Mettetevi il cuore in pace: di legami istituzionali con l’UE non se ne parla proprio!
E ti pareva! La cricca euroturbo non accetta la rottamazione dello sconcio accordo quadro istituzionale (quello che ci avrebbe imposto la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE, i giudici stranieri, la direttiva europea sulla cittadinanza, eccetera eccetera) e pertanto si agita come sui carboni ardenti per far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta.
Aspettiamo al varco
Fatto sta che, dopo gli isterismi del P$ che pretenderebbe addirittura l’adesione all’UE (ricordarsene alle prossime elezioni!) adesso anche la casta dei professorini universitari di diritto si sente in dovere di fare il proprio verso. E sentenzia che il parlamenticchio federale potrebbe (dovrebbe?) annullare la decisione del CF di chiudere le trattative con la fallita UE.
Qui qualcuno è fuori come una grondaia!
Avanti, aspettiamo al varco i soldatini della partitocrazia! Vogliamo proprio vederli, lor$ignori, mentre annullano l’unica decisione sensata del governicchio federale (presa, è ovvio, per forza maggiore; non certo per convinzione) e decretano che bisogna firmare lo sconcio accordo quadro che comporterebbe la trasformazione della Svizzera in una colonia di Bruxelles! Si accomodino; poi si vedranno cosa accadrà alle prossime elezioni federali, che non sono poi così lontane!
Liblab in agitazione
E’ chiaro che i professorini euroturbo non andranno lontani con le loro alzate d’ingegno. Intanto però in casa dell’ex partitone – quello che definì l’osceno trattato coloniale “l’accordo della ragione, da firmare subito” – qualcosa si muove. Intervistato dalla stampa d’Oltralpe, l’ex consigliere federale Pascal Couchepin, campione planetario di spocchia, ha dichiarato che “entrambi i Consiglieri federali PLR sull’accordo quadro non hanno seguito la linea del partito”. Ringraziamo dunque Couchepin per averci ricordato che il PLR vuole a tutti i costi trasformare la Svizzera in una colonia di Bruxelles: perché questo è il programma liblab.
La nuova boiata
Quanto al ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis: era chiaro che non avrebbe resistito a lungo senza uscirsene con una qualche boiata. Ed infatti nei giorni scorsi ha profferito la seguente “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi): “Non è escluso che Berna e Bruxelles decidano in futuro di tornare a discutere di questioni istituzionali”.
Oh Cassis, ma ci sei o ci fai? Certo che è escluso! Legarsi istituzionalmente alla fallita UE significa permettere agli eurobalivi di comandare in casa nostra. Ed è esattamente questo che il popolo svizzero non vuole!
Sia poi chiara anche un’altra cosa: di sbloccare il versamento del pizzo da 1.3 miliardi all’UE non se ne parla proprio.
I soldi pubblici ci servono in Svizzera!
Diversificare
Intanto, ma guarda un po’, i funzionarietti UE hanno già cominciato ad esercitare pressioni dicendo che la Svizzera “non può solo dire di no” all’accordo quadro. Questi, è chiaro, vogliono ad ogni costo comandare in casa nostra!
Di conseguenza, invece di raccontare fetecchiate, il ministro degli Esteri farà bene a chiarire a Bruxelles che di concludere trattati istituzionali non se ne parla proprio. In considerazione entrano solo accordi commerciali che non intaccano la nostra sovranità. E nel frattempo, è urgente che la Svizzera riduca la propria dipendenza dall’UE, dato che questa si traduce in ricattabilità. Come? Diversificando i partner. La Gran Bretagna, ad esempio, ha già chiesto di aderire all’accordo di libero scambio transpacifico (CPTPP), che rappresenta il 13.4% del PIL mondiale nonché la terza principale area di libero scambio. Perché la Svizzera non fa la stessa cosa?
Per restare sempre dalle parti del Regno Unito: un paio di settimane fa la Norvegia ha annunciato di aver concluso un trattato “storico” con la Gran Bretagna. E noi?
L’accordo quadro istituzionale è morto e sepolto. E lo stesso discorso vale per tutti gli accordi istituzionali. Altro che rievocarli! La nostra sovranità non è negoziabile. Questo all’UE deve essere chiarito in modo inequivocabile. E alla storiella che Bruxelles potrebbe “per ripicca” disdire i bilaterali non ci crede nessuno: sono accordi dai quali ha solo da guadagnarci.
Quindi: patti chiari, amicizia lunga. E’ nell’interesse di tutti.
Lorenzo Quadri