Le urne sono chiuse ed il popolo ticinese ha designato i propri Consiglieri agli Stati. Prendiamo atto che il 70% dei ticinesi continua a non essere rappresentato alla Camera dei Cantoni. E’ evidente e confermato da fonti stesse del PS che c’è stato il “soccorso rosso” a sostegno di Fabio Abate.
Nelle elezioni o si è eletti o si è trombati: il resto, come diceva qualcuno, “è poesia”.
Tuttavia il candidato di Lega-Udc Battista Ghiggia, sceso in campo da neofita della politica, ha portato a casa un risultato strepitoso. In effetti, il “colpaccio” è stato mancato davvero di poco. Era scontato? Certamente no. Non basta trovarsi sul carro giusto; specialmente in un’elezione come quella degli Stati, incentrata più sulle persone che sui partiti.

L’unico ad aumentare
Due cose sono degne di nota. La prima: le distanze tra i primi tre classificati il 15 novembre sono veramente esigue. Il tutto si gioca su meno di 2000 voti. La seconda: Ghiggia è stato l’unico candidato ad aver aumentato i propri consensi tra il primo ed il secondo turno. Tutti gli altri hanno perso; soprattutto i due uscenti. Segno che il candidato di Lega-Udc ha saputo farsi apprezzare dai ticinesi, nell’arco di poco tempo. Magari con un paio di settimane di campagna in più l’avrebbe spuntata su Abate?
Domenica la Lega non ha ottenuto un seggio alla Camera alta; però ha “scoperto”, se così si può dire, un nuovo talento politico nella persona di Battista Ghiggia. Se il capitale di un partito sono le sue “risorse umane”, allora il nostro Movimento ha sicuramente vinto anche la scorsa domenica; non solo il 18 ottobre. Altro che “la Lega non ha gli uomini”!

Del resto la preoccupazione (fifa) di liblab e PPDog è palpabile. E si è tradotta nelle avances di Cattaneo agli uregiatti: “collaboriamo più strettamente” sottointeso: “per mantenere le cadreghe”.

In Consiglio federale
La nuova Deputazione ticinese alle Camere federali è al completo e si insedierà ufficialmente il prossimo 30 di novembre. Sappiamo, lo abbiamo detto e scritto a più riprese le scorse settimane, che la prossima legislatura sarà costellata di appuntamenti importanti. Il primo sarà già il prossimo 9 dicembre. Il Ticino ha la grandissima opportunità di tornare in Consiglio federale con Norman Gobbi. E’ chiaro che vogliamo proprio vedere come voterà la deputazione ticinese. Qualcuno, ad esempio un neo-rieletto senatore a caso, dovrà già cominciare a restituire favori ai kompagni?

Libera circolazione
E, naturalmente, c’è il grandissimo nodo dei rapporti con l’UE. Il Consiglio federale ha di recente annunciato che entro marzo formulerà la sua proposta d’attuazione del voto del 9 febbraio. Qui i conti non tornano. Ancora meno tornano i tempi. In marzo saranno già passati più di due anni dal “maledetto voto”. In questi due anni Berna ha fatto melina. Arrivare in marzo con la proposta governativa significa non avere più tempo per seguire un iter parlamentare, e quindi procedere in via d’ordinanza. Si sente puzza di fregatura lontani un miglio.

A dover vigilare, facendo anche “casotto” se necessario, dovrà essere in particolare il Ticino. Il nostro Cantone non può evidentemente accettare che il nuovo articolo costituzionale “contro l’immigrazione di massa” venga aggirato. La Gran Bretagna, con i suoi sacrosanti ultimatum, ha messo il punto finale alla devastante libera circolazione delle persone senza limiti. Hai voglia, adesso, a strillare ai “principi inderogabili”, vero funzionarietti di Bruxelles!
La disunione europea ha completamente fallito nella gestione del caos migranti. La truffa della multikulturalità, cavallo di battaglia degli spalancatori di frontiere, è crollata di schianto a Parigi. Bruxelles non ha frecce al proprio arco. Non sapere cogliere il momento a noi favorevole sarebbe scandaloso.
Lorenzo Quadri