Il ministro PLR pronto a mettere il Ticino nella palta per lo sconcio accordo quadro

 

Prosegue l’autentica e patologica ossessione dei camerieri bernesi dell’UE per gli accordi con gli eurofalliti “da sottoscrivere ad ogni costo”. L’ultima desolante puntata ce la regala, ancora una volta, il ministro degli esteri italo-svizzero Ignazio KrankenCassis.

Dopo la ripresa dinamica ovvero automatica del diritto UE, ecco arrivare, fresca fresca, la nuova ciofeca del Consigliere federale binazionale: la calata di braghe creativa. Sull’altare dello sconcio accordo quadro istituzionale Cassis è infatti pronto a sacrificare le misure accompagnatorie alla devastante libera circolazione delle persone. In particolare nell’ambito “antipadroncini”. Apperò!

La sola, misera protezione

L’invasione di padroncini e distaccati genera una concorrenza sleale che nuoce gravemente agli artigiani e alle piccole (e medie) imprese, soprattutto in Ticino. Ah, ecco dunque a cosa serve un consigliere federale “ticinese” (italo-ticinese): a mettere questo sfigatissimo Cantone ancora più nella palta. Le misure accompagnatorie sono infatti la sola, peraltro misera, protezione del mercato del lavoro svizzero in generale e ticinese in particolare dalle devastanti conseguenze della libera circolazione delle persone. E adesso, grazie a Cassis e agli euroturbo, “ciurlano nel manico”.

Le prime vittime

Proprio come previsto su queste colonne: le prime vittime dello sconcio accordo quadro istituzionale sono le misure accompagnatorie… che vengono sacrificate da KrankenCassis già in fase di trattativa. E questo malgrado le rassicurazioni in senso contrario.
E in cambio di cosa, poi? Del solito calcio nel tafanario? Se questi sono gli effetti del tasto “reset” siamo a posto! L’unica cosa che qui si sta resettando sono le prerogative della Svizzera. Nel senso che la casta, per perseguire i propri interessi di saccoccia, le sta proprio azzerando. Mentre per il ministro degli Esteri servirebbe il tasto “eject”.

I becchini

Grazie all’ultima iniziativa “da urlo” del direttore del DFAE è quindi confermato al di là di ogni dubbio che: accordo quadro istituzionale con l’UE uguale fine delle misure accompagnatorie. Imbarazz, tremend imbarazz dei $inistrati. Costoro infatti si sono sempre riempiti la bocca con le misure accompagnatorie. Però, non appena l’accordo quadro istituzionale è diventato un tema, sono corsi a starnazzare che lo volevano. Assolutamente e subito! Perché, per questi kompagnuzzi spalancatori di frontiere, che bramano l’adesione della Svizzera alla fallita UE, ogni desiderio dei funzionarietti di Bruxelles è un ordine! Adesso, ma guarda un po’, “si scopre che” l’accordo quadro istituzionale è incompatibile con le misure accompagnatorie!

Ergo: il P$$ –in balia dei $indakati ro$$i che si fanno gli zebedej di platino con le quote d’iscrizione dei frontalieri: ecco perché ne vogliono sempre di più – è il becchino delle misure accompagnatorie!Ecco cosa succede quando ci si lascia prendere la mano (eufemismo) dall’internazionalismo isterico!

 Da parte nostra, ribadiamo il messaggio:

NO all’accordo quadro istituzionale
– NO allo smantellamento delle misure accompagnatorie, che il Ticino si è sempre battuto per avere. Inclusa la deputazionicchia ticinese a Berna. E allora ne faceva parte anche Cassis!

Non c’è alcun bisogno di gettare nel water la nostra sovranità ed i nostri diritti popolari, come vorrebbe fare la casta – che i diritti popolari sogna di smantellarli: per questo ha colto la palla al balzo – per concludere accordi commerciali con l’UE che sono nell’interesse di entrambi i partner. Del resto, le loro deliranti pretese coloniali gli eurobalivi le avanzano solo nei confronti degli elvetici! Chissà come mai? Forse perché sanno che gli svizzerotti fessi calano immancabilmente le braghe?

Avanti così

Comunque, avanti così: la raccolta di firme per ABOLIRE la libera circolazionediventa più facile anche grazie a queste belle iniziative del ministro degli esteri, che ringraziamo sentitamente per l’efficace (per quanto involontario) contributo alla causa della FINE della libera circolazione.

Lorenzo Quadri