Grazie al Diktat staliniano dell’UFT, i ticinesi andranno a prendere l’aereo in macchina
Ecco qua le belle pensate dei balivi dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT), che fa parte del DATEC diretto (?) dalla ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga!
L’UFT ha tolto definitivamente la concessione ai bus Ticino-Malpensa. Quindi il servizio, che esiste da 15 anni, verrà soppresso a fine dicembre, dietro Diktat del dipartimento ro$$o.
Perché verrà soppresso? La motivazione, di stampo stalinista, è nota: i bus fanno concorrenza al treno, quindi (?) devono sparire.
E’ il colmo. Il collegamento ferroviario con la Malpensa, finanziato con denaro pubblico, è un BIDONE. Oltre ad essere totalmente inaffidabile (sono più i treni in ritardo che quelli puntuali) per arrivare a destinazione impiega oltre due ore. Il bus ci mette meno della metà. Il primo collegamento diretto via rotaia prevede l’arrivo alla Malpensa alle sette meno un quarto. Dunque, impossibile prendere un aereo che decolla prima delle 9.
Il solito sfigato contribuente ha pagato a carissimo prezzo una tratta ferroviaria che non è un servizio, bensì un disservizio. E su quanto sia disservizio, di testimonianze di viaggiatori scornati se ne possono trovare a vagonate.
Tutti in macchina
Ed in più, oltre ad aver pagato per l’inefficiente trenino, i ticinesi si trovano privati di punto in bianco dei bus, che funziona(va)no benissimo. E il bello è che stiamo sempre parlando di un trasporto collettivo, di quelli che l’ente pubblico dovrebbe dunque sostenere. Invece no. Risultato dell’ennesima bella pensata: o lo si raggiunge in auto, o l’aeroporto della Malpensa per i ticinesi diventa off limits.
Gravi conseguenze
La decisione dell’UFT, come abbiamo letto, ha avuto conseguenze deleterie per la Giosy Tours, azienda svizzera che da tanti anni copriva la tratta garantendo posti di lavoro, pagando tasse ed oneri sociali. Ci saranno infatti 11 licenziamenti a fine anno, e verranno venduti sei automezzi. Gli 11 disoccupati potranno dunque ringraziare la kompagna Simonetta Sommaruga, ed una $inistra allo sbando che fa di tutto per CANCELLARE impieghi (vedi anche aeroporto di Agno): altro che difendere i lavoratori!
Intanto però lo stesso Dipartimento Sommaruga permette a torpedoni stranieri di coprire sempre più tratte in tutta la Svizzera (Flixbus e compagnia cantante).
Danno al Ticino
E’ evidente che la decisione dei burocrati della kompagna Simonetta di azzerare i bus per la Malpensa danneggia il Ticino. Danneggia i viaggiatori ticinesi e danneggia anche il nostro Cantone come meta turistica e congressuale. Ma si sa che per la Consigliera federale $ocialista il Ticino è l’ultima ruota del carro: del resto, quando era ministra di giustizia, ha fatto di tutto per trasformarlo nel campo asilanti della Svizzera.
Malpensa inaccessibile
Adesso che i balivi germanici di Lufthansa – quelli ai quali incomprensibilmente ancora si permette di farsi gli zebedej di platino sfruttando la bandiera rossocrociata ed il nome Swiss – hanno scaricato l’aeroporto di Agno dicendo ai ticinesi di andare alla Malpensa (sic!), ecco che ci pensa la kompagna Simonetta a rendere lo scalo varesino inaccessibile dal Ticino. Ah già, ma la neo-ministra dei trasporti è contraria agli aerei, è contraria alle automobili, è contraria ai bus… praticamente vanno bene solo i treni (fino a quando non si accorgerà che l’elettricità utilizzata per farli viaggiare non è prodotta da pannelli solari: poi non andranno più bene neppure quelli) e le biciclette.
Atti parlamentari pendenti
Come se non bastasse, la decisione stalinista dell’UFT arriva quando sul tema del collegamento su gomma con la Malpensa ci sono ancora pendenti atti parlamentari del sottoscritto. Atti su cui il Consiglio nazionale deve ancora esprimersi! Però i burocrati federali hanno già deciso.
E’ chiaro che la questione NON si chiude qui.
Il Ticino non merita di essere ancora una volta penalizzato da decisioni ideologiche ed assurde, degne della Russia sovietica, prese dai soliti burocrati federali completamente disinteressati alla realtà del nostro Cantone, di cui non sanno un tubo.
Lorenzo Quadri