Da domani in Gran Consiglio l’elezione dei Procuratori pubblici ed il Preventivo 2021
Proposti vari emendamenti per contenere la spesa, tra cui un taglio lineare dell’1.5%
Mentre si parla solo dello stramaledetto virus cinese, anche altre cose succedono in questo sfigatissimo Cantone.
Domani tornerà a riunirsi il Gran Consiglio, per la sua ultima seduta dell’anno di disgrazia 2020.
Tra le ben 28 trattande all’ordine del giorno, due faranno sicuramente discutere.
54 “ciapett” per 20 cadreghe
La prima è la famosa nomina dei 20 Procuratori pubblici. Come noto la Commissione parlamentare giustizia e diritti ha deciso di mantenere in corsa 4 PP asfaltati dal Consiglio della magistratura (il quinto non si è ripresentato). Nel frattempo però 8 nuovi candidati sono stati invitati a farsi avanti. Di conseguenza, ci saranno 27 fondoschiena per 20 cadreghe. Tutti rischiano: sia i PP che sono stati bocciati dal Consiglio della magistratura che gli altri. A spuntarla saranno i candidati più competenti o quelli più pistonati dalla partitocrazia? La risposta è fin troppo facile. Il Ministero pubblico che uscirà dal parlamento domani, e che resterà in carica per ben 10 anni, più di tutti gli altri si porterà addosso lo stigma della cadregopoli e del mercato delle vacche. Con tutte le conseguenze del caso sulla fiducia della popolazione nella giustizia. Fiducia che già è ben lungi dall’essere alle stelle; “et pour cause”.
Il Preventivo “imboscato”
Altro tema importante all’ordine del giorno del Gran Consiglio di domani: il Preventivo cantonale 2021. In tempi normali, con questo argomento, la stampa di regime avrebbe riempito pagine e pagine di blabla. Stavolta non se ne è quasi sentito parlare. La situazione non è rosea: il Ticino si ritrova con un debito pubblico oltre ai 2 miliardi, ai quali vanno aggiunti 2.5 miliardi di debito occulto della Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato – a proposito: che il triciclo si scordi di approvare il nuovo credito di mezzo miliardo per mettere l’ennesima toppa all’istituto pensionistico cantonale – ed un miliardo di deficit previsto dal 2021 al 2024.
Due cose sono ovvie:
- Di aumentare le imposte, come brama di fare la $inistra tassaiola, non se ne parla nemmeno; giù le mani dalle tasche della gente!
- Lo Stato dovrà finalmente cominciare a risparmiare.
In quest’ottica, la Lega dei Ticinesi propone una serie di emendamenti al Preventivo cantonale 2021.
Tre sono stati presentati da Boris Bignasca e chiedono:
- un taglio lineare della spesa cantonale dell’1,5%, che dovrà interessare tutti i dipartimenti. In questo modo sarà possibile risparmiare circa 60 milioni di Fr;
- il blocco delle nuove assunzioni, esclusi i settori sanitari toccati direttamente dalla pandemia;
- il blocco degli scatti salariali al personale dirigente (dai capiufficio in su). Chi lavora nel privato si trova infatti in una situazione di sempre maggiore precarietà. Non è sostenibile allargare ulteriormente il fossato tra quanti hanno il posto di lavoro statale garantito a vita e chi è invece esposto al tornado della pandemia e dei lockdown.
Ci sono poi altri emendamenti puntuali su varie voci di spesa presentati da Michele Guerra.
La ricreazione è finita
Anche un altro elemento va considerato. Le misure di simil-lockdown decise venerdì dalla Confederella renderanno necessari aiuti puntuali ai settori economici più colpiti. I camerieri dell’UE in Consiglio federale decidono le chiusure e parlano vagamente di indennizzi; ma cosa arriverà in concreto non lo sa nessuno. Anche perché il legislativo federale ha criticato le chiusure. E quando il CF andrà in parlamento a chiedere i soldi per sostenere chi ha subito importanti danni economici a seguito dei Diktat unilaterali del CF stesso, non è detto che li otterrà così facilmente. I Cantoni potrebbero essere chiamati anch’essi alla cassa e quindi si prospettano ulteriori uscite straordinarie.
Di conseguenza l’amministrazione cantonale, gonfiata come una rana, dovrà sottoporsi ad una drastica cura dimagrante. E certe voci di spesa, a cominciare dalle prestazioni sociali a stranieri, andranno ridotte sensibilmente.
La ricreazione è finita. Il Ticino deve aiutare prima “i suoi”. Non si può più permettere di essere il Paese del Bengodi per migranti economici.
Lorenzo Quadri