Una “conquista” delle femministe berlinesi. Ma sarà presto retromarcia
Queste sì che sono notizione! Nei giorni scorsi abbiamo letto che la città di Berlino intende autorizzare il topless in tutte le piscine comunali. Questo dopo che una donna – poco ma sicuro che si tratta di una delle solite esagitate femministe ro$$overdi – si è messa a strillare alla “discriminazione” perché gli uomini non devono coprirsi il petto per entrare nelle piscine pubbliche, mentre le donne sì. Evidentemente il fatto che tra i due generi sussista una qualche differenza anatomica non sembra sfiorare le cervici della signora.
Il topless, è ovvio, sarà una facoltà e non un obbligo: mal si capisce tuttavia la foga di queste femministe nel mostrarsi con la mercanzia al vento, quando di regola proprio nei loro casi si imporrebbe semmai un abbigliamento da bagno più coprente.
In Ticino, per contro, le femministe di $inistra presentano gli atti parlamentari contro le “tutine da ginnastica sessualizzanti”. Ohibò, quindi le tutine sono sessualizzanti ma il topless no?
Il problema tuttavia è un altro. La storiella del reggiseno discriminatorio non è un’invenzione berlinese. Già qualche anno fa in Svezia qualche femminista con i fastidi grassi ha condotto battaglie analoghe, ottenendo l’autorizzazione ad andare in piscina solo con il pezzo sotto del costume (magari, in nome della parità tra i sessi, sottoforma di boxer). Tuttavia le donne svedesi hanno dovuto rinunciare ben presto a fare uso di questa epocale conquista. Sapete perché? Perché le bagnanti in topless venivano poi molestate ed anche aggredite dai migranti economici che passano il tempo in piscina in panciolle! Proprio quei migranti che le femministe ro$$overdi pro-topless hanno voluto – e tuttora vogliono – far entrare tutti!
Quanto scommettiamo che a Berlino andrà a finire allo stesso modo?
Se proprio intendono legiferare in materia di costumi da bagno, le autorità politiche in tutta Europa (quelle che non l’hanno ancora fatto) farebbero meglio a proibire il burqini, per motivi sia igienici che ideali (simbolo di conquista islamista).
Lorenzo Quadri