La $inistra moralizzatrice ha toppato di nuovo. Credevano, i kompagni, di poter montare in cattedra a calare lezioni, ovviamente a senso unico. Credevano di poter rendere spregevoli i leghisti brutti e cattivi, razzisti e fascisti, chiusi e gretti, responsabili del degrado (uella!) del confronto politico: qualche kompagno ha addirittura utilizzato il termine di “untori”. Mentre loro, le verginelle ro$$e, si sono autoattribuite (senza alcun motivo concreto) il monopolio della morale, e quindi il ruolo di numi tutelari del dibattito politico corretto e rispettoso. Peccato che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Peccato che per montare in cattedra bisogna essere irreprensibili. Ma a $inistra sono lontanissimi dall’esserlo. E, se si vuole fare la morale, si abbia almeno la decenza di farla a 360 gradi e non solo ai nemici politici.

Ennesima gabola in casa
Così adesso i kompagni, che tanta panna hanno montato contro il Mattino maleducato e la Lega untrice e razzista, si trovano a gestire in casa l’ennesima gabola. La deputata P$ Bosia Mirra (chi è costei?) sbrocca a ripetizione su facebook. Arriva al punto di augurare alla leghista Sabrina Aldi di veder morire i propri figli. Apperò, fulgido esempio di confronto politico corretto. Dove sono i moralisti a senso unico ed in funzione partitica di BrutTicino? Spariti. Defilati. Evaporati. Ma c’è di peggio. Il presidente ad interim del P$ Carlo Lepori prima mette un like all’obbrobriosa esternazione di Bosia Mirra, poi, colto di sorpresa dall’ondata di indignazione (ma come, l’indignazione ed il vituperio non dovevano essere riservati all’odiato nemico leghista?) corre lesto a cancellarlo. Dice di non aver “letto bene” e sostituisce il “mi piace” con una frasetta da “baci perugina”. Qualche ora dopo, costretto dagli eventi, il P$ divulga uno stitico comunicatino in cui dichiara di “distanziarsi” dalle esternazioni della sua deputata (quelle stesse esternazioni che il presidente ad interim aveva gratificato con il “mi piace”). E’ forse il caso di ricordare che lo stesso presidente ad interim nemmeno molto tempo fa ha “ritwittato”, con evidente compiacimento, la notizia dell’assoluzione dello scrittore Alberto Tognola inquisito per aver sfoggiato un cartello con la civilissima scritta “israeliani codardi assassini”. Fosse stato un leghista…

Ultima di una lunga serie
Del resto il caso Bosia Mirra è solo l’ultimo di una lunga serie. La settimana scorsa il presidente nazionale del P$$, quindi non proprio l’ultimo arrivato, ha definito Norman Gobbi un razzista. Qui ci starebbe bene una bella denuncia penale per diffamazione, secondo la moda della gauche caviar.
Ma naturalmente sappiamo che c’è ben altro. Come il municipale e membro della direzione cantonale P$ che insulta i leghisti morti e vivi (“fascisti in giacca e cravatta, esseri più schifosi dell’universo, i loro genitori si vergognino”). Come il responsabile della comunicazione del partito condannato per ingiurie ai leghisti. Come il quindicinale spazzatura sedicente satirico Il Diavolo che cumula le condanne sempre per insulti ai leghisti, il cui referente è anch’egli ben addentro nella comunicazione del P$. E intanto illustri esponenti di siffatto partito plaudevano dette sortite (perché insultare i leghisti con gli epiteti più beceri è progressista e moralmente corretto) e allo stesso tempo sottoscrivevano appelli contro il Mattino populista e razzista.

La morale a due velocità emerge platealmente nelle posizioni di $inistra pubblicate sulle rete al proposito delle sbroccate di Bosia Mirra. “Inelegante nella forma ma conta la sostanza”, “Non sono queste le cose importanti”, “Chi ha seminato vento…”, “Passiamo ad altro”. Due pesi e due misure, come sempre.
Lorenzo Quadri