Nuova boiata di $inistra: più docenti cantonali in Gran Consiglio
Certo che questa ci mancava! Adesso i kompagni del MpSpretendono di far entrare in Gran Consiglio anche i docenti cantonali con un grado d’impiego superiore al 50% (già è uno scandalo che possano venire eletti quelli che lavorano ad una percentuale inferiore).
Scusate ma ci scappa da ridere. Questi docenti sono dei dipendenti del Cantone, che nel parlatoio deciderebbero su questioni che li toccano direttamente, anche nel borsello. Il conflitto d’interessi è plateale. E’ chiaro che tale iniziativa mira solo a dare ulteriorePOTERE alla casta degli statali. Nella $inistra, e specie in quella che si definisce “antagonista” (ossignùr) come è appunto il caso degli sfascisti bellinzonesi del MpS, uno dei passatempi preferiti è quello di sciacquarsi la bocca con i conflitti di interesse; ma solo con quelli degli altri, magari neppure esistenti. Sui propri invece… citus mutus!
I kompagni la remenano sui lobbysti in politica, ma i primi ad incadregarne nei legislativi sono proprio loro. Ad esempio: cosa ci fanno i funzionari della VPOD, sindacato degli statali, nel parlamento cantonale ed in quello federale? Semplice: abusano della carica politica per promuovere gli interessi del $indakatoloro datore di “lavoro”; mica quelli degli elettori. Però, essendo costoro di $inistra, va tutto bene, e la stampa di regime tace omertosa.
Capiamo che ormai l’unico bacino elettorale rimasto ai kompagnidi ogni gradazione di ro$$o siano i funzionari pubblici ed i docenti. Ma tentare infiltrare i secondi – chiaro preludio all’ingresso anche dei primi – nel parlatoio cantonale è il colmo. La politichetta ticinese è già messa abbastanza male così, senza bisogno di un ulteriore inciucio.
La proposta di rendere eleggibili i docenti cantonali con un grado d’impiego superiore al 50% dimostra inoltre che i kompagni MpSse ne impipano della qualità dell’insegnamento. A loro sta bene che i docenti piantino classi e lezioni in mano a supplenti per andare a gonfiarsi l’ego in parlatoio.
E chi pagherebbe le supplenze dei docenti-politicanti? Forse il solito sfigato contribuente?
Lorenzo Quadri