Commissione del Consiglio nazionale: partitocrazia ancora schierata contro i consumatori

La partitocrazia tassaiola, ed in particolare il sedicente “centro” ormai completamente franato a $inistra, continua a prendere a pesci in faccia i cittadini.

Lunedì 27 e martedì 28 giugno la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N) ha discusso un’iniziativa parlamentare che postulava quanto segue: “Le attuali disposizioni (art. 12 segg. e all. 1) della legge federale sull’imposizione degli oli minerali (LIOm) devono essere modificate affinché il Consiglio federale possa decidere di sgravi fiscali e della loro entità in caso di circostanze straordinarie, di forza maggiore, quali epidemie, guerre eccetera”.

Il tema sono quindi gli sconti fiscali sulla benzina, che la Lega ha fortemente sostenuto. Il Movimento Giovani Leghisti ha anche lanciato una petizione in loro favore, che in pochi giorni ha raccolto oltre 3500 firme.

Nella sessione estiva delle Camere federali, conclusasi a metà giugno, la partitocrazia ha tuttavia detto njet agli sconti sulla benzina. Si segnala in particolare il rifiuto compatto da parte del PLR, con entrambi i deputati ticinesi a Berna che hanno respinto la proposta.

Il pretesto

Uno degli argomenti evocati dai sostenitori del No è il pretesto che viene sempre sfoderato quando non si vuole fare qualcosa: per rinunciare a parte delle entrate derivanti dalle accise sui carburanti “mancherebbe la base legale”. Scusate ma ci scappa da ridere. La neutralità è stata rottamata senza base legale. Le sanzioni contro i cosiddetti oligarchi russi sono pure state prese senza base legale (ed infatti la Confederella si espone a richieste di risarcimento stellari, che verrebbero pagate con i soldi del contribuente). Per non parlare delle misure liberticide imposte ai cittadini a seguito della pandemia di stramaledetto virus cinese.

Però quando si tratta di aiutare il ceto medio e basso, messo nella palta dalle conseguenze della guerra Ucraina, ecco che i soldatini della casta vanno a cavillare sulle basi legali.

Bene: l’iniziativa parlamentare in questione, se approvata, avrebbe creato una base legaleinoppugnabile agli sgravi fiscali sul carburante. Invece cosa è successo? La partitocrazia ha votato contro!

Inaudito: il prezzo della benzina potrebbe raggiungere i 4 franchi al litro; le conseguenze deleterie per chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare sono facili da immaginare. Analogamente, anche il costo dell’olio combustibile esplode. Ma in Svizzera, al contrario di quanto accade in tutti i paesi a noi confinanti, la casta non ne vuole sapere di far scendere il prezzo del carburante. Sicché continua ad accampare scuse nel vano tentativo di giustificare il proprio immobilismo.

Tesi farlocche

Nella CTT-N una kompagna, a dimostrazione della propria ignoranza, ha addirittura dichiarato che gli sgravi sul carburante priverebbero la Confederazione delle risorse necessarie alla gestione delle strade nazionali. Balle di fra’ Luca. La metà del gettito dell’imposta sugli oli minerali non è a destinazione vincolata. Ciò significa che confluisce nelle casse generali della Confederella. Di conseguenza, tanto per fare un esempio, potrebbero semmai scarseggiare i soldi per mantenere i finti rifugiati; ed è questo che preoccupa gli immigrazionisti ro$$i! Altro che le infrastrutture stradali!

Il governicchio federale, solo nell’anno di disgrazia 2022, prevede di spendere 2 miliardi di franchi per i profughi ucraini, ai quali vanno aggiunti i fondi necessari a foraggiare i troppi migranti economici presenti in Svizzera (che andrebbero rimpatriati, a maggior ragione ora). Però i soldi per gli sgravi sulla benzina non ci sono!

Eppure questi sgravi li fanno altri Paesi le cui finanze pubbliche sono messe assai peggio di quelle elvetiche; a partire dalla vicina Penisola!

Toccati tutti i prodotti

Senza vergogna, la partitocrazia finge di non rendersi conto che la benzina alle stelle non è un problema solo dei vituperati automobilisti, bensì di tutti i consumatori. Infatti l’impennata dei costi di trasporto fa aumentare i prezzi di tutti i prodotti.

E cos’ha da dire il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR al proposito? Sulla stampa d’Oltralpe, il KrankenCassis si è prodotto nella seguente perla di saggezza: “L’aumento dei prezzi della benzina e dell’energia è una conseguenza della guerra. Forse dovremmo accettare uno stile di vita più modesto e abituarci a risparmiare sul riscaldamento, sulla mobilità e sui generi alimentari”.

Eh già: da chi ha trasformato il jet del governicchio federale in un taxi per farsi portare in Ticino ogni fine settimana ci tocca sentire che dobbiamo risparmiare sulla mobilità, ed addirittura sui generi alimentari. Da chi, per reggere la coda ai balivi di Bruxelles e di Washington, invece di contribuire alla fine al conflitto armato in Ucraina continua a gettare benzina sul fuoco, dobbiamo apprendere l’ovvietà che l’esplosione dei prezzi è “colpa della guerra”!

Ricordarsene alle elezioni

Osiamo sperare che gli elettori se ne ricorderanno: il PLR è il partito che, a manina con i ro$$overdi e la grande maggioranza degli uregiatti, affossa gli sgravi sulla benzina. E che in Gran Consiglio ha pure tentato di sabotare la votazione popolare sugli sconti sulle imposte di circolazione.

Però i politicanti dell’ex partitone, come se niente fudesse, si infiltrano nei comitati centrali delle associazioni che dovrebbero difendere gli automobilisti, leggi ACS e TCS! In casa liblab, la brama di cadreghe non conosce davvero remore!

Lorenzo Quadri