I kompagnuzzi se ne facciano una ragione: i soldi degli altri non sono infiniti

I $inistrati vivono sempre più in una bolla. I ro$$overdi  pensano che sia possibile lavorare meno allo stesso stipendio. La realtà dice semmai il contrario: vedi il dumping salariale generato dalla libera circolazione delle persone, voluta in prima linea proprio dai kompagni.

Chiaramente, c’è sempre il secondo fine immigrazionista. Se la gente riduce la percentuale di occupazione, vuol dire che servono più lavoratori. E dunque, fiato alle trombe della presunta “penuria” di manodopera in Svizzera (che i burocrati della SECO definiscono addirittura “grave”) come pretesto per far entrare tutti!

Sempre meno

Nella città di Zurigo in marzo il Consiglio comunale ha approvato a stretta maggioranza un progetto pilota: alcuni dipendenti dell’amministrazione cittadina lavoreranno 35 ore alla settimana, ma con lo stesso stipendio. Se questo progetto pilota dovesse in seguito diventare la regola per tutti i funzionari, i costi sarebbero stratosferici: si calcolano spese aggiuntive di 110-140 milioni all’anno, con la necessità di assumere tra i 1’100 ed i 1’500 nuovi collaboratori. Chi pagherebbe il conto? Ma il contribuente, ovvio! 

In parallelo, come noto, la gauche-caviar sta pistonando alla grande (con l’appoggio della stampa di regime) il lavoro a tempo parziale. Dimenticandosi un paio di cosette. Ad esempio che:

  1. Solo chi guadagna bene può permettersi di guadagnare meno, quindi ancora una volta i kompagni portano avanti le rivendicazioni di un’élite privilegiata
  2. Lavorare meno significa pagare meno tasse, quindi le casse pubbliche si svuotano
  3. La percentuale ridotta comporta perdite anche in termini pensionistici.

Via i compiti

E adesso si vorrebbe importare anche a scuola l’ideologia del fare sempre meno. Alcuni licei della svizzera tedesca hanno infatti abolito i compiti, ritenendoli “troppo gravosi”. La mossa ha giustamente provocato la reazione del settore professionale, i cui responsabili hanno sottolineato che gli apprendisti, tra scuola e lavoro, affrontano un carico ben maggiore.

C’è chi i compiti li vorrebbe abolire già alle medie. Così, tanto per aumentare sempre più lo scollamento tra la scuola dell’obbligo (progressivamente trasformata in oasi ricreativa sociale) e quello che arriverà dopo. Poi ci si chiede come mai i giovani vanno in crisi.

Per ora la corbelleria del “niente compiti” non è ancora arrivata nella scuola ticinese. E’ però uno dei leitmotiv della $inistra parlamentare federale. E visto che la nuova direttora del DECS proviene proprio da quegli ambienti, c’è da temere il peggio per il futuro.

Reddito di cittadinanza

Ma la città di Zurigo ci regala anche altre perle. Lo scorso 25 settembre gli elettori hanno respinto, ma con un margine limitato (54% di No) un progetto pilota per l’introduzione di un reddito di cittadinanza. Naturalmente la proposta proviene dalla gauche-caviar. E visto che la $ua tattica è quella di far rifare le votazioni fino ad ottenimento del risultato sperato, c’è poco da stare allegri. Allucinanti le motivazioni: secondo i suoi promotori, il reddito di base mensile non  “rende le persone passive” bensìlibera capacità per nuovi impegni”. Traduzione: mi faccio mantenere dal contribuente e poi uso il mio tempo per fare quel che più mi piace! Magari per bloccare le autostrade incollandomi sull’asfalto! O per diffondere l’estremismo islamico! Il fankazzismo viene elevato a legittimo stile di vita. Una scelta professionale come le altre: c’è chi fa il medico, chi fa il muratore e chi fa una cippa.

Forse sarebbe ora che i $inistrati (ed i giornalai ro$$i) scendessero dal pero: la “vita in vacanza” (per citare una canzone di Sanremo di un paio di anni fa), finanziata con i soldi degli altri, non è possibile. Quindi, che la piantassero con il lavaggio del cervello.

Lorenzo Quadri