Accordo quadro: il 60% degli svizzeri a favore? Chi credete di prendere per i fondelli?
Ormai senza più alcuna vergogna né decenza, i galoppini della casta spalancatrice di frontiere e serva dell’UE continuano con l’operazione di lavaggio del cervelloa sostegno dello sconcio accordo quadro istituzionale. Sicché i sondaggi farlocchi si aggiungono al terrorismo ed alle minacce: da manuale, al proposito, il ricatto della scorsa settimana ad opera del CEO di Alpiq Jens Alder. Costui, non contento di aver cancellato 6000 posti di lavoro quando era a capo della Swisscom, e dopo essere stato di fatto costretto dal Consiglio federale a sloggiare, invece di volare basso e schivare i sassi, ancora monta in cattedra a pontificare. E, da boss di Alpiq, ci racconta che, senza lo sconcio accordo quadro istituzionale, che ci ridurrebbe ad una colonia dell’UE, resteremmo senza elettricità. Fosse stato ancora direttore della Swisscom, avrebbe detto che rimarremmo senza telefono.
Indagine taroccata
Secondo il sondaggio farloccopubblicato nei giorni scorsi e realizzato dall’istituto gfs.bern – non nuovo a perle di questo tipo – il 60% degli svizzeri sarebbe favorevole allo sconcio accordo quadro istituzionale. Certo, come no! Ci crediamo di corsa! Già il fatto che, sempre secondo il sondaggio in questione, gli indecisi siano solo 5%, fa nascere qualche domandina sull’attendibilità dell’indagine.
Ma soprattutto: anche il Gigi di Viganello ha capito che le riposte che si ottengono da un’inchiesta telefonica dipendono dalle domande che vengono formulate.
In altre parole: per ottenere la risposta voluta basta porre la domanda nel modo “giusto”.
Di conseguenza, ci piacerebbe proprio sapere se la gfs.ch ha sottoposto o no agli interpellati i seguenti quesiti:
- Siete favorevoli alla ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE?
- Siete d’accordo di mantenere con i vostri soldi tutti i cittadini UE che immigreranno in Svizzera senza avere un lavoro?
- Vi sta bene non poter più espellere i delinquenti stranieri, se questi hanno il passaporto di uno Stato membro dell’Unione europea?
- Siete d’accordo di cancellare le misure accompagnatorie alla libera circolazione delle persone?
- Siete d’accordo che a decidere le controversie legali tra Svizzera ed UE siano i giudici stranieri della Corte europea di giustizia?
- Vi va bene che un domani la nostra rete ferroviaria venga liberalizzata a vantaggio delle aziende di trasporto straniere, col risultato di far saltare la sincronizzazione delle coincidenze, il sistema tariffale ed i diritti sindacali dei lavoratori del settore?
- Vi va bene che venga abolito il divieto di traffico notturno per i mezzi pesanti?
- Vi va bene aprire la Svizzera al transito dei TIR comunitari da 60 tonnellate?
- Vi va bene essere costretti a versare regolarmente contributi di coesione miliardari a Bruxelles, senza ottenere in cambio alcuna contropartita?
- Siete d’accordo di sacrificare la nostra indipendenza, la nostra autonomia, i nostri diritti popolari, per fare gli interessi dei manager stranieridelle multinazionali?
- Secondo voi, essere costretti ad adeguarsi ai Diktat di Bruxelles, azzerando l’esito di votazioni popolari ed articoli costituzionali, significa “certezza del diritto”?
- Secondo voi, il fatto che la Svizzera verrà sanzionata nell’invero denegata ipotesi in cui dovesse rifiutare di adeguarsi ad un Diktat unilaterale dell’UE, è compatibile con una relazione definita “bilaterale”?
- Siete d’accordo di abbandonare il sistema delle banche cantonali con garanzia dello Stato?
- Condividete la teoria secondo cui la Svizzera è piccola è debole e quindi non ha altra scelta che chinarsi a 90 gradi e senza condizioni a qualsiasi pretesa arrivi da Bruxelles?
- Se i nostri antenati, nei secoli e decenni scorsi, si fossero comportati come il triciclo PLR-PPD-P$$ che vuole l’accordo quadro, oggi la Svizzera esisterebbe ancora?
Le aspettative del committente
Queste sono alcune domande che i soldatini della gfs.bern avrebbero dovuto porre alle persone interpellate per sapere la loro veraopinione sullo sconcio accordo quadro istituzionale. Chissà perché, c’è come il vago sospetto che i quesiti sottoposti siano invece stati di tenore ben diverso.
Chiaro: se fossero state fatte le domande di cui sopra, col piffero che il risultato dell’indagine sarebbe stata una maggioranza di favorevoli all’accordo quadro. Quindi, il committente del sondaggio non sarebbe stato contento dell’esito dell’operazione, in quanto “non in linea con le aspettative”. Quindi ancora, avrebbe deciso di rivolgersi, per la prossima indagine demoscopica, ad un altro istituto. E allora, addio mandato per la gfs.ch. Il trucco è vecchio, signori!
Lorenzo Quadri