Il mantra $inistrato: chiudere e pagare con i soldi altrui! Intanto il conto esplode
Stop lockdown! Le stazioni invernali aperte non hanno fatto aumentare i contagi.
Almeno i test “fai da te” sono in vendita, ma col piffero che li paghiamo anche ai frontalieri!
Come sappiamo in Svizzera gli impianti sciistici sono rimasti aperti per la stagione invernale. Anche le terrazze dei ristoranti per qualche settimana hanno potuto lavorare. Ebbene, questa apertura non ha influenzato in negativo i contagi da stramaledetto virus cinese. Dunque i piani di protezione hanno funzionato. Detto risultato è uno smacco per quei politicanti allo sbando che volevano tenere tutto chiuso. Si ricorderà che lo scorso autunno l’allora presidente del consiglio italico “Giuseppi” Conte esercitò pressioni scandalose sulla Svizzera perché non aprisse gli impianti sciistici. Chiaro: lui li aveva chiusi in patria “senza giusta causa” e non sapeva come giustificarsi davanti ai gestori inferociti.
Ma come ben sappiamo la diatriba sulle stazioni sciistiche è stata anche interna. I soliti $inistrati chiusuristi volevano proibire di lavorare anche ai gestori degli impianti di risalita, allungando così la lista delle attività economiche da indennizzare. Chiudere e pagare con i soldi DEGLI ALTRI: ecco il mantra dei ro$$overdi! Ed il primo a voler chiudere le stazioni sciistiche, ça va sans dire, era il “ministro dei flop” kompagno Berset. Il quale ha dovuto desistere soltanto perché il Parlamento si è messo per traverso, votando a maggioranza una risoluzione a favore della regolare apertura degli impianti di risalita. E adesso i fatti confermano che APRIRE era la scelta giusta!
Regole non rispettate
E’ evidente che, se le terrazze dei ristoranti non sono state veicolo di diffusione del covid cinese sulle piste da sci, non lo sarebbero nemmeno altrove.
Altrettanto evidente è che sempre più persone, giovani e meno giovani, non rispettano più le regole. Lo dimostrano gli assembramenti che si formano non solo a Lugano, ma un po’ ovunque e con esiti anche peggiori che sulle rive del Ceresio (vedi quanto accaduto a San Gallo). Se gli esercizi pubblici, o per lo meno le loro terrazze, fossero aperti, ci sarebbero meno assembramenti, più ordine ed anche meno littering da take away. A proposito di littering: dopo lungo ed imbarazzato silenzio, anche i Verdi-anguria hanno fatto il proprio verso sul tema. E naturalmente si sono dimenticati di rilevare, ma tu guarda i casi della vita, che la causa del rüt disseminato ovunque sono le LORO politiche chiusuriste!
Non vogliono aprire
Eppure, il $ocialista Berset ed i burocrati dell’UFSP (con il posto sicuro ed il lauto stipendio pagato dal contribuente) insistono nel non voler aprire niente. A parte, è ovvio, le FRONTIERE: quelle restano sempre SPALANCATE, virus o non virus.
Che lor$ignori non ci vengano a raccontare la fregnaccia che le terrazze dei ristoranti o le palestre sarebbero più rischiose, per quel che riguarda le infezioni da coronavirus, delle ammucchiate serali senza distanze né mascherine; perché gli ridiamo in faccia!
Altro che vantarsi!
Non ci stancheremo di ripeterlo: per colpa della gestione $ocialista del kompagno Berset, la Svizzera ha clamorosamente FALLITO nell’approvvigionamento di vaccini. Sicché il disastroso lockdown viene protratto ad oltranza. Sul fronte – strategico! – dell’immunizzazione della popolazione, non solo la vicina Penisola sta facendo meglio di noi, ma perfino un paese come la Serbia ci ha stracciati. Si è perfino creato un turismo elvetico “della puntura” verso la Serbia. Cittadini elvetici costretti a recarsi in un Paese balcanico per farsi vaccinare! Povera Svizzera, come ti hanno ridotta!
Eppure, in sprezzo del ridicolo, nei giorni scorsi il farmacista cantonale ticinese ancora si bullava che “siamo comunque in anticipo di due settimane rispetto al programma di vaccinazione”. Ah, ecco. Nella ricca (?) e progredita Svizzera la percentuale di persone vaccinate è ridicola; in Israele, per contro, si è raggiunta l’immunità di gregge, sicché domani le attività economiche israeliane riapriranno DEFINITIVAMENTE. Da noi invece rimane tutto chiuso. E gli uccellini cinguettano che il governicchio federale non intende riaprire niente prima di GIUGNO! E ciononostante ci sono burocrati che hanno ancora il coraggio di vantarsi? Ma vaffa! Altro che vantarsi, qui c’è da andare a nascondersi!
E nümm a pagum
Da alcuni giorni anche nelle farmacie di questo sfigatissimo Cantone sono disponibili i test fai da te. Arrivano con MESI di ritardo. E’ da prima di Natale che la Lega batte questo chiodo. Ma il medico cantonale non ne voleva sapere. Poi, su imposizione di Berna – pure lì si è ronfato per mesi – è finalmente giunto il “contrordine compagni”. E adesso i test di massa si possono comprare in farmacia: 5 al mese per persona, pagati dalla Confederella, come noto.
Visto che i vaccini mancano, l’unica opzione che abbiamo per non mandare la Svizzera in fallimento è testare e RIAPRIRE. La partenza, per quanto in ritardo, dei tamponi “di massa” è quindi certo meglio di un calcio nelle gengive. Ma anche qui un paio di domandine nascono spontanee: per quale cavolo di motivo il contribuente svizzerotto dovrebbe pagare i test anche ai 70’115 frontalieri, e perfino ai cittadini di Campione d’Italia?
I frontalieri fanno il piacere di pagarsi i test di tasca propria! E senza un tampone negativo, non entrano in Svizzera! Controlli ai confini! Chiaro il messaggio o ci vuole un disegno? Ve li diamo noi i test ai permessi G a spese nostre!
Lorenzo Quadri