E i lavoratori pagano le quote ai $indakati ro$$i perché organizzino manifestazioni contro l’allontanamento di uno straniero che risiedeva in Svizzera illegalmente da tre anni e mezzo, e al quale è già stato ingiunto di partire per ben sette volte?
Martedì pomeriggio a Bellinzona si è tenuta la manifestazione promossa dalla $inistra e dai $indakati ro$$i a favore di Arlind Lokaj, il 17enne kosovaro che risiede illegalmente in Svizzera da quasi tre anni e mezzo. In questo lasso di tempo, gli è stato intimato di lasciare il paese per ben 7 volte. Cosa che però non ha mai fatto.
Sul caso Lokaj si registra pure una copiosa messe di atti parlamentari: perché, quando si tratta di mobilitarsi per uno straniero in Svizzera illegalmente, i partiti $torici ed in particolare i kompagni ci sono. Se invece bisogna difendere i ticinesi rimasti senza lavoro a causa della deleteria politica delle frontiere spalancate, la musica cambia radicalmente. Del resto da partiti storici che si schierano o all’unanimità (PLR) o con maggioranze bulgare (gli altri) contro il contingentamento dei frontalieri, e vengono poi asfaltati dalle urne, cosa ci si può attendere di diverso?
Illegale da tre anni e mezzo
Il Consiglio di Stato, nelle sue spiegazioni sul caso, è chiaro che più chiaro non si può. Il giovane si trova in Svizzera illegalmente dal Natale del 2010. E non è mai stato autorizzato a restare, anzi: da allora ad oggi è stato tutto un profluvio di decisioni negative (e speriamo che i ricorsi contro queste decisioni non li abbia pagati il contribuente). Quindi a scandalizzare non può essere certo il fatto che finalmente, tra l’altro con colpevole ritardo, vengano applicate le regole e che Arlind venga allontanato. A scandalizzare deve semmai essere che sia ancora qui. Inoltre la madre non è in grado di mantenere il figlio non essendo lei stessa autosufficiente economicamente.
Obiettivo: propaganda partitica
La manifestazione di martedì è un’evidente strumentalizzazione della $inistra in chiave partitica. La $inistra ed i $indakati ro$$i sfruttano la situazione di Arlind, per lui sicuramente dolorosa, per farsi propaganda elettorale sulla sua pelle. E per tentare di mettere in cattiva luce il direttore leghista del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi. Tutto qui. Speriamo che nessuno sia così ingenuo da credere che ai politicanti scesi in piazza martedì fregasse davvero qualcosa del 17enne. Il fatto che i kompagni siano costretti a cavalcare un caso umano per fare politica non solo è squallido, ma è l’ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno, di come gli argomenti politici manchino. O magari organizzando manifestazioni in cui si inneggia al non rispetto delle regole – proprio la $inistra che del “rispetto delle regole” ha fatto un mantra, da applicare però, è chiaro, solo a senso unico e solo quando fa comodo – i kompagni credono di far dimenticare le loro posizioni, tanto per fare un esempio, in materia frontalierato, di padroncini, di criminalità straniera, e via elencando?
Partecipanti? Pochi
La manifestazione in sé, poi, non è certo stata un successo. Le versioni sul numero dei partecipanti sono discordanti. Chi dice 300, chi dice 150: in ogni caso pochi. Una cifra assolutamente non proporzionata al can can mediatico messo in piedi dai kompagni; che tra l’altro nella categoria dei giornalisti sono clamorosamente sovrarappresentati, ed i risultati si vedono.
“Gli uccellini cinguettano” inoltre che i vertici $indakali nei giorni scorsi abbiano fatto un notevole pressing sui loro sottoposti affinché presenziassero mercoledì. Sarebbe dunque interessante sapere quanti dei partecipanti ad una manifestazione che si è tenuta in orario di lavoro erano dei sindacalisti. I quali sarebbero pagati per difendere l’occupazione dei ticinesi. Però trovano più costruttivo usare il tempo lavorativo, finanziato con le quote degli affiliati, per portare il loro sostegno alle strumentalizzazioni partitiche della $inistra, ormai ridotta a sfruttare anche i minorenni.
“Il rispetto delle regole”
La realtà è una sola: i ticinesi la legge la devono rispettare. Subito, non dopo tre anni e mezzo. La $inistra scende in piazza per l’illegalità. Ma naturalmente dai moralisti a senso unico ed in funzione partitica non si sente un “cip”. Se l’iniziativa fosse venuta da qualcun altro (ad esempio la Lega) apriti cielo…
Sarebbe dunque uno scandalo se, per Arlind, si facesse un’eccezione oggettivamente non motivata da nulla; se non dagli strumentali proclami della $inistra. Quindi il giovane Arlind partirà. Perché, come amano ripetere ad oltranza i kompagni, “le regole vanno rispettate”.
E siamo certi che la maggioranza dei ticinesi la pensa così.
Lorenzo Quadri