Ma che strano.  A parte Lega ed Udc, in Consiglio nazionale tutti sono d’accordo di continuare a versare i contributi di coesione agli eurofalliti. Loro ci trattano da Stato-Canaglia e noi continuiamo a pagare miliardi. Geniale, come tattica.

La mozione per il blocco del versamento dei contributi di coesione era stata  presentata da chi scrive nel marzo 2014 a seguito delle vergognose rappresaglie UE contro il voto del 9 febbraio.

A noi pare di un’evidenza solare: non si può accettare che dei funzionarietti europei non eletti da nessuno ricattino un paese sovrano, quale è la Svizzera, a seguito di un voto popolare.

Mozione superata?

Dopo oltre un anno, forse peccando di ottimismo, ci si sarebbe potuti attendere che la mozione per il blocco dei contributi fosse superata dagli eventi. Ovvero, ci si sarebbe anche potuti aspettare che in un simile lasso di tempo le punte di diamante (?) della diplomazia elvetica sarebbero riuscite ad inculcare nelle pur dure cervici europee che  non siamo una colonia di Bruxelles. Ma le cose sono andate diversamente. Prevedibile: quando a trattare  i contingenti per i frontalieri c’è  uno come l’Yves Rossier, autore del bon mot “immigrazione uguale ricchezza”, che non ha mancato, dopo il 9 febbraio, di denigrare i contingenti per i frontalieri che è strapagato per  portare a casa, dimostrando oltretutto “crassa ignoranza” della situazione ticinese, non bisogna nemmeno sorprendersi troppo se siamo ancora ai piedi della scala. A maggior ragione se il ministro degli Esteri è quel PLR che nella sua allocuzione di capodanno raccontava che “Dobbiamo aprirci all’UE”.

Ricadute… dove?

I contributi di coesione sono stati decisi nel 2007 e 2009 ed ammontano a 1.3 miliardi di Fr. Solo la Polonia si è portata a casa 500 milioni di franchetti degli svizzerotti: cifre del genere si sono finora visti solo nei risarcimenti di guerra.

Questi contributi sarebbero, secondo il Consiglio federale, nell’interesse della Svizzera (ma come suona politikamente korretto). Peccato che queste presunte ricadute positive rimangano nel campo delle pie illusioni. Sicuramente gli spropositati “pizzi” non sono serviti a contenere l’immigrazione dai paesi beneficiari, visto che il Consiglio federale ha dovuto introdurre la clausola di salvaguardia.

Linea dura

Per quanto vecchia di oltre un anno, la mozione per il blocco del versamento dei contributi di coesione è ancora attuale. Specie dopo che gli eurobalivi, e pure una delegazione del parlamento europeo, hanno adottato la cosiddetta linea dura nei confronti della Svizzera (che pagüüüüraaaa!) con il blocco delle trattative. A dire il vero con la linea dura ci avevano già provato dopo la votazione “contro l’immigrazione di massa”, con l’esclusione della Svizzera dagli inutili programmi Erasmus che – così strillavano i nemici del 9 febbraio – avrebbero svuotato le università ed i politecnici. Invece, è notizia degli scorsi giorni, il “maledetto voto” non ha avuto alcuna incidenza sull’affluenza di studenti negli atenei svizzeri. Ma guarda un po’!

Margine di manovra

E’ chiaro: tra il 2007 e oggi la maggioranza dei contributi è già stata versata.  Sussiste tuttavia un margine di manovra di qualche centinaio di milioni. E’ doveroso sfruttarlo. Replica del Consiglio federale: toccati dal blocco sarebbero i singoli stati membri e non l’Unione. O Burkhaltèèèr, ma ci sei o ci fai? Certo che sarebbero toccati i singoli stati membri, ma appunto: ci penserebbero poi loro a far ragionare i rispettivi rappresentanti a Bruxelles.

Per quale motivo, infatti, la ministra del 5% lo scorso anno si sarebbe scomodata per impedire il blocco dei ristorni dei frontalieri per – disse lei – non pregiudicare l’esito della trattative con la vicina ed ex amica Penisola? Anche lì i ristorni sarebbero mancati ai comuni italiani della fascia di confine, mica allo stato centrale…

Affidabili o fessi?

Da manuale, poi, l’argomento principe addotto dal PLR Burkhaltèèèr in aula a favore del versamento di contributi miliardari a chi ci ripaga con minacce, attacchi, pressioni e ritorsioni: bloccare i pagamenti “nuocerebbe alla Svizzera, poiché ne danneggerebbe la reputazione di affidabilità”. E’ il colmo! Peccato che pagarli accresca invece la reputazione di fessacchiotti da prendere allegramente a pesci in faccia: tanto non reagiscono. Adesso è certificato: gli eurofalliti possono continuare indisturbati con le loro angherie, grazie alla classe politica più debole della storia non devono temere nessuna misura di ritorsione. La Svizzera non ne adotta perché deve (?)  “dimostrarsi affidabile”. Un inno all’autolesionismo!

Il blocco dei contributi di coesione ci avrebbe resi uno Stato canaglia? Continuare a versarli ci rende uno Stato coniglio. Per la serie: chi s’accontenta, gode…

Lorenzo Quadri