Trattative con l’UE: se non è zuppa, è pan bagnato! Cittadini presi per il lato B
Quando si dice i casi della vita! Lunedì i media di regime hanno pubblicato in pompa magna l’ennesimo sondaggio farlocco dell’istituto gfs.bern, specializzato in indagini compiacenti. Ancora una volta, il tema del sondaggio sono gli accordi bilaterali e, più in generale, i rapporti con la fallita e corrotta UE. Ebbene, ma tu guarda i casi della vita, i sondaggisti di corte ci vengono a raccontare che il consenso per gli accordi bilaterali sarebbe in crescita tra gli svizzeri. Certo, come no! Per poi però indicare, a mo’ di nota a fondo pagina, che invece in Romandia ed in Ticino il consenso scende. Se questa non è manipolazione!
In sprezzo del ridicolo, sempre secondo il sondaggio citato, l’invasione dell’Ucraina avrebbe “aumentato la popolarità dell’UE” (sic) alle nostre latitudini. Ma non facciamo ridere i gallinacei! I balivi di UE, USA e NATO ci hanno scandalosamente ricattati, e continuano a ricattarci, per costringerci a rottamare la nostra neutralità. E un simile atteggiamento li avrebbe resi più graditi? Guardate che Carnevale è passato da un po’!
“Grazie”, governicchi cantonali!
Due giorni dopo il sondaggio farlocco, i media annunciano giulivi che il governicchio federale intende definire entro giugno i punti chiave (?) di un nuovo mandato negoziale con l’UE, dopo la chiusura delle trattative sullo sconcio accordo quadro istituzionale avvenuta nel maggio del 2021. E, come c’era da attendersi, il CF si fa forte delle corbellerie proferite una decina di giorni orsono dalla Conferenza dei governicchi cantonali (vedi l’ultima edizione del Mattino). Quest’ultima si è espressa a favore della ripresa dinamica, ma non di quella automatica, del diritto europeo. Come se tra i due concetti di fosse una differenza!
Delle due l’una: o i governicchi cantonali credono davvero a quello che scrivono, e allora siamo messi male, oppure prendono per i fondelli la gente, e allora siamo messi male uguale.
Per peggiorare ulteriormente la situazione, la citata Conferenza è riuscita anche ad “aprire” sui giudici stranieri, che invece vanno rifiutati per principio, in qualsiasi forma.
Chiaramente questo cumulo di baggianate è musica per le orecchie del CF. Ed in particolare per quelle del “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR. Il quale freme dalla voglia di accontentare i suoi padroni di Bruxelles.
Le ribollite
Ai tempi del suo ingresso (ahinoi) nel governicchio federale, il mantra del KrankenCassis era – si ricorderà – il “tasto reset”. Tasto reset da schiacciare sulle politiche del suo predecessore, Didier Burkhaltèèèr (qualcuno se lo ricorda ancora?) pure lui PLR. Nel frattempo, tuttavia, il “tasto reset” è sparito nel nulla. Volatilizzato. E le politiche dell’Ignazio si sono dimostrate una ribollita di quelle del Didier. Stesso discorso per lo sconcio accordo quadro istituzionale: nel maggio 2021 è stato fatto uscire dalla porta. Adesso il disegnino è di farlo rientrare dalla finestra. Va da sé con la complicità della stampa di regime. La quale infatti favoleggia che: “La protezione dei salari è uno dei tre motivi principali – assieme alla questione degli aiuti di Stato ed alla direttiva UE sulla cittadinanza – che ha portato al fallimento del tentativo di negoziare un accordo quadro istituzionale”. Eh no! I tre temi indicati hanno sì una certa rilevanza, specialmente l’ultimo (la direttiva UE sulla cittadinanza renderebbe impossibile l’espulsione dalla Svizzera dei delinquenti stranieri che sono cittadini comunitari; la protezione dei salari, per contro, è un cerotto sulla gamba di legno). Ma i punti fondamentali sono altri: ovvero la ripresa dinamica (= automatica) del diritto UE ed i giudici stranieri!
Ancora una volta, la casta tenta di infinocchiare il popolazzo, imboscando le vere questioni e spostando l’attenzione su temi contorno! In più, per non farsi mancare niente, ogni nuova calata di braghe viene venduta come “un passo avanti”! Certo, un passo avanti verso il baratro!
Altro che mandato negoziale!
E’ forse il caso di ricordare che la subito-sotto del “medico italiano”, ovvero l’ambasciatora Livia Leu (Livia chi?) già lo scorso ottobre è andata a Bruxelles a raccontare che la Svizzera sarebbe pronta a rendere ricorrenti i contributi di coesione, ovvero i pizzi miliardari all’UE. E nessuno fa un cip! Avanti, miliardi a pioggia, miliardi per tutti, tranne che per gli svizzeri! Quelli devono tirare la cinghia, vedi i tagli annunciati dalla liblab Ka-Ka-eS!
Da manuale (si fa per dire) la presa di posizione della Commissione europea, che dichiara: “L’obiettivo è quello di migliorare le relazioni con la Svizzera”. Come no: questi figuri ci discriminano e ci ricattano, però blaterano che il loro obiettivo sarebbe “migliorare le relazioni”!
E’ poi noto che l’eurocommissario incaricato dei rapporti con la Confederella, lo slovacco Maros Sefcovic (Maros chi?) è un burocrate formatosi alla scuola comunista dell’ex Unione sovietica. Costui considera la Svizzera alla stregua di una delle repubbliche satellite dell’URSS. In pratica una colonia.
Con i balivi di Bruxelles non ci sono accordi da negoziare; ce ne sono solo da disdire!
#swissexit
Lorenzo Quadri