Elezioni cantonali, la mitomania non ha più freni. Tutti vogliono una cadrega

916: questo il numero, stratosferico, dei candidati al parlatoio cantonale per le elezioni del 2 aprile prossimo. La cifra esplode di quadriennio in quadriennio. La prima causa è la nefasta iper-mediatizzazione che impera in questo Cantone. Essa infatti alimenta e titilla la mitomania di signori nessuno che altrove mai apparirebbero sui media. Costoro, vedendo il proprio nome pubblicato – o addirittura comparendo in TV – s’immaginano di essere dei VIP (ossignùr). Così l’ego si gonfia come una mongolfiera.

Premessa per l’inquietante moltiplicazione dei candidati è quella dei partitini. Ormai anche il Gigi di Viganello si alza la mattina e fonda un partito – purtroppo non per burla, ma con ambizioni reali – e riesce a racimolare 90 candidati. La situazione ricorda l’aneddoto (narrato nelle “Lettere persiane” di Montesquieu) del Re Sole che, pur avendo le casse vuote, armava eserciti facendo leva sulla vanità dei sudditi: gli bastava promettere titoli nobiliari.

Il legislativo cantonale, sempre più ridotto ad un parlatoio, conta come il due di briscola. I deputati con una qualche influenza non sono più di dieci. Gli altri sono lì per ripiena. E spesso e volentieri votano cose di cui non capiscono un tubo, facendo danni.

Che un simile organo susciti gli appetiti cadregari di mille persone dimostra che in questa “Repubblica dell’iperbole” si è davvero perso il patàn.

Due misure diventano dunque necessarie:

  • Introdurre una quota di sbarramento in Gran Consiglio. Così si evita che partitini dalle percentuali irrisorie vi accedano con politicanti megalomani, i quali poi tengono in scacco tutto il Legislativo per mettersi in mostra (Mp$ docet).
  • Ridurre il numero dei parlamentari.

Prima o poi qualcuno lancerà un’iniziativa popolare…

Lorenzo Quadri