Ma come, i sedicenti rifugiati – ai quali, secondo i buonisti politikamente korretti, dovremmo spalancare le porte – non erano tutti brava gente?

 Nei giorni scorsi ha tenuto banco nella cronaca transfrontaliera l’omicidio di Albino (provincia di Bergamo). Un marocchino di 25 anni e la sua giovane amante 16enne (incinta) sono accusati di aver ucciso con 24 coltellate la moglie 19enne di lui,  una cittadina italiana di origine marocchina, leggermente disabile.

Interessante notare come la 16enne in carcere con l’accusa di correità in omicidio è stata inizialmente descritta come “ticinese”, ma guarda un po’… Poi è emersa la verità. Altro che ticinese, si tratta di una kosovara naturalizzata, che da tempo risiedeva in Italia.

Ma anche il marocchino aveva dei legami con il Ticino, come ha scoperto il portale Il giornale del Ticino.  Amine El Gazzali, questo il suo nome, era entrato clandestinamente nel nostro Cantone, era stato piazzato al centro di registrazione asilanti di Chiasso, aveva chiesto asilo (senza naturalmente averne alcun diritto) ed è poi stato allontanato dalla Svizzera. Questo, scrive il portale, prima del 10 aprile dello scorso anno.

Tornare in Svizzera

Non ci vuole molta fantasia per immaginare che l’uomo intendesse approfittare della nazionalità della nuova fidanzata, da cui attende un figlio – anche questo frutto di calcolo? – per tornare in Ticino. Perché gli svizzerotti “danno soldi e casa”. Serviva, ovviamente, un matrimonio di convenienza. Ma per questo bisognava sciogliere il precedente matrimonio, anch’esso di convenienza. Ma da quella parte è arrivato il njet. Con l’epilogo noto.

“Accogliere il 10% dei clandestini”

E di brava gente, tutta di specchiata onestà, gli spalancatori di frontiere vorrebbero mettercene in casa sempre di più. Vedi le scellerate dichiarazioni del $indakato UNIA – quello che, con i soldi degli affiliati, ha finanziato la campagna contro il 9 febbraio perché è cosa buona, giusta e “sociale” che i ticinesi vengano sostituiti da frontalieri – secondo cui la Svizzera dovrebbe accogliere almeno il 10% dei clandestini in arrivo dal Mediterraneo.

Ohibò: il nostro mercato del lavoro va a ramengo a seguito della devastante libera circolazione delle persone, ma UNIA si preoccupa di far arrivare sempre più finti rifugiati. Sparando, oltretutto, percentuali che non stanno né in cielo né in terra. La Svizzera è già il paese che accoglie più asilanti in assoluto. La Svizzera ha 8 milioni di abitanti, l’UE ne ha 500 milioni. Però il nostro paese dovrebbe accogliere il 10% dei clandestini del Mediterraneo.

Da notare che per i kompagni di UNIA, che sono poi quelli che comandano in casa del P$$, chi ha risparmi non dichiarati è uno spregevole delinquente, l’amnistia fiscale è un regalo ai ladri. Però quando si tratta di far rispettare le leggi sull’immigrazione, ed in particolare quelle che pongono qualche limite all’invasione, ecco che la musica cambia radicalmente. Chi viola quelle leggi non è uno spregevole delinquente. Al contrario: viene incoraggiato e santificato. Non c’è limite all’ipocrisia dei moralisti a senso unico: per loro anche il rispetto della legalità è a senso unico.

Miliziani dell’ Isis

Va da sé che tra i clandestini che la $inistra vorrebbe accogliere a tutto spiano ci sono “fior” di miliziani dell’Isis. Del resto tra l’Isis e chi gestisce i barconi ci sono stretti rapporti. A dirlo sono le autorità politiche locali, mica il Mattino della domenica. A proposito, cosa ne pensano i kompagni fautori delle frontiere spalancate e del multikulti, quelli che starnazzano contro il divieto di burqa votato dai ticinesi, del recente sondaggio realizzato da Al Jazeera da cui emerge che l’81% degli arabi sostiene l’Isis?  Ma come, gli estremisti islamici non erano una sparuta ed isolata minoranza? Invece non sono né pochi né isolati. La storiella dei “pochi e isolati” se l’è inventata l’Occidente per auto-rassicurarsi. Per auto-rassicurarsi e, va da sé, per denigrare i razzisti, fascisti ed islamofobi che mettono in guardia dal buonismo ottuso. Al proposito vale la pena citare il giornalista italiano Angelo Panebianco che su Sette scrive: “faremmo bene ad occuparci del mondo islamico che c’è, anziché di quello inventato da noi”. Parole sante.

Lorenzo Quadri