L’UE sbrocca contro l’Ungheria, mentre la Svizzera voterà sul matrimonio per tutti
Dopo l’ormai famoso muro sul confine per fermare l’immigrazione clandestina, l’Ungheria torna a far sbroccare i funzionarietti della DisUnione europea. In testa la presidenta della Commissione europea Ursula “Sofà” Von der Leyen (stesso livello del suo predecessore ma senza nemmeno la scusantedell’ubriachezza).
Budapest nel mirino
Questa volta nell’occhio del ciclone è finita la legge ungherese volta a limitare la “propaganda gay a scuola”, che per l’UE è diventata immediatamente una legge anti-LGBT (come va di moda dire adesso). Non sappiamo se la legge ungherese sia omofoba o no, dato che non l’abbiamo letta. Del resto, nemmeno i politicanti europei corsi a demonizzarla l’hanno fatto.
Interessante è tuttavia la reazione isterica, intollerante e violentadella casta quando vede, o immagina di vedere, una qualche componente del pensiero unico messa in discussione. Non deve esistere posizione diversa da quella mainstream! Ciononostante gli stessi politicanti, pennivendoli ed intellettualini hanno ancora il coraggio di sciacquarsi la bocca con la “pluralità”. Ciò vale in tanti ambiti. Ad esempio: i contrari alla sciagurata legge sul CO2, poi giustamente asfaltata dalle urne, sono stati bollati come negazionisti, criminali climatici e servi della lobby petrolifera (questa è davvero bella). Altro che pluralità!
Indottrinare il popolazzo
Il premier olandese Mark Rutte ha chiesto addirittura l’espulsione dell’Ungheria dall’UE a causa della contestata legge.
Sfruttando la polemica a scopo di propaganda personale, il sindaco di $inistra di Monaco di Baviera pretendeva di illuminare lo stadio dell’Allianz Arena con i colori arcobaleno in occasione della partita Germania-Ungheria. Ennesimo tentativo di convertirelo sport in una pagliacciata politica, volta all’indottrinamento del popolazzo secondo il buon volere della casta. Un altro esempio è il tormentone sui calciatori che si inginocchiano o meno ad inizio partita in segno di omaggio al movimento razzista (contro i bianchi) “Black lives matter”.
Eh già: aspettarsi che un calciatore, ai campionati di calcio europei, si inginocchi in nome del BLM, che con l’Europa non c’entra una fava, è cosa buona e giusta; financo doverosa. Pretendere invece che canti l’inno nazionale è uno scandalo, mentre osare dire che una nazionale svizzera si dovrebbe per lo meno poter distinguere da una della Grande Albania è indice del più becero razzismo.
La $inistra diffonde l’omofobia
In Italia il DDL Zan mira, tra le altre cose, a decretare una giornata nazionale contro l’omotransfobia, che ovviante si concretizzerà in un obbligo di propaganda pro-LGBT nelle scuole, comprese quelle private e cattoliche. Alla faccia della libertà di pensiero che, come è ormai evidente, esiste solo a senso unico.
In Svizzera, invece, la partitocrazia vuole introdurre il “matrimonio per tutti”. E, come era scontato, i contrari già vengono denigrati come omofobi.
Inutile dire che grande fautrice del matrimonio per tutti è la solita $inistra immigrazionista. Quella che si spaccia per paladina delle donne e del popolo “arcobaleno”, ma poi continua a far entrare in Svizzera migranti economici, in arrivo da “altre culture”, che sono sessisti, misogini ed omofobi. In altre parole: la $inistra promuove l’omofobia in Svizzera. Però poi viene a menarla con il matrimonio per tutti. Perché i kompagnuzzi non dicono mai che nel nostro Paese i responsabili della grande maggioranza delleaggressioni omofobe sono giovani stranieri?
Il matrimonio per tutti
Sul matrimonio per tutti si voterà il 26 settembre. Sul tema avremo modo di tornare. Nel nostro Paese le coppie gay hanno già accesso all’unione domestica registrata, che conferisce diritti e doveri assai simili a quelli di un matrimonio.
Le differenze sono sostanzialmente due.
La prima: con il matrimonio per tutti, le coppie lesbiche avrebbero diritto ad accedere alla donazione di sperma. Si creeranno così, per legge, dei bambini con due madri ma senza un padre. Il passo successivo sarà, ovviamente, il diritto all’utero in affitto (mercificazione della donna) per le coppie composte da due uomini: continuare a rifiutarlo sarebbe, a questo punto, discriminatorio.
La seconda: l’unione registrata non offre le stesse agevolazioni del matrimonio in materia di naturalizzazioni facili. Proprio in questi giorni, ma guarda un po’, si è appreso che nella maggioranza delle unioni registrate tra persone dello stesso sesso celebrate in Svizzera, almeno uno dei due partner è straniero. Se a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre…
Nel caso in cui il 26 settembre il matrimonio per tutti venisse respinto dalle urne, qualche isterichetto/a di Bruxelles pretenderà di rescindere gli accordi bilaterali con la “Svizzera omofoba”? Se così fosse, sarebbe un motivo in più per votare No.
Lorenzo Quadri