Spettacolare giro di vite a Copenhagen. Mentre Berna insiste per far entrare tutti
Ma come, non erano tutti deliri della Lega populista e razzista? Invece, di recente la premier socialdemocratica (!) danese Mette Frederiksen ha dichiarato che l’obiettivo della Danimarca è quello di avere zero asilanti. Sì, avete letto giusto. Zero asilanti. E a dirlo è una premier di $inistra. Al tema era dedicata la prima pagina del Mattino di qualche settimana fa. “Non possiamo promettere che non avremo più richieste d’asilo – ha precisato la Mette davanti al parlamento di Copenhagen – ma possiamo creare questa visione”.
Già nel 2017 Frederiksen aveva presentato un piano per rimandare i migranti “non occidentali” in centri di accoglienza in Nord Africa ed in medio Oriente. E in settembre Copenhagen ha nominato un ambasciatore per accelerare la creazione di uno o più campi profughi al di fuori dell’UE.
Degna di nota anche l’argomentazione della premier danese a motivazione dell’obiettivo “zero asilanti”: “Dobbiamo stare attenti a che nel nostro paese non vengano troppe persone, altrimenti la nostra coesione sociale scomparirà”.
Ohibò, ma sembra di leggere il Mattino della domenica!
Interessanti peculiarità
Frederiksen non è una seguace né di Trump né di Orban. La Danimarca non fa parte dei paesi del Gruppo Visegrad, tanto vituperato dai politichetti della casta.
Vabbè che la Danimarca ha delle interessanti peculiarità. Non si fa problemi a chiudere le frontiere ed a mandare Schengen “affan” alla prima avvisaglia di problemi. E’ uno Stato membro UE, però a Copenhagen, sugli edifici pubblici, di strofinacci blu stellati non se ne vede manco mezzo (al contrario, ad esempio, dell’Italia, dove ne spuntano a tradimento da ogni angolo). Perfino la regina Margrete II, che negli scorsi decenni si era segnalata per la linea pro-accoglienza, di recente ha modificato le proprie posizioni. In un “famoso” intervento di un paio di anni fa, la sovrana ha asfaltato il fallimentare multikulti, affermando in sostanza che i migranti islamici o si adeguano ai valori danesi, oppure se ne vanno. Un’altra leghista scandinava?
Confronto devastante
Mette Frederiksen è socialdemocratica. Il che rende il paragone con la nostrana $inistruccia devastante. Da noi chi afferma che l’obiettivo è “zero asilanti” viene denigrato e criminalizzato dagli odiatori ro$$i. In Danimarca, invece, diventa premier “progressista”.
Altro che “zero asilanti”: dalle nostre parti i $inistrati, in balia degli esagitati della JuSo (giovani $ocialisti), si preoccupano solo di far entrare tutti i finti rifugiati, e di farli mantenere vita natural durante dai lavoratori svizzeri. Ricordiamo di transenna che il nuovo co-presidente nazionale del P$$ è tale Cedric Wermuth (Cedric chi?). Costui – titolare di doppio passaporto e simpatico come un cactus nelle mutande – vorrebbe rendere l’albanese ed il serbo-croato lingue nazionali ed introdurre in Svizzera lo ius soli. Nel suo “programma di insediamento” ha dichiarato di voler conferire più diritti (e più soldi) ai migranti, ed anche di voler moltiplicare i demenziali ecobalzelli. Il P$ ticinese è in balia della medesima cricca. Basti pensare che la co-presidenta Laura Riget, collaboratrice e “nuora” (compagna del figlio) di Marina Carobbio, è stata di recente nominata “collaboratrice della presidenza e del segretariato generale del P$ svizzero”.
Il delirante Patto ONU
Come se non bastasse, in Svizzera anche il sedicente “centro” PLR-PPD, ridotto a ruota di scorta della $inistra, apre ai migranti economici. Nell’ultima sessione del Consiglio nazionale, quella invernale, la partitocrazia ha infatti respinto compatta un emendamento che chiedeva di NON riconoscere lo statuto di rifugiato agli asilanti climatici. In altre parole: il triciclo PLR-PPD-P$$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi), vuole accogliere in Svizzera anche i rifugiati climatici. E lo stesso triciclo, così come pure il ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis (PLR), brama di sottoscrivere il delirante Patto ONU sulla migrazione: quello che trasformerà l’immigrazione clandestina in un diritto umano. In pratica si tratta di introdurre la libera circolazione delle persone a livello mondiale. Ed infatti il governicchio federale ha da poco adottato il messaggio per l’adesione a questo ennesimo accordo internazionale ciofeca! Ma stiamo scherzando?
E’ evidente che non solo la Danimarca, ma anche la Svizzera, deve perseguire l’obiettivo “zero domande d’asilo”.
Anche perché, a seguito della crisi da stramaledetto virus cinese, non ci possiamo più in alcun modo permettere di spendere ogni anni miliardi per i finti rifugiati con lo smartphone che non scappano da nessuna guerra!
Lorenzo Quadri