Il 9 febbraio vogliono farci ulteriormente ampliare la balorda norma contro il “razzismo”
Tra gli oggetti in votazione il prossimo 9 febbraio ci sarà anche la questione del “divieto di discriminazione basato sull’orientamento sessuale”: titolo politikamente korrettissimo che però nasconde il tranello. Su questo tema la Lega, come ha sempre fatto per gli argomenti che possono avere implicazioni etiche, lascia libertà di voto.
Secondo chi scrive la nuova norma penale “antidiscriminazione” va respinta, per una serie di motivi. Motivi che, contrariamente a quanto cianciano gli odiatori $inistrati, nulla hanno a che vedere con l’omofobia.
Avanti con la censura
Tanto per cominciare, la nuova legge di censura non è affatto “nuova”. Si tratta invece di un’estensione del fallimentare articolo 261 bis del Codice penale, ovvero della cosiddetta norma antirazzismo. Una norma che andrebbe cancellata – assieme all’inutile e faziosa commissione federale contro il razzismo – e non certo allargata!
Andrebbe cancellata perché il suo obiettivo non è affatto evitare la discriminazione razziale, bensì promuovere la politica delle frontiere spalancate e dell’immigrazione scriteriata, criminalizzando le posizioni contrarie. Il campo d’applicazione dell’articolo viene fatto dilagare per convenienza politica. Vengono dunque accusate di razzismo posizioni che chiedono politiche migratorie ragionevoli, che con il razzismo non c’entrano nulla. L’obiettivo è quello di innescare un meccanismo di censura, ma anche di autocensura: certe opinioni che potrebbero – magari forse – ricadere sotto la norma penale è meglio non dirle che “non si sa mai”. E quello che non si può dire non si può nemmeno pensare. Qualcuno, a tal proposito, ha parlato di “governance sociale tramite il codice penale”. Fatto sta che la casta sta marcando d’infamia, proibendo e criminalizzando tutte le posizioni che non rientrano nel pensiero unico politikamente korretto, buonista-coglionista e spalancatore di frontiere. Ed i divieti proliferano. Adesso è la volta dell’orientamento sessuale. La prossima tappa, visto l’andazzo, è facile da prevedere: si renderà penalmente perseguibile chi contesta l’isterismo climatico. Votare No il 9 febbraio significa porre un freno a questa spirale di censura che mette a rischio la libertà di espressione. La libertà di espressione è alla base della nostra democrazia. La partitocrazia che la sabota ha un intento preciso: manipolare i cittadini per i propri scopi.
Norma inutile
L’articolo 261 bis, sia per quanto attiene alla discriminazione razziale che a quella legata all’orientamento sessuale, è una norma inutile. Insulti ed aggressioni sono già perseguibili in base agli specifici articoli del codice penale. Il suo obiettivo è quindi quello di introdurre delle censure. Ma la disposizione contro la discriminazione è a propria volta discriminatoria. Perché pensare solo al razzismo ed all’omofobia? E altre categorie – come gli anziani, gli invalidi,… – sono forse composte da cittadini di serie B? Possono essere discriminate? E’ evidente che il catalogo delle tipologie coperte dall’articolo 261 bis è destinato ad estendersi in continuazione, a gonfiarsi come una rana, senza peraltro mai essere completo.
Inoltre se, come è giusto che sia, le persone LGBT non vogliono essere considerate diverse dalle altre, allora è fuorviante creare una legge speciale.
Tolla $inistrata
E’ poi penoso che i più accaniti sostenitori della norma censoria siano proprio i soliti odiatori di $inistra. I quali si permettono di distribuire licenze di omofobia (proprio come distribuiscono quelle di razzismo e fascismo) a chi osa non essere d’accordo con loro. Ebbene, la $inistra è la prima responsabile del razzismo, come dell’omofobia in Svizzera. Infatti fa entrare e fa restare tutti i finti rifugiati in arrivo da altre (in)culture, che sono antisemiti, razzisti, sessisti e pure omofobi.
Altro che paladini delle donne, altro che paladini degli omosessuali. I $inistrati e le loro deleterie politiche migratorie sono la prima fonte di pericolo per queste persone. E quindi, che non pensino di poterle sfruttare a scopo di campagna elettorale. Se vogliamo sostenere i cittadini LGBT, cominciamo a non più far entrare in Svizzera migranti economici omofobi. Altro che censura di Stato!
Lorenzo Quadri