«Salve mi chiamo XY sono un ragazzo di 26 anni attualmente disoccupato e pronto a trasferirmi nella regione Ticino (sic) in Svizzera. (…) Se troverò un posto che mi darà la possibilità di guadagnare almeno 2500 Fr posso trasferirmi in Svizzera, in caso contrario dovrei risiedere nella fascia di confine italiana e fare il frontaliere, nell’impossibilità di affrontare i costi della vita in Svizzera. Spero mi aiuterete, a presto».

Questa comunicazione email (il nome del mittente è stato omesso a tutela della sua privacy) corredata da  cv, come si immaginerà giunge da un indirizzo italiano. E’  approdata in redazione per il tramite di una delle numerose agenzie che promuovono i cittadini della vicina Penisola in cerca di un’occupazione in Ticino. Come queste agenzie scelgano i destinatari cui mandare i profili da loro gestiti non è chiaro, ma questo è un altro discorso.

Fatto sta che aziende ticinesi piccole e grandi e piccole si vedono subissate da richieste analoghe. Il datore di lavoro “socialmente responsabile” farà ampio uso dell’opzione cestino. Altri no. Non bisogna pensare che i frontalieri vengano solo dalla fascia di confine. A queste si aggiungono altre persone che vengono da più lontano, ma che vi si trasferiscono per poi staccare un permesso G.

Le pretese salariali degli aspiranti “neo-frontalieri” sono, come abbiamo visto, modeste. E’ evidente che il giovane disoccupato italiano in questione è pronto ad accettare retribuzioni anche ben inferiori ai 2500 Fr. Quindi, come volevasi dimostrare, i lavori a tempo pieno pagati 1800 Fr al mese sono una scandalosa realtà regalataci dalla devastante libera circolazione delle persone; altro che invenzione della Lega populista e razzista!

Altrettanto evidente è che oltreconfine, e non necessariamente vicino al confine ma in tutta la Penisola, ci sono frotte di persone, giovani e meno giovani, nella stessa situazione del 26enne, e disposte a lavorare in Svizzera alle medesime condizioni.

Tramite la formula del finto apprendistato, dello stage permanente, e via elencando (alla creatività non c’è limite) molti di questi  candidati verranno senza dubbio collocati, alla faccia dei lavoratori  ticinesi che rimarranno  a piedi. I segnali negativi si moltiplicano. Nei giorni scorsi si è saputo dell’esplosione del numero di apprendisti frontalieri maggiorenni presenti alla SPAI (interrogazione della gran consigliera verde Michela Delcò Petralli). Chi assume questi apprendisti maggiorenni frontalieri (probabilmente già formati)? L’apprendistato è una copertura? Dove si vuole andare a parare?

Urgono contingenti
E’ chiaro che, senza un contingentamento dei permessi G, da questa situazione non si esce. Nei giorni scorsi, anche il presidente del P$ ha tirato fuori la Xerox lanciando una proposta fotocopiata dalla Lega. Ma tu guarda questi kompagni: prima organizzano manifestazioni fascisteggianti contro la Lega e contro il Mattino; poi, però, ne scopiazzano il programma.

Infatti il presidente P$ Saverio Lurati se ne è uscito dicendosi favorevole ai contingenti per i padroncini.

Ma come, i contingenti non erano roba da razzisti populisti xenofobi? Da notare che i kompagni si guardano bene dal parlare di contingenti anche per i frontalieri, malgrado l’invasione in corso non sia meno preoccupante di quella dei padroncini. Come mai? La risposta non è difficile da trovare. I sindacati di $inistra stanno in piedi con le quote dei frontalieri. Più frontalieri uguale più iscritti uguale più incassi. Mica vorrete che i kompagni seghino il ramo su cui sono seduti, e questo per tutelare i lavoratori ticinesi che magari votano Lega…
Lorenzo Quadri