Perché i vicini a sud non vengono sanzionati tramite blocco dei ristorni?

 

Niente di nuovo sotto il sole! Anche quest’anno, con desolante puntualità,  la Goletta dei laghi di Legambiente ha certificato l’inquinamento del Ceresio  nella parte italiana. Il motivo è noto: a Porto Ceresio il riale Bolletta scarica la cacca nel lago a causa del depuratore sottodimensionato. Lo scempio prosegue e sappiamo che nella migliore delle ipotesi andrà avanti fino al 2020. Peccato che oltreconfine avevano promesso di mettere a posto le cose già entro la stagione estiva 2015. Ma del resto gli unici a prendere sul serio gli impegni dei vicini a sud sono gli intrepidi negoziatori bernesi che vanno a Roma a parlare in inglese e si fanno prendere sistematicamente per i fondelli. La vicenda del trenino Lugano-Malpensa dovrebbe aprire gli occhi; ma evidentemente ancora non basta.

Avanti ancora per molto

Sappiamo che di recente la Regione Lombardia ha promesso i finanziamenti per sistemare la puzzolente faccenda. I lavori dovrebbero iniziare nel 2019 e finire nel 2020. Due anni per due km di fognature: già un bel record negativo. Ed in più sappiamo che le tempistiche della realizzazione di opere infrastrutturali nel Belpaese sono ancora meno attendibili degli oroscopi. C’è dunque il vago sospetto che l’inquinamento del Ceresio con cacca lombarda andrà avanti ancora per molto tempo. Ci sarà sempre una qualche scusa creativa con cui giustificare inadempienze e menare per il naso gli svizzerotti. Contrattempi amministrativi, problemi politici, difficoltà tecniche: tutto fa brodo. E’ davvero inaudito come, dopo essersi scottati un numero stellare di volte, al di qua del confine ancora si prendano per buone le promesse italiche.

Al di qua del confine e soprattutto al di là del Gottardo. Ad inizio 2016 – quindi svariati mesi dopo il termine entro il quale i vicini a sud avevano promesso di rimediare all’inquinamento fecale del Ceresio – il Consiglio federale, prendendo posizione su un atto parlamentare sull’argomento, così si esprimeva: “Il tema (del depuratore) è oggetto di discussioni e continuerà ad esserlo fino a quando non sarà risolto”. O la Peppa! Sicuramente una simile “muscolosa” presa di posizione avrà provocato oltreconfine allarmanti movimenti intestinali, col risultato di aggravare ulteriormente il problema fognario.

Opere infrastrutturali

Pare di ricordare che i ristorni dei frontalieri vengano versati con l’obiettivo, concordato tra le parti, di finanziare opere infrastrutturali di interesse comune.  Ma tali opere non vengono eseguite. E questo non da un anno o da due. Da lustri. Però il triciclo PLR-PPD-P$ in Consiglio di Stato continua a versare i ristorni. In occasione di uno di questi versamenti, il governo cantonale si era pure prodotto in una logorroica auto giustificazione in cui, in svariate pagine, spiegava perché, malgrado ci fossero tutti i motivi per bloccare i ristorni dei frontalieri, il malloppone veniva versato lo stesso.

Penalizzati solo gli svizzeri?

Nei giorni scorsi abbiamo appreso  l’ennesima “lieta novella” (si fa per dire) sul fronte ambientale: poiché nel 2016 in Svizzera non sono stati raggiunti gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 (grazie ai TIR UE in traffico parassitario e alle decine di migliaia di automobili dei frontalieri?) col primo gennaio 2018 inquilini e proprietari di casetta si smazzeranno un ulteriore rincaro di 3 centesimi al litro della tassa sull’olio combustibile.

Domanda da un milione: come mai i cittadini svizzerotti vengono penalizzati nel borsello per il mancato raggiungimento di obiettivi in campo di tutela dell’ambiente mentre i vicini a sud, che continuano a scaricare cacca nel Ceresio, non vengono penalizzati finanziariamente tramite blocco dei ristorni per i danni ecologici fatti?

Lorenzo Quadri