Dall’Istituto ricerche economiche ancora marchette alla casta euroturbo: chiudiamolo!
La votazione popolare sull’iniziativa di limitazione, che chiede la disdetta della libera circolazione delle persone, si avvicina. E quindi l’establishment tutto deve fare la propria parte a sostegno della politica delle frontiere spalancate. Ecco dunque sopraggiungere con il proprio contributo di propaganda politica il mitico IRE (Istituto ricerche economiche) dell’USI. In precedenza l’istituto si era già distinto con l’indagine sul frontalierato, affidata ad un ricercatore frontaliere (o ex frontaliere). Da essa emergeva, ma tu guarda i casi della vita, che la sostituzione di lavoratori ticinesi con permessi G come pure il dumping salariale sarebbero semplici fantasie. “Sono solo percezioni” dichiarava il direttore Rico Maggi.
Nuovo studio farlocco
Adesso arriva la nuova indagine compiacente a scopo di propaganda politica, “casualmente” realizzata da un ricercatore italiano: quella in cui si sostiene che il Ticino è un cantone super-competitivo, che l’economia va a gonfie vele (intendendo ovviamente: va a gonfie vele grazie alla devastante libera circolazione delle persone che i soliti populisti e razzisti adesso mettono in discussione). Al direttore Rico Maggi la frizione scivola a tal punto a farlo uscire con la seguente dichiarazione: “La disoccupazione? Se ne parla solo perché è interessante per la politica”. Ah ecco! Sicché secondo il sommo scienziato anche la disoccupazione sarebbe una percezione, per non dire una balla populista. Il direttore dell’IRE può andare a raccontare questa perla a chi la disoccupazione la vive sulla propria pelle. Solo un dato: il tasso di disoccupazione ILO in Ticino è dell’ 8.1% contro il 5.1% della Lombardia. Quindi tre punti percentuali in più. In Ticino ci sono oltre 8000 persone in assistenza. I sottoccupati sono raddoppiati in un decennio. Però adesso arriva il buon Maggi a raccontarci che non esiste alcuna emergenza occupazionale in Ticino, ma quando mai, sono solo vezzi politici!
L’unica emergenza ticinese
Si dà invece il caso che quella occupazionale sia l’unica vera emergenza di questo Cantone (altro che “clima”). E la politica sarebbe irresponsabile a non occuparsene! Anzi, il lavoro deve essere la prima preoccupazione della politica. I politicanti del triciclo se ne sono sempre infischiati. Dicevano, appunto, che erano tutte balle. Un po’ come gli stranieri che delinquono o che abusano nel sociale. Adesso vediamo i risultati.
Grazie alla Lega, la città di Lugano ha deciso di stanziare più fondi a sostegno dell’occupazione dei residenti. Non certo per sport ma perché chi è quotidianamente a contatto con i cittadini e con i loro problemi sa che la situazione è drammatica. Chi invece passa le giornate in un ufficio di legno pregiato a taroccare statistiche su commissione magari ha una “percezione” diversa. Ma è la sua ad essere distorta. Sarebbe bello se la disoccupazione fosse solo un’invenzione dei politici. Purtroppo la realtà di troppi concittadini ticinesi dice tutt’altro. A questo punto c’è da chiedersi se a senso continuare a tenere aperto all’USI un istituto di ricerche economiche che serve a divulgare “fatti alternativi”, detti anche “fake news”.
Lorenzo Quadri