(Intervista pubblicata sul Mattino della domenica del 19 giugno 2011)

 

Lorenzo Quadri, ma c’è qualcuno che, all’interno della deputazione ticinese alle Camere federali, sostiene il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri?

Da quanto ho capito, solo io. Anche se nelle due riunioni in cui si è toccato questo argomento, la deputazione non era al completo.

E perché questa posizione della maggioranza della deputazione?

Si crede nella via delle trattative. Per conto mio, una pericolosa illusione. E’ chiaro che, finché Tremonti sarà ministro, gli attacchi alla Svizzera in generale e a Lugano in particolare continueranno. Non saranno di sicuro le due mozioni votate recentemente dalla Camera dei deputati a cambiare le cose. Non cambieranno proprio niente. Si tratta solo di diversivi per incassare i ristorni e poi, una volta portati a casa i soldi… chi si è visto si è visto.

Come valutare la posizione della maggioranza della deputazione ticinese alle Camere federali?

Un autogol per il Ticino. Tanto per una volta che, dopo un parto durato anni, dal nostro Cantone esce un segnale forte, sostenuto dalla maggioranza del Gran Consiglio e, forse, anche da quella del Consiglio di Stato, ecco che i rappresentanti federali di queste stesse forze politiche (con l’eccezione ovviamente della Lega) a Berna remano contro. Il Ticino avrebbe dovuto presentarsi compatto nel chiedere, finalmente, delle contromisure concrete ed energiche alla vergognosa guerriglia di Tremonti, che dura ormai da anni. Tanto più che, come si è visto, e come ammette la stessa maggioranza della deputazione, fare la voce grossa con l’Italia ha permesso di smuovere un po’ le acque.

E adesso?

La posizione della maggioranza della deputazione ticinese otterrà il risultato di far sentire il Consiglio federale legittimato a procedere sulla strada della passività finora tenuta nei confronti degli attacchi italiani. Non solo: il fatto che la maggioranza della deputazione alle Camere federali sconfessi la maggioranza del Gran Consiglio e (forse) del Consiglio di Stato rinforzerà il Consiglio federale nell’inveterata convinzione che le proteste del Ticino in fondo sono solo sceneggiate latine; e questo non solo nel caso concreto, ma in ogni ambito. La maggioranza della deputazione ticinese alle Camere federali a mio giudizio ha perso un’occasione per farsi interprete delle esigenze del Ticino davanti all’autorità federale.

MDD