Scioperi autorizzati per le cause del partito giusto? Fosse stato un evento “sovranista”
Venerdì si è tenuto l’ennesimo sciopero “per il clima”. Queste iniziative hanno decisamente seccato la gloria.
L’isterismo climatico, come abbiamo ben visto, serve solo ad avvantaggiare elettoralmente i verdi-anguria. I quali, con notevole arroganza, sono subito corsi a pretendere CADREGHE in Consiglio federale; questo sulla scorta di un solo risultato elettorale.
La conseguenza di una simile pretesa sarebbe un Consiglio federale composto da tre $inistrati su sette: Berset, la kompagna Sommaruga, e la kompagna Sommaruga-bis (la candidata verde Regula Rytz). Ma è chiaro che questo scenario non si verificherà. In caso contrario, ci sarebbe davvero di che emigrare all’estero. Ma evidentemente ai verdi anguria la candidatura farlocca al Consiglio federale torna comoda per farsi propaganda.
I risultati
Intanto l’isterismo climatico, amplificato di proposito dalla stampa di regime a partire dalla SSR, ha portato all’aumento dei soldatini verdi-anguria sotto le cupole federali. I risultati saranno:
- Ecotasse ed ecobalzelli che dissangueranno il ceto medio e basso;
- I proprietari di una casetta nel giro di pochi anni dovranno spendere un patrimonio per rifare gli impianti di riscaldamento, dato che quelli ad olio combustibile verranno messi al bando;
- Sottoscrizione dello sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE;
- Avanti con l’invasione di frontalieri e di padroncini uno per macchina, perché “devono entrare tutti” (naturalmente un per macchina, nel nome della protezione dell’ambiente);
- Frontiere spalancate ai finti rifugiati con lo smartphone;
- regali miliardari a Bruxelles;
- aumento degli aiuti all’estero;
- eccetera eccetera.
Benestare in tempo di record
L’ultimo sciopero per il clima si è tenuto venerdì pomeriggio. “Naturalmente” l’ennesima manifestazione internazionale di propaganda politica di sinistra non si poteva organizzare di sabato o di domenica, vero? L’importante era saltare qualche lezione…
Ed altrettanto “naturalmente”, per queste eco-boiate l’accordo con il rosso DECS si trova sempre. Ed infatti il dipartimento ha concesso il proprio benestare in tempo di record. E qualcuno ha ancora il coraggio di sostenere la barzelletta che la politica non avrebbe accesso alle aule scolastiche? La politica di $inistra vi accede eccome!
Si fosse trattato di uno sciopero a sostegno della sovranità svizzera, contro la svendita della nostra indipendenza e dei nostri diritti popolari all’UE, o contro l’invasione di frontalieri con conseguente soppiantamento di lavoratori ticinesi (perché sono queste le vere emergenze cantonali, che dovrebbero interessare anche i giovani) c’è da dubitare che il DECS si sarebbe mostrato altrettanto disponibile.
Le mani nella marmellata
Adesso si aspetta solo di beccare con le mani nella marmellata quei docenti partiticamente schierati che abuseranno dell’aula per fare propaganda (leggi: lavaggio del cervello) a sostegno dell’isterismo climatico.
Al proposito si ricorda che, in marzo, in occasione dello sciopero studentesco mondiale, 40 insegnanti di licei ticinesi pensarono bene di appoggiare l’iniziativa sottoscrivendo un appello talebano che lascia basiti.
“Gli studenti – scrissero in quell’occasione i 40 professori – scenderanno in piazza per denunciare sia l’inattività dei governi del mondo di fronte alla catastrofe imminente (sic!), sia la miopia di un sistema economico incapace di farsi carico di finalità diverse da quelle del profitto privato a breve termine”. Ossignùr! Alla faccia del “non si fa politica a scuola”! E come se dietro l’isterismo climatico non ci fossero enormi interessi politico-economici! Ovvero, tanti signori e signore che ci si fanno gli zebedej di platino, e tanti eco-imprenditori amici degli amici del partito “giusto” che aspettano solo di attingere a piene mani alla caterva di soldi che i politicanti rapineranno ai cittadini tramite deliranti ecotasse ed ecobalzelli, e che finiranno in appositi “borselli”.
Inutile dire che, sull’improponibile missiva dei 40 docenti liceali, né il rosso DECS né il suo direttore – quelli che autorizzano i ragazzi a bigiare le lezioni per sostenere la causa dei partiti “giusti” – ebbero alcunché da eccepire.
Lorenzo Quadri