Lo dice anche un servizio della RSI! Ma come, non erano solo “percezioni”?

Ma come, le conseguenze deleterie della libera circolazione delle persone sul mercato del lavoro ticinese non erano solo “percezioni”, secondo l’ultimo studio che l’IRE si è auto-commissionato con i soldi del contribuente? Non erano tutte balle della Lega populista e razzista?

Ed invece venerdì sera su Tempi Moderni, la RSI – di certo non sospettabile di simpatie leghiste! – ha mandato in onda un interessante servizio sui divari salariali  tra il Ticino ed il resto della Svizzera, e sull’evoluzione degli stipendi negli ultimi anni, con l’entrata in vigore della devastante libera circolazione delle persone.

Ebbene, la pressione al ribasso provocata dall’invasione da sud voluta e difesa dai cosiddetti “partiti storici” emerge con evidenza! Oltretutto va considerato che la trasmissione RSI lavora (ovviamente) con i dati  statistici ufficiali, nei quali non figura il “nero”. Esempio classico: frontalieri assunti e pagati al 50%, quando il tempo lavorativo reale è del 100%. Ma per i  diretti interessati, a seguito del differenziale tra il costo della vita in Svizzera ed in Italia, va bene lo stesso.

1000 Fr in meno

Fatto sta che nel 2014 il salario mediano  dei lavoratori nel settore privato in Ticino (che non è il salario medio; salario mediano vuol dire che la metà dei lavoratori guadagnava più di tale ammontare, e l’altra metà meno) era di 5125 Fr mensili, contro i 6189 a livello nazionale. Quindi un divario di mille franchetti al mese. In termini di potere d’acquisto la forchetta si allarga ancora, poiché i costi della vita in Ticino non sono mica più bassi che in Svizzera interna. Determinate spese fisse, come i premi di (s)cassa malati che gravano in modo sempre più importante sulle economie domestiche, sono anzi ben più elevate da noi che in molti altri Cantoni.

Il divario cresce

Ebbene, le cifre presentate da Tempi Moderni indicano che il divario in questione è cresciuto in modo importante nel corso degli anni. Nel 2008 era infatti di 850 Fr al mese, contro i mille attuali.  Il salario mediano dei frontalieri è del 20% in meno rispetto a quello degli svizzeri. E come detto stiamo parlando di cifre ufficiali, che non considerano il vasto sottobosco di lavoro nero, salari irregolari, dichiarazioni farlocche e accordi sottobanco: ovvero quel malandazzo che è tipicamente d’importazione italica (adesso aspettiamo le proteste dell’ambasciatore d’Italia a Berna).

Scienziati dell’IRE…

Rico Maggi & Co, prendere su e portare a casa! Differenza salariale vuol dire, è ovvio, sostituzione e dumping. Tristi realtà che sono dunque certificate dalle statistiche ufficiali, malgrado esse siano abbellite, oltre che ferme al 2014. Tristi realtà per le quali possiamo ringraziare la politica delle frontiere spalancate, che rende i ticinesi sempre più poveri e sempre più precari.

Altro dato interessante emerso nella puntata di Tempi Moderni:  il salario dei laureati ticinesi diminuisce sempre di più. E questa non può che essere una conseguenza dell’esplosione del frontalierato nel settore terziario, dove non c’è affatto bisogno di importare manodopera dall’estero.

Lorenzo Quadri