A rattristare è che mai e poi mai i sette di Berna si sarebbero sognati di fare altrettanto
L’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio ha voluto dimostrare il suo sostegno alla Svizzera.
Borghezio ha voluto ribadire il diritto dei cittadini a decidere del proprio destino; ed ha anche voluto sottolineare che, quando il popolo ha deciso, la sua volontà non si discute: si esegue.
Così, per difendere le proprie convinzioni leghiste e la scelta fatta dai cittadini svizzeri, Borghezio, che svizzero non è, ha sfidato la riprovazione degli eurofalliti sventolando una bandiera rossocrociata al parlamento comunitario. Naturalmente è stato espulso, ma guarda un po’… E’ ovvio che una costruzione antidemocratica come l’Unione europea, dove a menare il torrone sono degli strapagati burocrati non eletti da nessuno, non può tollerare il voto il elvetico. Un voto che sbatte in faccia a questi signori la loro totale mancanza di legittimazione popolare; un voto che, se effettuato negli Stati membri UE, avrebbe lo stesso esito; anzi, il Sì sarebbe ancora più massiccio. Ed è questo che ha fatto scattare i campanelli d’allarme a Bruxelles e le conseguenti reazioni isteriche. Tranquilli, cari eurofalliti: la Svizzera esiste da molto prima della (dis)unione europea ed esisterà ancora quando l’UE sarà giustamente esplosa (non manca molto).
Da parte nostra, non possiamo che ringraziare Mario Borghezio per il suo bel gesto, che gli fa onore. Ci fa, inoltre, molto piacere che numerosi cittadini svizzeri gli abbiano espresso il proprio apprezzamento, come scrive lo stesso eurodeputato, che ha diramato la seguente presa di posizione:
«Mentre l’occhiuto potere di Eurolandia mi ha prontamente tolto il diritto di parola e di voto per tutto il giorno, da ieri sul mio telefonino e alla mia mail piovono a centinaia, in francese, tedesco, italiano e in inglese, messaggi di pieno sostegno da parte di cittadini svizzeri per aver esposto il ‘drapeau’ della Confederazione Elvetica davanti al Commissario-inquisitore antisvizzero.
Peraltro, anche tutti i mass media della nostra amata vicina di casa svizzera sono con me, cioè con noi!
Gli Svizzeri, affezionati come sono alle loro secolari istituzioni di vera democrazia, basata sul referendum, sono non solo i nostri veri amici, ma un esempio di civiltà democratica. Da oggi, nel mio ufficio di Strasburgo terrò sempre, accanto a quella padana, la bellissima bandiera crociata (e templare) della Svizzera!».
Ma i Consiglieri federali…
A far rabbia e tristezza, invece, è la consapevolezza che, mentre un europarlamentare italiano (padano) dimostra il proprio sostegno al popolo svizzero sventolando la nostra bandiera, i 7 di Berna mai si sognerebbero di fare la stessa cosa.
Mai e poi mai un Didier Burkhalter – quello che nell’allocuzione di capodanno farneticava “dobbiamo aprirci all’Unione europea”, la quale nelle ultime tre settimane ha ben dimostrato quanto avrebbe meritato un’apertura che per fortuna non c’è stata – una ministra del 5% o uno Schneider “Jersey” Ammann avrebbe sventolato con orgoglio una bandiera rossocrociata: loro della bandiera si vergognano, ed ancora di più del voto popolare. Sconfortante.
Lorenzo Quadri