Ristorni, oltreramina festeggiano: “Il regalo di Natale dalla Svizzera è molto ricco” 

Il presidente del Consiglio regionale gongola: “Il Ticino è la prima industria della Lombardia”.

Come ringraziamento, presto ci troveremo le strade ancora più infesciate da targhe azzurre a causa di lavori viari nel Comasco. E intanto le discriminazioni continuano…

Ohibò, al di là della ramina i Comuni della fascia di confine giubilano. Ecco cosa si può leggere sull’edizione online de Il Giorno del 26 ottobre: Il regalo di Natale per i paesi della provincia di Como, ma anche per quelle di Varese, Sondrio e Lecco, è arrivato in questi giorni dalla Svizzera (…). Quest’anno i ristorni (dei frontalieri, ndr) sono molto consistenti, ai fondi ordinari si sono sommati gli accantonamenti di Campione. Dalla Svizzera arriveranno 92.5 milioni di euro”.

Piccolo inciso: i cosiddetti accantonamenti sono i soldi che erano stati trattenuti per coprire i debiti dell’enclave, a cui il Ticino e Lugano continuavano (e tutt’ora continuano) a fornire servizi “per solidarietà”. E’ vero che nel frattempo con i fondi giunti da Roma è stato possibile saldare qualche arretrato. Tuttavia, ma guarda un po’, i puff hanno ripreso a lievitare. A fine agosto, solo nei confronti della città di Lugano, Campione aveva già cumulato 800mila franchetti di debito per l’anno di disgrazia 2021. Chi paga?

Caduti dal seggiolone

Come noto, a causa della crisi da stramaledetto virus cinese, gli enti pubblici ticinesi si ritrovano i conti in profondo rosso. E noi, grazie al triciclo PLR-PPD-P$ più Verdi anguria, non solo regaliamo i miliardi del contribuente alla fallita UE: versiamo pure al Belpaese ristorni per quasi 100 milioni all’anno. Una cifra che continua a crescere di pari passo con l’aumento del numero dei permessi G.

Ma bisogna davvero essere caduti dal seggiolone da piccoli! E’ chiaro che questi soldi ci servono in patria! Chiudere i rubinetti! Tanto più che la Penisola continua a discriminarci. Solo per dirne una: Roma mantiene la Svizzera iscritta su una lista nera del 2009. Inoltre, anche in materia di accesso degli operatori finanziari elvetici al mercato italiano, siamo in alto mare. Alla faccia della “road map” del 2015. Ma evidentemente detto documento deve essere servito per sopperire ad un temporaneo ammanco di carta igienica nei water di palazzo Chigi. Fatto sta che per lavorare nella vicina Repubblica le banche svizzere (ticinesi) devono aprire una succursale in loco: una pretesa che però altri Stati UE non avanzano. Andare ad aprire una succursale sul posto vuol dire, ovviamente, licenziare in Ticino ed assumere in Italia.

“La prima industria della Lombardia”

Del “nuovo” accordo sulla fiscalità dei frontalieri non parliamo nemmeno più: ormai è diventato una barzelletta.

Al proposito, sempre su il Giorno, il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, tale Alessandro Fermi, si esprime in questi termini:

L’attribuzione dei ristorni fiscali conferma la bontà dell’accordo del 1974 che resta uno strumento utile per i nostri territori di confine e che continueremo a tutelare e a salvaguardare per il bene dei nostri concittadini”. Più chiaro di così!

Alquanto interessante è pure la dichiarazione di Fermi sul tema frontalierato: “E’ ormai da decenni che il Canton Ticino è praticamente la prima industria della Lombardia. Un trend che neppure il Covid è riuscito ad arrestare, confermato dai dati diffusi dall’Ufficio Statistica del Canton Ticino che negli ultimi 10 anni ha certificato un aumento del 36,6% del numero di frontalieri, pari a circa 20mila lavoratori in più, la maggior parte dei quali impiegati nel settore terziario (+64%). In pratica nella Svizzera italiana un lavoratore su tre è varesotto o comasco”.In altre parole: Ticino vacca da mungere per la fascia di confine italica! E nota bene che queste considerazioni le fa un politicante lombardo; non il solito Mattino populista e razzista!

Per questo SCEMPIO sappiamo chi ringraziare: la partitocrazia, che ha voluto la devastante libera circolazione delle persone! E poi ha ancora il coraggio di venire a frignare perché i giovani ticinesi emigrano!

Ricordarsene ad ogni appuntamento elettorale!

Grandi statisti PLR

Malgrado i posti di lavoro diminuiscano a causa della crisi economica provocata dallo stramaledetto virus cinese, il numero dei frontalieri presenti in Ticino continua a salire. E la ministra di giustizia PLR, Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS), non trova di meglio che affermare, davanti al Parlamento federale, che “Il Ticino è vittima del suo successo”!

Eccoli qua, i grandi statisti dell’ex partitone!

Strade più infesciate

Non è ancora finita. E’ di questi giorni la notizia che, a seguito di lavori stradali sulla rete viaria del Belpaese a ridosso del Luganese e del Mendrisiotto, aumenterà la pressione su Porlezza e sulla dogana di Gandria, e di conseguenza su Lugano. Questo almeno fino ad aprile. In altre parole: a seguito dei cantieri italici, a Lugano rischiamo di trovarci per svariati mesi le strade ancora più infesciate di targhe azzurre!

Ma stiamo scherzando? Bloccare in dogana il traffico parassitario in arrivo dal Belpaese! Altro che versare i ristorni!

A tutto deve esserci un limite. Anche alla nostra innata propensione a farci prendere per il lato B!

Lorenzo Quadri