I politicanti sostengono solo i propri galoppini, altro che remenarla col “pluralismo”!
La partitocrazia continua a gettare nel water i soldi del contribuente per sostenere gli amichetti. Ed infatti, nella sessione estiva del parlamenticchio federale da poco conclusa, il Consiglio degli Stati – Camera in cui $inistrati ed uregiatti sono clamorosamente sovrarappresentati – ha deciso di stanziare altri 150 milioni di Fr per foraggiare la stampa di regime. 20 in più della somma stabilita dai camerieri dell’UE in Consiglio federale. E scusate se sono pochi.
Naturalmente si dimenticano, i soldatini della casta, che una buona fetta dei sussidi andrebbe a finire nelle capienti tasche di grandi gruppi editoriali come Ringier, Tamedia o NZZ. I quali non solo realizzano utili – nel 2017 erano 420 milioni! – e distribuiscono dividendi, ma acquistano pure quote in emittenti televisive private dedite al gossip. Poi però frignano di non avere soldi per la carta stampata e pretendono di farsi sussidiare dal contribuente. Quel contribuente che presto non avrà più nemmeno gli occhi per piangere.
Ma quale diversificazione!
Al di là di questo, è semplicemente penoso sentire i politicanti del triciclo PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente inclusi, che si riempiono la bocca con pomposi concetti quali “l’informazione diversificata e pluralista”. Cosa, cosa? Ma quale diversificazione, ma quale pluralismo! Lor$ignori vogliono semplicemente foraggiare i galoppini mediatici del pensiero unico: pro-UE, pro-libera circolazione, pro-multikulti, pro-isterismo climatico e soprattutto sempre CONTRO gli odiati sovranisti! Altro che pluralità: per costoro gli organi di stampa (cartacei o elettronici poco importa) che hanno posizioni diverse dal pensiero unico non dovrebbero nemmeno esistere. Pluralità solo per chi la pensa come loro!
L’ego si gonfia
I soldatini della partitocrazia si stracciano le vesti per i media “amici”: quelli che gli fanno campagna elettorale gratuita e che li intervistano in ginocchio (così l’ego si gonfia come una rana). Ma se, tanto per fare un esempio concreto, dovesse chiudere il Mattino – il quale evidentemente di aiuti riceve zero – stapperebbero lo champagne.
Così si assiste alla pantomima della $enatrice verde ginevrina che si agita per la chiusura di redazioni in Romandia. Eh già: verosimilmente qualche giornalista ro$$o amico suo, che le ha tenuto su la coda alle elezioni dello scorso ottobre, si trova a timbrare. E adesso, chi le farà propaganda?
In simbiosi
E’ stucchevole invocare ipocritamente la pluralità dell’informazione quando invece la casta vuole foraggiare con vagonate di milioni pubblici le testate del PENSIERO UNICO con cui vive in simbiosi stretta, dal momento che politicanti e giornalai di regime si alimentano a vicenda. I politicanti si concedono generosamente ai media amici. Spesso e volentieri passano pure informazioni confidenziali in cambio di visibilità. E adesso siamo al travaso di milionate extra. Le quali, evidentemente, renderanno la stampa di regime ancora più asservita (chi paga comanda). Altro che “indipendenza”! Un’informazione che campa dell’elemosina della partitocrazia mai sarà indipendente. E più i sussidi aumentano, più l’indipendenza diminuisce.
Durante la pandemia…
Colmo dei colmi: il triciclo cita proprio la crisi da stramaledetto virus cinese e la conseguente richiesta di “informazioni” come prova della necessità di foraggiare ulteriormente la stampa di regime con soldi pubblici. Qui qualcuno deve essere caduto dal seggiolone da piccolo. Quanto accaduto durante la pandemia è proprio la dimostrazione che non bisogna sborsare un centesimo. Forse che l’informazione “mainstream” ha mostrato una qualche parvenza di quello “spirito critico” che adesso invoca a sbalzo per mungere sussidi? Ma quando mai!
Durante la pandemia, la stampa di regime penosamente slinguazzava l’autorità: giustificava tutte le cappellate fatte ed anzi, addirittura sosteneva la demenziale tesi che chi si permetteva di obiettare a questo o a quel provvedimento faceva “polemica sterile”. In sprezzo del ridicolo ha pure trasformato in vedette (?) dei funzionari quali l’infettivologo di corte Daniel Koch (il sosia della Morte nel film “Il settimo sigillo” di Bergman) o, alle nostre latitudini, il duo Cocchi & Merlani. Oltretutto col risultato di generare perniciose dipendenze da apparizione mediatica.
E dovremmo bercela?
E’ evidente che simile informazione “indipendente” (ah ah ah) non merita un centesimo di denaro pubblico. Ma i politicanti del Consiglio degli Stati distribuiscono a piene mani i soldi della collettività. Così, alla prossima campagna elettorale, potranno – a maggior ragione – chiedere la restituzione del favore.
Ed il popolazzo dovrebbe bersi la storiella del pluralismo da difendere? Suvvia, siamo seri!
Lorenzo Quadri