Nei primi 5 mesi dell’anno nuovo record di entrate clandestine. E, invece di rimediare..

Ma come, il “caos asilo” non doveva essere tutta una balla della Lega populista e razzista? Ed invece, ma tu guarda i casi della vita, le entrate clandestine in Svizzera hanno polverizzato l’ennesimo record. I dati delle guardie di confine parlano chiaro: tra gennaio e maggio del 2017 sono arrivate illegalmente in Svizzera 11’912 persone, ovvero 12mila. Nel 2015 erano 7000. L’incremento è quindi stratosferico. I clandestini sono principalmente migranti economici provenienti dall’Africa occidentale. I quali, se presentano richiesta d’asilo, la motivano con le argomentazioni più inverosimili, compresi i “problemi familiari”. Mancano solo la tifoseria sportiva e le cure estetiche, poi ci sarà tutto…

Anche senza obblighi

L’ “assalto alla diligenza”  ad opera di finti rifugiati avviene attraverso la rotta del Mediterraneo, che rimane spalancata. E’ ovvio che la soluzione può essere solo quella di chiudere la rotta in questione; di rimandare indietro i barconi, rispettivamente di affondarli prima che salpino (ovviamente quando non c’è ancora a bordo nessuno). Del resto, tale posizione è stata espressa anche dal ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz.

Di tutt’altro parere, ma guarda un po’, la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, che nei giorni scorsi è andata nel Belpaese profondendosi in lodi per l’ottimo lavoro svolto dall’Italia la quale “registra e alloggia” tutti (?) i finti rifugiati. Va da sé che la Simonetta non poteva limitarsi alle slinguazzate: doveva anche, per l’ennesima volta – ormai sta diventando un mantra – ribadire che la Svizzera aderisce ai piani di ridistribuzione di migranti decisi dagli eurofalliti. Malgrado non sussista per il nostro paese alcun obbligo in questo senso. 

E la sicurezza interna?

Intanto che la ministra del “devono entrare tutti”, non ancora contenta del record di ingressi clandestini registrati nei primi cinque mesi dell’anno, esorta per l’ennesima volta i funzionarietti di Bruxelles a comandare in casa nostra e a rifilarci migliaia di ulteriori finti rifugiati con lo smartphone (quanti tra loro sono miliziani dell’Isis?) che non ci spettano affatto, quattro Stati membri dell’UE fanno ben altro. Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia hanno ribadito il fronte compatto contro il caos asilo: respingeranno al mittente qualsiasi sanzione che gli eurobalivi dovessero decidere nei confronti dei paesi che – come loro – non ci stanno a farsi imporre ulteriori finti rifugiati da Bruxelles.

L’argomento dei quattro “sovversivi” è il seguente: l’UE non può decidere sulla sicurezza interna degli Stati membri. Traduzione: aderire ai programmi di ridistribuzione dei finti rifugiati deciso da Bruxelles nuoce alla sicurezza interna, oltre naturalmente a comportare ingenti costi (e nümm a pagum). Eppure gli svizzerotti lo fanno volontariamente. Per “dare l’esempio” (Sommaruga dixit). Si spera che l’autolesionismo diventi disciplina olimpionica per staccare una medaglia d’oro?  Grazie, kompagna Simonetta! Quando ti deciderai a seguire l’esempio del tuo sodale Burkhaltèèèèr e a lasciare la cadrega?

Accordo di Dublino

Intanto, a seguito del caos asilo, i compagni di merende dell’UE intendono mandare al macero l’accordo di Dublino. Ossia quell’accordo che prevede che a farsi carico di un migrante economico sia il primo Stato firmatario in cui quest’ultimo viene registrato. Questo perché alcuni Paesi, tra cui la vicina Repubblica, sarebbero troppo sotto pressione. E naturalmente i camerieri dell’UE di Palazzo federale corrono servili ad ubbidire.

Con i fallimentari accordi di Schengen abbiamo sciaguratamente spalancato le frontiere. Quelli di Dublino ci permettono per lo meno di rinviare al Belpaese un certo quantitativo di finti rifugiati. Però la Penisola prima va a prendere i finti rifugiati in mare invece di riportarli indietro, e poi piagnucola di averne troppi. E la Simonetta si strugge: “dobbiamo aiutare l’Italia”! Sicché nelle ultime settimane sotto le cupole federali è risuonata l’ennesima geniale pensata: la Svizzera si attiverà per promuovere la revisione degli accordi di Dublino. Naturalmente a proprio danno. E sugli accordi di Schengen, quelli che spalancano le frontiere? Il caos asilo ha cambiato solo le condizioni per i rinvii di finti rifugiati, ma non quelle per la difesa dei nostri confini? Ma chi vogliamo prendere per il lato B? Sicché: 1) Nessuna adesione ai programmi di ridistribuzione UE a cui peraltro non aderiscono neppure  tutti gli stati membri; 2) chiudere le frontiere; 3) MURI sul confine!

Lorenzo Quadri