Chi ha spalancato le frontiere all’invasione di frontalieri e padroncini, e quindi al traffico da essi generato, non ha molta credibilità nell’ ergersi a paladino della viabilità e dell’aria del Sottoceneri

Il tunnel autostradale del San Gottardo è una sorta di cordone ombelicale che lega il Ticino al resto della Svizzera. Tagliarlo per tre anni avrebbe conseguenze molto pesanti per il nostro Cantone e per la sua economia. Leggi: migliaia di posti di lavoro a rischio, ed ulteriore legnata al settore turistico.
Sicché la $inistra, dopo aver spalancato le frontiere all’invasione di frontalieri e padroncini, creando disoccupati, dopo aver smantellato la piazza finanziaria per correre dietro ai loro padroni UE, creando disoccupati, adesso vorrebbe anche privare il Ticino per tre anni di un collegamento efficace con il resto del paese, creando ancora disoccupati. Ma quanti disastri vogliono ancora fare i kompagni all’occupazione di questo sempre meno ridente Cantone?

Il mondo che gira al contrario
Fa poi ridere i polli che la $inistruccia, quella che ci vuole portare nell’Unione europea – non solo l’adesione è nel programma del P$$, ma il suo consigliere di Stato, Manuele “bisogna rifare il voto del 9 febbraio” Bertoli lo ha ribadito nel suo documento – adesso agiti il fantasma degli eurobalivi brutti e cattivi i quali, in caso di realizzazione di un secondo tunnel al Gottardo per risanare quello attuale, obbligheranno gli svizzerotti a tenere aperte due corsie per senso di marcia. E’ il mondo che gira al contrario: proprio i kompagni, che stanno facendo di tutto e di più per far sì che gli eurobalivi comandino in casa nostra, adesso pensano di essere credibili condannando le ingerenze di Bruxelles. E proprio i kompagni, quelli che vogliono rifare il voto del 9 febbraio, quelli che il 28 febbraio vorrebbero cancellare quanto deciso dal popolo elvetico nel 2010 sull’espulsione dei criminali stranieri, quelli dunque che della volontà popolare se ne impipano in sommo grado, adesso vorrebbero spacciarsi per i paladini del voto degli svizzeri in materia di tutela delle Alpi. Ma quel voto, nessuno lo sta mettendo in discussione.
Non avendo argomenti concreti, quelli che vorrebbero isolare il Ticino dal resto della Svizzera per tre anni – ma come: non sono forse le stesse persone che da anni ci disintegrano i cosiddetti inveendo contro l’ “isolazionismo”? – si riducono ai processi alle intenzioni. Intenzioni peraltro inventate. E allora, è il caso di rimettere il campanile al centro del villaggio.

Il 75% è traffico svizzero
Il 75% del traffico che passa sotto il Gottardo è traffico svizzero. Quello UE è solo il 25%. Nella galleria passano circa 17mila veicoli al giorno. Di questi “solo” circa 4000 vengono dall’Unione europea. Non c’è dunque alcuna valanga di Tir stranieri che preme per poter invadere il Ticino da nord.
Nel Sottoceneri, ed in particolare nel Mendrisiotto, c’è giusta e motivata preoccupazione per la situazione viaria. Il problema, tuttavia, non va ricercato a nord, bensì a sud. Solo una minima percentuale dei veicoli che circolano nel Mendrisiotto è imputabile al Gottardo: si calcola attorno al 6%. Se si vuole migliorare la viabilità e la qualità dell’aria bisogna dunque ridurre il traffico di frontalieri e di padroncini. Bisogna limitare la devastante libera circolazione delle persone. Chi ha provocato l’invasione da sud, perché “bisogna aprirsi”, chi da anni scredita e denigra come populisti e razzisti quelli che combattono questa invasione quotidiana e l’insostenibile flusso di auto e camion che essa genera, farebbe quindi meglio a volare basso invece di proporsi come paladino della viabilità in vista del voto sul Gottardo. E’ un po’ come se capitan Schettino montasse in cattedra a dare lezioni di navigazione. I kompagni spalancatori di frontiere, che manifestano contro il secondo tunnel al Gottardo senza aumento di capacità, comincino a bloccare l’accesso di frontalieri e padroncini sdraiandosi in dogana. Poi ne riparliamo.

Farsi male da soli?
La realtà è che, dal punto di vista della quantità di veicoli presenti sulle nostre strade, l’eventuale secondo traforo al Gottardo passerebbe del tutto inosservato. Il tunnel di risanamento del San Gottardo è stato approvato dal Consiglio federale e dal parlamento. Si tratta di un’opera importante per il nostro Cantone, oltre che per tutta la Svizzera. Tanto per una volta che Berna è pronta ad investire nelle infrastrutture per il Ticino, vogliamo essere noi a dire di no? Per la serie: facciamoci male da soli, visto che gli scienziati bernesi non ce fanno già abbastanza.
Lorenzo Quadri