I magistrati della gauche-caviar contro l’iniziativa per l’autodeterminazione

In prima linea nel comitato contro l’iniziativa figura il magistrato dei minorenni Reto Medici (PS). E’ normale che un giudice in carica faccia campagne politiche? Separazione dei poteri? Cosa ne pensa il (dormiente) consiglio della Magistratura?

Sull’iniziativa “per l’autodeterminazione” (detta anche “contro i giudici stranieri”) si voterà solo il prossimo 25 novembre. Ma la casta eurolecchina e spalancatrice di frontiere, conscia dell’importanza della posta in gioco, sta già scaldando i motori. Sicché ha cominciato col mandare avanti a mettere fuori la faccia i magistrati gauche-caviar dell’ associazione “Uniti dal diritto” (e questi da dove spuntano?).

In prima fila di tanto comitato, assieme all’ex presidenta del Consiglio nazionale Chiara Simoneschi Cortesi (PPD), troviamo infatti gli ex PP Bruno Balestra e John Noseda, nonché il magistrato dei minorenni Reto Medici.

Prima le nostre leggi

Cosa vuole l’iniziativa “per l’autodeterminazione”  che l’establishment combatte con accanimento? Vuole che la Costituzione svizzera – e quindi anche gli articoli della medesima che sono frutto di votazioni popolari, vedi il famoso 121 a, quello del 9 febbraio – abbiano la precedenza su trattati internazionali del piffero. I quali, se entrano in urto con la Costituzione, vanno adattati o, qualora ciò non fosse possibile, disdetti. Più chiaro di così. Del resto,  tutti i paesi del mondo danno alla propria Costituzione nazionale la priorità sui trattati internazionali. In Germania il principio è stato ribadito ancora di recente. “Prima la nostra Costituzione”. Sono solo gli svizzerotti fessi che…

La storiella della CEDU

La gauche-caviar racconta che l’iniziativa per l’autodeterminazione metterebbe in pericolo i diritti fondamentali dei cittadini e si sciacqua la bocca con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Che  – a suo dire! – sarebbe in pericolo in caso di accettazione dell’iniziativa contro i giudici stranieri. A parte che la Svizzera non ha lezioni da prendere in materia di rispetto dei diritti fondamentali ma semmai ne ha da dare: questi sono già contemplati nella Costituzione, senza bisogno della CEDU.

Il vero motivo

Tanti fumogeni blabla da legulei servono  a mascherare il vero motivo per cui la casta vuole l’iniziativa per l’autodeterminazione come vorrebbe il colera.  Perché i trattati internazionali ed i giudici stranieri le servono a cancellare l’esito delle votazioni popolari sgradite all’establishment. Lo vediamo con il 9 febbraio, lo vediamo con “Prima i nostri”, lo vediamo con la (non) espulsione dei delinquenti stranieri. Gli accordi internazionali ed i giudici stranieri sono i migliori alleati della casta che vuole ROTTAMARE i diritti popolari. Perché li vuole rottamare? Perché il popolazzo becero “vota sbagliato”. E’ il nemico. Quindi non deve avere alcun potere. Decide la casta!

Del resto, se la partitocrazia del triciclo PLR-PPD-PS ed i legulei dei tribunali rispettassero l’esito delle votazioni popolari, non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di lanciare l’iniziativa per l’autodeterminazione. La quale è, semplicemente, il risultato dei reiterati soprusi dell’élite spalancatrice di frontierenei confronti dei cittadini.

Votare in massa

L’agitarsi dell’establishment contro l’iniziativa per l’autodeterminazione è dunque la conferma che essa va votata “a piene mani”.

Infatti, con l’iniziativa per l’autodeterminazione in vigore, la preferenza indigena sarebbe realtà ed i delinquenti stranieri verrebbero espulsi. Invece adesso ci becchiamo quella boiata della “preferenza indigena light” (grazie partitocrazia PLR-PPD-P$!), che non serve assolutamente ad un tubo, ed anzi finirà con l’avvantaggiare i frontalieri (altro che “Prima i nostri”!) , e ci teniamo in casa perfino i terroristi islamici.

Il giudice che fa politica

Una cosa nella composizione citata in apertura del comitato contro i diritti popolari (perché di questo si tratta) salta all’occhio: Noseda e Balestra sono ex magistrati. Reto Medici è tutt’ora in carica. E’ normale che un giudice in carica faccia campagne politiche? Separazione dei poteri? Ah già: ma i giudici sono nominati dalla partitocrazia (il metodo, come noto, è quello del mercato del bestiame) proprio per fare politica tramite le loro sentenze. Le maschere cominciano a cadere. Poi ci si chiede come mai la fiducia della popolazione nella magistratura è in caduta libera.

Lorenzo Quadri