Quadri: “sembra che difendersi da un’aggressione in casa non sia politikamente korretto”
Finiamola di imporre alle persone assalite nella propria abitazione di non difendersi per paura di conseguenze legali: la legge deve stare dalla parte delle vittime e non da quella dei delinquenti
Dopo il “fatto di sangue” di Brissago, con un agente della polizia cantonale costretto ad aprire il fuoco su un asilante armato di due coltelli per proteggere se stesso ed altri due richiedenti l’asilo, torna alla ribalta il tema della legittima difesa.
Al proposito come sappiamo è pendente un’iniziativa popolare promossa dal Guastafeste Giorgio Ghiringhelli, che chiede che l’ente pubblico si faccia carico delle spese legali, in particolare di quelle per la difesa di fiducia, affrontate da chi, accusato di aver ecceduto nella legittima difesa, è poi stato scagionato. Si dirà che si tratta di una questione “di nicchia”. Ma è ciò che il diritto cantonale permette di fare in quest’ambito, che è regolato dalla legge federale. Ma anche a livello federale qualcosa si sta muovendo. Nel settembre 2016 il deputato leghista Lorenzo Quadri ha infatti presentato un’iniziativa parlamentare per chiedere il potenziamento del diritto alla legittima difesa di chi viene aggredito in casa. L’iniziativa è stata di recente trattata dalla Commissione affari giuridici del Consiglio nazionale, che (come da prassi) ha audizionato l’iniziativista.
Quadri, prima di tutto: cosa chiede la sua iniziativa parlamentare per “potenziare il diritto alla legittima difesa”?
La legittima difesa nel diritto svizzero è regolata agli articoli 15 e 16 del Codice penale. L’articolo 15 si riferisce alla legittima difesa esimente, ossia quella che rimane entro i limiti stabiliti e quindi non costituisce reato. L’articolo 16 è invece relativo alla legittima difesa discolpante. E’ riferito alla situazione di chi ha ecceduto nella legittima difesa, e quindi sarebbe di per sé punibile; ma, in presenza di certi presupposti, è ritenuto scusabile e quindi va esente da pena.
Allo stato attuale, il capoverso 2 dell’articolo 16 recita: “Chi eccede i limiti della legittima difesa per scusabile eccitazione o sbigottimento non agisce in modo colpevole”. Il problema sta nel definire quando l’eccitazione è scusabile e quando è dato “sbigottimento”. Per questo, la mia iniziativa propone di aggiungere un nuovo capoverso 3 del seguente tenore: “Se un terzo si introduce senza diritto in un’abitazione, l’eccitazione del proprietario/inquilino è scusabile e il suo sbigottimento presunto”.
Cosa cambierebbe in concreto?
Nella situazione attuale, sta alla persona aggredita in casa dimostrare che, se ha ecceduto nella legittima difesa, è avvenuto perché si trovava in una situazione di “scusabile eccitazione o sbigottimento”. In altre parole: dopo essere stata aggredita nella propria abitazione da uno o più delinquenti, fatto per cui evidentemente non può avere alcuna colpa e che certamente lascia il segno, la vittima dell’aggressione si trova ancora a dover affrontare un processo penale lungo, costoso e con tutte le conseguenze psicologiche del caso, per rispondere all’accusa di essersi… difesa troppo. Con la mia proposta, invece, si parte dal presupposto che la persona aggredita in casa propria che eccede nella legittima difesa è di principio scusabile. Sta alla magistratura, se del caso, dimostrare che non è così. In termini tecnici si parla di inversione dell’onere della prova.
Quale riflessione sta dietro la proposta?
Difendersi è un “diritto naturale”. La legittima difesa è peraltro sancita dalla legge. Ma nella situazione attuale, caratterizzata dal garantismo ad oltranza a tutela dei delinquenti, per i quali si va alla spasmodica caccia di scuse e di attenuanti, e non dei cittadini onesti, di fatto l’aggredito viene spinto a rinunciare a difendersi. L’invito, quasi un Diktat, del sistema è quello di mettere in pericolo la propria vita o la propria incolumità fisica (rispettivamente quelle di propri familiari); altrimenti si finisce sul banco degli imputati. Questo non è accettabile. Come non è accettabile l’implicita – ma nemmeno poi tanto implicita – condanna di chi si difende da un’aggressione. Quasi che ci fosse un obbligo morale a trasformarsi in agnelli sacrificali davanti a criminali della peggiore specie. Questo è l’ennesimo regalo avvelenato del pensiero unico buonista-coglionista. Quello che gli autocertificati detentori della morale predicano da anni. Ma la legge deve scegliere da che parte stare. E deve stare da quella della vittima, non da quella dei criminali.
Perché limitarsi alla legittima difesa di chi è aggredito in casa?
Perché in casa propria il cittadino ha il diritto di sentirsi al sicuro. La casa non è un luogo pubblico dove può entrare chiunque. Necessita quindi di una protezione giuridica particolare. E’ quindi corretto che chi viene aggredito nella propria abitazione possa beneficiare di una tutela “accresciuta”.
Come sappiamo la Commissione degli affari giuridici ha respinto, seppur per poco –14 voti contro 11 – la sua proposta. Come mai?
Sono dispiaciuto, ovviamente, ma non sorpreso. Non posso scendere nei dettagli della discussione in commissione, che è riservata. E’ tuttavia evidente che contro la proposta c’era il solito blocco ro$$overde, schierato per motivi ideologici. Inoltre PLR e PPD erano divisi. Dagli interventi dei colleghi che si sono espressi a sostegno dell’iniziativa, e che ringrazio, è comunque emerso che avevano capito benissimo lo spirito della proposta. Questo mi ha fatto piacere. In ogni caso, non è escluso che, quando l’iniziativa arriverà davanti al plenum parlamentare, le maggioranze possano cambiare.
Un’iniziativa come la sua promuoverebbe il Far West e la giustizia fai da te? La sicurezza dei cittadini non è compito della polizia?
L’iniziativa non autorizza di certo a sparare a tutto ciò che si muove. Non stravolge il concetto di legittima difesa così come è previsto dal diritto svizzero. In particolare, non cambia nulla al principio che la difesa non è più legittima se ha l’obiettivo di punire l’aggressore, oltre a quello di respingerne l’attacco. Certamente: sta alla polizia difendere i cittadini dai criminali. Non sostegno la giustizia “fai da te”. Ma la polizia non ha il dono dell’ubiquità e non può teletrasportarsi. Nel caso di aggressioni nelle abitazioni, le forze dell’ordine non possono quasi mai intervenire durante il fatto. Possono solo arrivare dopo il crimine e tentare di assicurare i colpevoli alla giustizia. La vittima della rapina in casa si trova da sola davanti a degli aggressori di cui non può conoscere la pericolosità. Deve decidere come reagire nel giro di pochi secondi. L’inazione potrebbe costargli la vita. La valutazione della situazione in queste circostanze è difficile per un agente addestrato (abbiamo visto il caso di Brissago). Immaginiamoci allora per il comune cittadino.
Ma oggi c’è davvero un’emergenza-rapine tale da giustificare una modifica di legge?
Per fortuna, in Svizzera oggi non siamo in una situazione di emergenza. I casi di rapine violente nelle abitazioni alle nostre latitudini sono ancora rari. Nei paesi a noi vicini, però, la situazione è diversa. Specie in Lombardia, dove nel giro di un decennio le effrazioni sono triplicate. Questo dato non può lasciarci indifferenti. E’ poi evidente che la delinquenza, e lo vediamo nei Paesi a noi confinanti, ha compiuto il salto di qualità. Una volta c’erano i topi d’appartamento, che entravano nelle abitazioni quando i proprietari erano assenti. Adesso ci sono dei rapinatori che entrano nelle case in presenza degli occupanti, li prendono in ostaggio e si fanno consegnare con minacce e violenza oggetti di valore e denaro. Inutile dire che questi rapinatori violenti sono tutti stranieri. Ringraziamo la libera circolazione. Ma questo è un altro discorso… Certo, da noi oggi questi casi sono rari. E ci mancherebbe. Ma in futuro saranno sempre più frequenti. Da un lato perché la criminalità violenta d’importazione prenderà sempre più piede anche in Svizzera, a maggior ragione in regime di frontiere spalancate. Dall’altro perché, a seguito dell’evoluzione della società e della frammentazione delle famiglie, sempre più persone, spesso anziane, vivono da sole. Pertanto diventano facile preda di delinquenti senza scrupoli.
MDD