Altro che risanamento: si va avanti con l’andazzo attuale, a spese del contribuente
Come c’era da attendersi, l’accordo (?) tra sindacati e governicchio cantonale sulla cassa pensioni degli statali è una capitolazione del governicchio. Ministro delle finanze del PLR in primis.
Evidentemente il CdS è in balia dell’amministrazione statale. Quindi cala le braghe. Tanto poi il conto lo paga il solito sfigato contribuente!
Braghe calate
Tasso di conversione mantenuto al 5.25% quando tutte le altre casse pensioni (pubbliche incluse) applicano il 5% o anche meno; misure di compensazione a carico per il 60% dello Stato e dunque del contribuente (che quindi paga la maggior parte della pillola); abrogato il contributo a fondo perso dell’1% a carico dei dipendenti. Al suo posto entrerà in vigore un prelievo supplementare dello 0,6% (che poi andrà a finire negli averi pensionistici). E questo sarebbe un “compromesso”?
Per il contribuente, annuncia il governicchio, si prospetta un esborso di 14 milioni all’anno. Che in 30 anni fanno 420 milioni, quindi MEZZO MILIARDO. In 100 fanno 1.4 miliardi. Un termine per la fine dei pagamenti annuali non c’è: quindi andranno avanti in eterno. Non c’è neppure la garanzia che sarà l’ultima richiesta di soldi pubblici!
Cifre farlocche
Come se non bastasse, la cifra è farlocca. I 14 milioni sono destinati a moltiplicarsi. Gli enti affiliati all’IPCT e sussidiati dal Cantone, per pagare la loro parte, faranno ancora capo al Cantone; quindi ai contribuenti.
Non solo: i docenti di scuola elementare e scuola d’infanzia sono assunti dai Comuni ma affiliati all’IPCT. Ai Comuni verrà dunque presentato il conto di pertinenza dei loro dipendenti. Conto che andrà ad aggiungersi ai 14 milioni.
Morale della favola: qui non si sta risanando una cippa. Si sta semplicemente contrabbandando, sotto altra forma, il secondo contributo di MEZZO MILIARDO che da anni aleggia nell’aria a Palazzo delle Orsoline, dopo il MEZZO MILIARDO già accordato dal Triciclo nel 2012!
Lo crediamo bene che l’improponibile sindacato ro$$o VPOD sia soddisfatto dell’accordo: il governicchio ha calato le braghe ad altezza caviglia, con i soldi degli altri!
Colpa della partitocrazia
Ripetiamo per l’ennesima volta: se si è giunti a questa situazione è perché la partitocrazia si è sempre rifiutata di risanare la cassa pensioni cantonale per PAURA di perdere i voti del funzionariato. Altri enti pubblici, a partire dalla città di Lugano, hanno fatto le riforme senza tante storie.
Noi non ci stiamo a farci tenere in scacco dalla casta degli statali. Vogliamo forse ricordarne i vari privilegi, dal il posto garantito a vita al lauto stipendio (salario mediano nell’amministrazione cantonale: 100mila franchi in continua crescita), dagli adeguamenti al caro vita (chi lavora nel privato se li può giusto sognare), ai ritmi di lavoro che di certo non generano rischi di burn out?
Tutto questo mentre il resto dei cittadini si impoverisce e precarizza sempre più! E il risanamento della propria cassa pensioni, non se l’è potuto far pagare dal contribuente!
Il problema, come sentiamo ripetere, sono i privilegi del passato? Bene, vorrà dire che si chiamerà alla cassa anche chi di tali privilegi beneficia. La storiella dei diritti acquisiti ha seccato la gloria.
Altro che continuare a buttare milioni nel pozzo senza fondo dell’IPCT: vogliamo sapere quando il governicchio finalmente comincerà a TAGLIARE sull’amministrazione cantonale gonfiata come una rana!
All’istituto pensionistico cantonale sono affiliati anche i collaboratori di ampie fette del parastato? Bene, vorrà dire che ai servizi parastatali deve venire permesso di uscire dall’IPCT e di accasarsi altrove. Così, oltretutto, si creano opportunità di lavoro per altre casse pensioni.
Protesta grottesca
E’ poi il colmo che il coordinatore della cosiddetta “Rete a difesa delle pensioni” annunci che la protesta continuerà. Grottesca protesta da Robin Hood al contrario, che mira a far pagare a chi è messo peggio le rendite di posizione di chi sta meglio. Se poi si pensa che il coordinatore di detta Rete è tale Quaresmini (non patrizio di Corticiasca), il quale rappresenta nientemeno che i docenti liceali, davvero non si sa bene se ridere o piangere. Il fatto che proprio questa categoria, con stipendi elevati ed un numero sterminato di giorni liberi, scenda in piazza, dimostra quanto certuni siano ormai disconnessi dalla realtà. Ed è uno scandalo che il DECS targato P$ permetta agli insegnanti di fare propaganda pro saccoccia a scuola e addirittura di scioperare durante l’orario di lavoro, provocando disagi alle famiglie, con tutte le vacanze che hanno!
Gli statali che non sono d’accordo di fare degli sforzi per risanare la loro cassa pensioni (mica quella degli altri), possono sempre licenziarsi e cercare un posto nel privato.
Referendum garantito
Ciliegina sulla torna: la $inistra giustifica la capitolazione sulla cassa pensioni cantonale blaterando che lo Stato deve essere un datore di lavoro esemplare. Naturalmente con i soldi degli altri, i quali non beneficiano di simili condizioni esemplari!
Si prende atto che i ro$$overdi vogliono una società a due velocità: per gli statali sempre più privilegi, per chi lavora nel privato dumping salariale e concorrenza sleale dei frontalieri. Roba da ancien régime. E poi i kompagnuzzi hanno ancora la tolla di autoproclamarsi “progressisti”?
E’ quindi evidente che, se il gran consiglio approverà la calata di braghe del governicchio, sarà referendum (sempre che non scatti già il referendum finanziario obbligatorio).
C’è inoltre da chiedersi se, assieme al referendum, non sia il caso di lanciare anche un’iniziativa popolare per il dimezzamento dell’amministrazione cantonale.
Lorenzo Quadri