Il nuovo centro asilanti di Losone suscita prevedibile e giustificata opposizione. La sua creazione risponde infatti all’ennesimo Diktat calato da Berna ai danni del nostro Cantone. La nuova struttura, come noto, aveva già provocato una chiara levata di scudi non appena è stata resa nota l’intenzione di realizzarla, con la raccolta di 6200 firme.
Naturalmente Berna se ne è per l’ennesima volta infischiata ed ha deciso che il centro si farà comunque. Da notare che, mentre inizialmente si parlava della realizzazione di un centro per tre anni, nelle ultime comunicazioni è stata inserita una sottile ma significativa nuance: il centro ci sarà per “almeno” tre anni. L’aggiunta dell’avverbio chiarisce quali sono (e sono sempre state) le intenzioni di Berna: ossia il “provvisorio-permanente”. Del resto una qualche emergenza per giustificare il mantenimento della struttura lo si troverà sempre. Quindi, se il centro aprirà, non ci si illuda che chiuderà in tre anni. Perfino la vignetta autostradale avrebbe dovuto essere un provvisorio, ed adesso Berna vorrebbe aumentarne il prezzo del 150%.
Il Ticino ha già dato troppo
Il Ticino, in materia di sedicenti asilanti, ha già dato troppo. Si trova a fare i conti con il centro di registrazione di Chiasso, i cui effetti negativi, pur avendo ovviamente il nucleo a Chiasso, si irradiano su tutto il Cantone. Non sappiamo per contro quanti asilanti siano stati imposti, in virtù dell’ultima emergenza, ad altri Cantoni che non “beneficiano” della presenza di centri di registrazione.
A Berna non sembrano rendersi conto che l’Italia recepisce tutti i disordini del Mediterraneo e il nostro Cantone vi si trova incuneato in mezzo.
Annullati gli sforzi
Con la bella pensata del nuovo centro a Losone si creeranno 150 posti in più in Ticino, che non verranno smantellati dopo tre anni e che – passata la cautela che verrà forse applicata nelle prime fasi – prima o poi, più prima che poi, verranno occupati anche con persone problematiche, che provocheranno il deterioramento della qualità di vita degli abitanti. Gli esempi al proposito si sprecano. E non solo. La zona è ad alta valenza turistica. Il turismo, come ben dovrebbero sapere anche la kompagna Sommaruga ed i suoi tirapiedi, è una importante risorsa economica del nostro Cantone. Una risorsa che peraltro dovrebbe acquisire ulteriore importanza visto che la calata di braghe in materia di segreto bancario voluta dalla ministra del 5% e dal partito della kompagna Sommaruga che la tiene in ostaggio, sta devastando la nostra piazza finanziaria.
E’ chiaro che la presenza di un centro per sedicenti asilanti annulla tutti gli sforzi di promozione turistica che può fare una regione: più che giustificata dunque la presa di posizione di Ascona.
E’ evidente che, malgrado le consuete insulsaggini raccontate dagli spalancatori di frontiere politikamente korretti – che si guardano bene dall’ospitare richiedenti in casa propria – la situazione di Lampedusa non si risolve con un nuovo centro asilanti a Losone. Il nuovo centro asilanti a Losone servirà solo a creare problemi di convivenza (eufemismo) e a ricreare in quel Comune e nei dintorni la situazione di Chiasso. E con che coraggio l’UE, ed in particolare l’Italia, che da anni conduce una guerra economica contro la Svizzera, chiede aiuto a noi?
Si prende pure atto che il PLR di Losone ha iniziato una raccolta firme contro il centro asilanti. Ma come, per l’ex partitone questo genere di iniziative non erano roba da populisti e razzisti? O forse il motto è sì agli asilanti (e sì ai frontalieri, sì ai padroncini, sì alla libera circolazione delle persone) basta che stiano in casa d’altri?
Lorenzo Quadri