Ma guarda un po’. Adesso Udc, P$ e Verdi (soprattutto gli ultimi due) dopo averne mangiate cinquanta fette si accorgono che era polenta. Così i tre partiti citati lamentano i tappeti rossi che vengono stesi davanti ai padroncini italiani (nel 2012 i permessi  di al massimo tre mesi sono stati oltre 21mila) permettendo a questi ultimi di notificarsi semplicemente tramite email. Un’agevolazione che non sta né in cielo né in terra. Infatti da un lato siamo invasi da padroncini e distaccati, un fatto che peraltro nessuno contesta perché le cifre sono lì da vedere, quindi chiunque è in grado di rendersi conto che questo andazzo deve essere ostacolato. Dall’altro, è evidente che non c’è alcuna reciprocità. Negli scorsi mesi su queste colonne è stato riportato il caso di una ditta ticinese di carpenteria che aveva vinto l’appalto per realizzare un lavoro a Campione d’Italia. Altro che notifica on-line. La ditta ha dovuto peregrinare per vari uffici pubblici per scoprire che per poter lavorare doveva iscriversi alla cassa edile di Como e Lecco. L’accettazione di un nuovo iscritto dipende dal buon piacere del presidente della cassa, così come la tempistica della risposta. Sicché, dopo mesi di attesa vana, l’azienda ticinese ha dovuto rinunciare al lavoro e tornarsene in Ticino con la coda tra le gambe.
La Lega dei Ticinesi si è sempre opposta, e da anni, alla deleteria pratica delle notifiche online. Ha presentato atti parlamentari sul tema, sia a Bellinzona che a Berna. Ma naturalmente erano tutti vaneggiamenti della Lega populista e razzista. Che adesso i kompagni, dopo aver VOTATO a favore della devastante libera circolazione delle persone, e chi si opponeva era un becero populista e razzista, fotocopino le proposte leghiste (cosiddette iniziative-xerox) è anche alquanto incoerente.
La notifica on-line è uno dei più classici esempi della deleteria mentalità del funzionariato e del governo federale: voler fare a tutti i costi i primi della classe nell’applicazione, tutta a nostro danno, della libera circolazione delle persone.
Chi, per conto del cittadino contribuente, è chiamato a sorvegliare l’evolversi e le derive della devastante libera circolazione delle persone (vedi invasione da parte di padroncini, vedi invasione da parte di frontalieri) usa i soldi pubblici non già per risolvere i problemi, ma per negarne l’esistenza. Basti pensare alle varie prese di posizione della SECO secondo la quale in regime di Accordi bilaterali tutto funziona a meraviglia, come no.
E’ quindi ovvio che il primo passo per rendere un po’ meno facile l’invasione dei padroncini, che ogni anno in Ticino fanno perdere oltre mezzo miliado di cifra d’affari all’economia locale a vantaggio di quella della fascia di confine, è togliere agevolazioni che non sono giustificate da nulla.
Invece la Confederazione gestisce addirittura un sito, www.distacco.ch in cui si srotolano tappeti rossi e si spiega per filo e per segno cosa devono fare i padroncini per lavorare in Svizzera. Questo significa che l’ente pubblico danneggia l’economia svizzera per farvorire quella delle nazioni a noi confinanti. E’ evidente che questo sito della Confederazione, come pure tutti quelli che svolgono funzioni analoghe sulle pagine cantonali, va immediatamente chiuso. La notifica non deve più essere possibile online ma solo in forma cartacea, previa presentazione di una lunga lista di certificati. Se non riusciamo a compiere nemmeno questo primo passo, vuol dire che siamo proprio messi male. E che, in poco tempo, il tasso di disoccupazione nelle regioni di confine salirà – per la gioia dei kompagni e dei turboeuropeisti del Consiglio federale – a livelli europei.
Lorenzo Quadri