Nella vicina Penisola la Fondazione Moressa ha realizzato uno studio su quanto spendono i vari paesi UE per i migranti. Ne è emerso che in cima alla classifica si trovano i Paesi Bassi che per ogni asilante spendono 65.9 euro al giorno. Segue il Belgio con 52.7 euro, la Finlandia con 38, l’Italia con 35, la Svezia con 32.7, la Francia con 25.1, la Germania con 18.4, l’Ungheria con 15.1, l’Austria con 9.5, il Regno unito con 6.7.

Ohibò. In mancanza di ulteriori informazioni sull’effettiva confrontabilità dei dati, salta all’occhio una cosa: la Gran Bretagna è quella che spende nettamente meno. In pratica un decimo dei Paesi Bassi.

Ma tu guarda questi inglesi…

Ma tu guarda questi inglesi. Sono uno Stato membro dell’UE però non solo si tengono la sterlina e portano a casa contributi da Bruxelles invece di pagarli, ma fanno i loro comodi nei più svariati ambiti, alla faccia degli eurobalivi.

Ad esempio sulla piazza finanziaria, che – come quella statunitense – si ingrassa alla grande permettendo di imboscare fondi non dichiarati, e contando sull’arretramento della piazza elvetica. Però solo gli svizzerotti vengono presi di mira da organismi internazionali privi di qualsiasi straccio di legittimazione democratica per via del segreto bancario. E naturalmente calano subito le braghe. Sappiamo chi ringraziare. Intanto britannici e yankees si portano a casa le fettone di torta e se la ridono a bocca larga.  E gli svizzeri, pur non essendo Stato membro UE, pagano miliardi di contributi di coesione. Però vengono ricattati e infamati per il voto del 9 febbraio.

Nella diatriba sulla questione del casellario giudiziale, un esponente politico del  Belpaese ha avuto modo di dire che la Svizzera “è più nell’UE della Gran Bretagna”. Purtroppo è vero. Ma non certo per volontà dei cittadini, che infatti ambiscono a tutt’altro. Bensì a seguito della politica delle braghe calate praticata dai camerieri dell’UE che siedono a Berna.

Ricollocazione

Naturalmente la Gran Bretagna non fa i compiti nemmeno per quel che riguarda la ricollocazione di finti rifugiati decisa sempre dall’UE. Lo stesso dicasi per gli altri Stati membri. Gli unici a scattare sull’attenti e ad eseguire di gran carriera sono, ancora una volta, gli svizzerotti. Infatti ci prendiamo 6000 finti rifugiati che spetterebbero ad altri. Lo facciamo, per soprammercato, senza alcuna base legale. Grazie kompagna Sommaruga! Proprio tu che quando si tratta di fare qualcosa per il Ticino invaso dai padroncini non muovi foglia adducendo la scusa che “non c’è la base legale”! Quando si tratta di far entrare finti rifugiati, invece…

E noi?

Tornando ai costi pro-capite per asilante. Viste le indicazioni in apertura in relazione ai  paesi UE, la domanda scontata è quanto spende invece la Svizzera. E’ difficile fare un paragone. Però c’è come il vago sospetto che si tratti di cifre ben più elevate di quelle dei paesi UE.

Il confronto è ostico per vari motivi. Il primo è il federalismo. Si sa che nel 2015 per l’asilo si sono spesi a livello federale 1,2 miliardi di franchetti, mentre manca il conteggio delle spese affrontate da Cantoni e Comuni. C’è chi ipotizza che, sommando tutto, si arrivi attorno ai 4 miliardi di fr all’anno. Il secondo motivo: non è chiaro se la tabella “europea” consideri solo i costi dei migranti in attesa di una decisione, o se consideri anche quelli della piccola percentuale di asilanti che vengono accettati come profughi.

Conti della serva

Con due conti della serva si potrebbe arrivare però al risultato seguente: 1,2 miliardi di Fr di spesa per l’asilo nel 2015 con 40mila arrivi, fanno un costo procapite di 82 Fr al giorno per migrante economico. Quindi assai di più dei 66 euro dei Paesi Bassi. E un’infinità in più dei 6.7 euro inglesi.

Chissà perché, c’è come il sospetto che questo calcolo, per quanto azzardato, non dia un’indicazione poi così sballata.

Lorenzo Quadri