscale mignon (vedi punto 4), che ha completamente dimenticato il ceto medio, preoccupandosi “solo” di evitare la fuga dei migliori contribuenti dall’ “inferno fiscale” ticinese?
  • Al Ticino serve una riforma fiscale vera. Per riforma fiscale vera si intende una riforma mirata (quindi non lineare) al ceto medio ed ai single per quanto attiene alle persone fisiche, e alle aziende virtuose (quelle che fanno lavorare i ticinesi) per le persone giuridiche. E l’unico modo per ottenerla è un’iniziativa popolare. Perché dalla partitocrazia a Palazzo delle Orsoline non uscirà mai un tubo.Questo mettiamocelo bene in testa!

Lorenzo Quadri