9 febbraio: la ministra di giustizia ed i suoi legulei stanno sabotando la clausola ticinese

Il ministro degli esteri PLR Didier “dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèèr ha pensato bene di dire la sua sul Brexit, in votazione in Gran Bretagna il prossimo 23 giugno.

Naturalmente, ha detto la sua in senso negativo: se gli inglesi usciranno dall’UE ci sarebbero conseguenze negative per la Svizzera, ha ammonito il Consigliere federale liblab. Uhhh, che pagüüüraaa!

Invece di fare propaganda contro il Brexit, ed ovviamente agli inglesi di quello che dice Burkhaltèèèèr non gliene potrebbe fregare di meno, il ministro degli esteri elvetico farebbe meglio a preoccuparsi di quello che succede, o piuttosto che non succede, sul fronte dell’applicazione del “maledetto voto” del 9 febbraio. Dove si fa melina alla grande. E tra quanti fanno melina emerge proprio il Burkhaltèèèèr. Ma prima di lui la kompagna Simonetta “Dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga. A proposito della Consigliera federale $ocialista, sull’ultimo numero della Weltwoche si può leggere un interessante articolo.

La clausola-ciofeca

Come noto, il Consiglio federale, per dare l’impressione di voler concretizzare il “maledetto voto”, ha fatto una sola cosa: ha scodellato una clausola di salvaguardia tanto fumogena quanto inutile. Una ciofeca tale che perfino la Commissione delle istituzioni politiche l’ha trovata insoddisfacente. Infatti in aprile ha incaricato il Dipartimento di Sommaruga di presentare un rapporto su come si potrebbe introdurre la preferenza indigena. Ossia su come far sì che un’azienda venga autorizzata ad assumere all’estero solo dopo aver cercato (e non aver trovato) nel mercato locale i profili professionali di cui necessita.

16 pagine di foffa?

Ebbene, la kompagna Simonetta ha fatto sfornare dai suoi galoppini un farraginoso documento di 16 pagine in cui ci si guarda bene dal proporre qualsiasi cosa che possa anche solo vagamente servire a dare la precedenza agli svizzeri sul nostro mercato del lavoro. Per contro, tutto l’esercizio si traduce in un’arrampicata sui vetri nell’intento di respingere qualsiasi soluzione che non sia la clausola-ciofeca del Consiglio federale. I legulei del Dipartimento di giustizia e polizia sono stati “messi sotto” affinché escogitassero tutte le scuse ed i pretesti possibili per dire, tra le altre cose, che adottare il famoso modello ticinese – quello elaborato dal Prof Ambühl, che non è proprio l’ultimo bambela –  non è possibile! “Sa po’ mia”!

“Insalata di concetti”

La Weltwoche definisce il documento di Sommaruga “un’insalata di concetti diversi difficilmente comprensibile anche per gli specialisti”. Evidentemente, pur di contrapporre il consueto muro di gomma a qualsiasi applicazione del “maledetto voto” che ne costituisca una concretizzazione e non l’affossamento, la ministra è pronta ad eseguire ogni sorta di contorsionismo. Va da sé che i legulei dipartimentali hanno una sola preoccupazione: non certo l’interesse degli svizzerotti (non sia mai) bensì il parere degli eurobalivi! Camerieri dell’UE fino al midollo!

Ad esempio: basta che una illustre signora nessuno come l’eurofunzionarietta Marianne Thyssen se ne esca a dire che dare la priorità agli svizzeri è discriminatorio (uella), che subito a Berna Sommaruga & Co, invece di mandarla a scopare il mare come meriterebbe, si affrettano a pappagallare simili boutade come se fossero la verità rivelata. I balivi dell’UE, spalancatori di frontiere, hanno sempre ragione; gli svizzerotti, chiusi e gretti, hanno sempre torto!

Rappresentanti cantonali “irritati”

Allo stesso modo, sembra che nell’ultimo incontro con i rappresentanti dei Cantoni (6 giugno) sul 9 febbraio, la kompagna Simonetta abbia respinto sistematicamente tutte le proposte alternative alla “sua” clausola-ciofeca con il ritornello del “sa po’ mia”. I pareri di parte dei suoi azzeccagarbugli di servizio, pagati per darle ragione, venivano citati come degli oracoli. Un ostruzionismo spocchioso che, a quanto pare, ha fatto saltare la mosca al naso a più di un ministro cantonale.

Per l’ennesima volta, dunque, la kompagna Sommaruga si dimostra nemica del Ticino e dei ticinesi. Del resto, cosa ci si poteva aspettare da chi ha sempre tentato di farci abolire la richiesta del casellario giudiziale, perché l’importante è far arrivare in Svizzera cani e porci; chissenefrega se in questo sempre meno ridente Cantone poi si stabiliscono delinquenti pericolosi!

Lorenzo Quadri