Finti asilanti

Germania furiosa, ma ovviamente le conseguenze le sconteremo anche noi. Intanto dalle cife dell’alto commissariato ONU risulta che la Svizzera è il sesto paese al mondo in cui vengono depositate più domande d’asilo

Quando il Mattino puntava il dito contro la gestione italiana improntata allo scarica barile delle ondate dei finti rifugiati africani erano tutte invenzioni della Lega populista e razzista. Nel frattempo è però successo che la vicina Penisola ha dichiarato la fine dell’emergenza umanitaria nel Nordafrica e, di conseguenza, ha chiuso i centri d’accoglienza. Gli ospiti dei centri sono dunque stati sfrattati. Non a mani vuote, però, bensì con una “buonuscita” di 500 euro. E, soprattutto, con l’indicazione di recarsi in un altro paese dell’area Schengen.
Questa iniziativa italiana ha mandato su tutte le furie il ministro degli interni bavarese. Il “casus belli” è scoppiato dopo che un certo numero di finti rifugiati in arrivo dall’Italia è stato fermato ai confini con l’Austria in possesso del documento incriminato, che autorizza il titolare a muoversi liberamente nell’area Schengen. C’è però un piccolo particolare, ossia che nell’area Schengen, per volontà del Consiglio federale e dei partiti $torici – solo la Lega e l’Udc si sono opposte – ci siamo anche noi. Oltretutto confiniamo pure con l’Italia.
Poco ma sicuro quindi che con il consueto sistema dello scarica barile i nostri vicini a sud provocheranno un massiccio aumento della pressione ai nostri confini da parte di asilanti che tentano di entrare, attirati dalle prestazioni elvetiche. Altrettanto sicuro è che la conseguenza di questa pressione aumentata sarà una proporzionale aumento degli arrivi in quel di Chiasso, con tutto quel che ne deriva. Sia in termini di costi che in termini di ricadute negative sulla popolazione (violenze, furti, rapine, atti vandalici, spaccio, eccetera).
Del resto l’Italia non è nuova a questo genere di strategie dello scarica barile sui vicini. Nelle prime fasi della primavera araba, (ben presto degenerata in inverno dell’integralismo islamico), la Francia aveva addirittura chiuso le frontiere con il Belpaese. A dimostrazione poi di quanto questi sedicenti asilanti, tutti giovani uomini, fossero degli onesti perseguitati politici, il fatto che costoro sulla Riviera ligure abbiano pensato bene di sfondare le porte di alcune abitazioni di vacanza per poi usare queste case come luoghi di bivacco, riducendole in condizioni penose.
E’ altresì noto che la vicina Penisola, quando si tratta di riprendersi gli asilanti che la Svizzera, nell’applicazione degli accordi di Schengen, le restituisce, fa il possibile per ostacolare l’operazione servendosi dei consueti ostacoli burocratici ormai ben noti: sportelli chiusi, responsabili latitanti, nessuno che conosce le procedure, e così via.
Certo che spalancare le frontiere tramite gli accordi di Schengen, illudendosi che i nostri vicini a sud non ne avrebbero approfittato, è stato proprio un colpo da maestro. Non è certo un caso se già ora la Svizzera è sommersa dalle richieste d’asilo. E a dirlo non è la Lega populista e razzista, bensì l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Dalle cifre ufficiali fornite da quest’ultimo emerge infatti che la Svizzera è al sesto posto – a livello mondiale! – fra i paesi presso i quali vengono depositate delle domande d’asilo.
La Svizzera (25’900, +33% rispetto al 2011) si piazza dietro agli USA (83’400, +9%), seguiti da Germania (64’500, +41%), Francia (54’900, +5%), Svezia (43’900, +48%) e Gran Bretagna (27’400, +6%) nel registrare maggior numero del numero di domande nel 2012.
Non ci vuole molta fantasia ad immaginare che, dopo la decisione dell’Italia di chiudere i centri d’accoglienza, tali stratosferiche cifre siano destinate ad aumentare ulteriormente. Soprattutto, come detto, in regime di frontiere spalancate dagli accordi di Schengen. Ma già, anche queste erano tutte invenzioni della Lega populista e razzista…