Gli avversari dell’iniziativa d’attuazione continuano a denigrare – e a spendere

I sabotatori della volontà popolare hanno davvero paura di perdere per l’ennesima volta. Ben lo dimostra lo spiegamento di forze messo in campo per combattere la cosiddetta “iniziativa d’attuazione”, su cui voteremo il 28 febbraio: e, ma tu guarda i casi della vita, questa volta nessun politikamente korretto si chiede da dove provengano i fondi per finanziare tutto questo po’po’ di inserzioni, appelli sui giornali, e chi più ne ha più ne metta. I difensori dei delinquenti stranieri, dunque, hanno soldi da spendere. A fare difetto sono invece, come spesso accade, gli argomenti.

La macchina del fango
Ben lo dimostra la macchina del fango messa in atto contro l’iniziativa. Razzista, populista, addirittura disumana: questi gli epiteti utilizzati dagli oppositori. E allora è forse il caso di rimettere la chiesa al centro del villaggio. Si parla infatti di espellere non già gli stranieri onesti, ma quelli criminali. Per alcuni reati della massima gravità, in base all’iniziativa su cui saremo chiamati a votare, l’espulsione è automatica. Per altri, un po’ meno gravi, scatta solo in caso di recidiva. Nessuno verrà mai espulso per furto di ciliegie al mercato, fosse anche ripetuto, al contrario di quanto vanno cianciando gli spalancatori di frontiere. I reati bagattella non portano all’espulsione. Tanto più che il giudice può mandare il colpevole esente da pena: ammesso, ovviamente, che davvero di bagattella si tratti.

Chi è disumano?
L’argomento populista dell’iniziativa “disumana”, a volerla dire tutta, ha leggermente rotto scatole. Disumano sarà semmai l’assassino o lo stupratore straniero; non certo chi vuole che queste persone, una volta scontata la pena, vengano allontanate dalla Svizzera, senza se né ma.
Eh già: gli “umanissimi” contrari preferiscono imporre alla vittima di uno stupratore straniero di cambiare domicilio per non rischiare di reincontrarlo dopo la sua uscita di prigione, piuttosto che cacciare quest’ultimo dalla Svizzera, come merita.
E’ così “disumano” pretendere che lo straniero chi si è giocato il diritto di rimanere nel nostro paese infrangendo in modo gravissimo le sue regole sia tenuto ad andarsene, senza che un qualche giudice buonista e lottizzato trovi scuse per tenerlo da noi, magari in assistenza?

Tutti delinquenti?
Non ci si venga poi a raccontare, per l’ennesima volta, la storiella della discriminazione di due milioni di stranieri residenti in Svizzera. Strano: quando a sottolineare il numero di stranieri che vivono nel nostro paese è la parte “sbagliata” (Lega-Udc) sono tutte balle populiste e razziste. Adesso invece… Il problema comunque è un altro. L’iniziativa d’attuazione non è rivolta agli stranieri in generale, ma a quelli che delinquono. I contrari sembrano invece partire dal presupposto che tutti i due milioni di stranieri in Svizzera siano dei potenziali criminali. Ohibò, chi sarebbero i populisti e razzisti? Accade invece che tanti stranieri onesti sono favorevoli all’espulsione di quelli che commettono gravi reati, perché non vogliono certo essere assimilati a loro.

L’apprezzamento
Non è vero nemmeno che l’iniziativa “priva il giudice del suo margine d’apprezzamento” e crea un diritto diverso per gli stranieri. I reati commessi vengono valutati esattamente allo stesso modo, indipendentemente dalla nazionalità dell’autore. Nella decisione sulla pena da erogare il giudice esegue tutti gli apprezzamenti del caso. Solo la questione dell’espulsione è regolata automaticamente per gli stranieri. Ma attenzione: il giudice può ancora tenere conto delle circostanze particolari nello stabilire la durata dell’allontanamento dalla Svizzera, che varia tra i 5 ed i 15 anni.

Non hanno fatto i compiti
E non si venga nemmeno a straparlare di violazione della libera circolazione delle persone o della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: a meno che si voglia sostenere che l’una e l’altra servono a tutelare i peggiori delinquenti.
La coda di paglia dei politici federali dei partiti storici, che nei dibattiti pubblici si agitano come sui carboni ardenti per denigrare l’iniziativa d’attuazione, ha un motivo preciso. Sanno benissimo, questi signori, di non aver fatto i compiti. Perché il parlamento, invece di attuare il voto popolare del novembre del 2010 sull’espulsione dei criminali stranieri, ha riesumato la clausola di rigore che era stata bocciata dal popolo. Quindi la volontà dei cittadini è stata aggirata. Ecco perché dobbiamo tornare a votare una seconda volta su una cosa che abbiamo già deciso!

Messaggio chiaro
Il 28 febbraio deve uscire dalle urne un messaggio chiaro. La Svizzera non è l’Eldorado per delinquenti stranieri, ai quali vengono “offerti” carceri di lusso ed in più anche la possibilità di restare nel paese dopo l’uscita di prigione. E di restarci, spesso e volentieri, a carico del contribuente. Con tutti i rischi di recidiva che questa permanenza comporta. Perché, tanto per fare un esempio, l’asilante stupratore siriano scappato con la guardia carceraria era plurirecidivo.
Il 28 febbraio votiamo dunque un Sì convinto all’iniziativa d’attuazione. Facciamolo per la sicurezza del nostro paese e di tutti quelli che ci vivono onestamente. Svizzeri o stranieri che siano.
Lorenzo Quadri